Lo scorso 26 luglio le truppe maliane e dell’Africa Corps (PMC Wagner) sono state gli obbiettivi di un assalto da parte dei ribelli Tuareg e dei Qaidisti Jnim in un’area a pochi chilometri da Tinzaouatene, al confine con la provincia algerina di Guezzam. Le vittime russe, come indicato da un comandante dell’AC, sono oltre ottanta.
Negli ultimi anni, il Mali ha affrontato una serie di sfide interne e cambiamenti significativi: colpi di Stato militari, conflitti contro ribelli e crescenti tensioni con organizzazioni regionali e internazionali.
Questi sviluppi hanno spinto il Mali alla ricerca di nuove alleanze ed alla ridefinizione del suo ruolo geopolitico nella regione.
Il 29 gennaio 2024 Bamako, congiuntamente a Ouagadougou e Niamey, ha annunciato il ritiro ufficiale dall’Economic Community of West African States (ECOWAS) dopo quasi 50 anni dalla sua fondazione, con l’accusa di non offrire il sostegno auspicabile e di aver posto sanzioni troppo pesanti a seguito dei colpi di Stato che hanno portato le giunte militari al potere.
Già dal 16 settembre 2023, con la creazione dell’Alliance of Sahel States (ASS) si era dato slancio a tale distacco, tuttavia un ruolo decisivo è dato la volontà da parte dei tre stati di distanziarsi dalla Francia, favorendo un canale di collaborazione con la Russia (si ricordi che Mosca detiene il 75% delle importazioni belliche).
Con il primo vertice dell’ASS del 6 luglio presso Niamey si apre definitivamente un nuovo capitolo di promozione dell’integrazione e collaborazione tra i tre Stati.
L’influenza russa dovrebbe essere fonte di grande preoccupazione per l’Occidente: Mosca offre continuo supporto al contrasto dei Tuareg e ai gruppi jihadisti che seminano il terrore nella regione; nell’ultimo anno ha favorito il potenziamento delle forze armate donando, congiuntamente alla Turchia, diversi Unmanned Aerial Vehicle (UAV), 9 aerei da attacco leggero, 8 elicotteri (dei quali 4 d’attacco) ed un aereo d’attacco Su-25.
Particolare è la foto diffusa dal Kyiv Post, la quale ritirae un gruppo di ribelli Tuareg, tra i quali due o tre uomini vestiti in abiti vicini alla cultura occidentale e di carnagione molto chiara, intenti a mostrare la bandiera dell’Azawad (territorio che rivendicano e per il quale lottano) ed una dell’Ucraina.
Andrij Yusov, rappresentante della Direzione principale dell’intelligence (Hur), il servizio d’intelligence militare ucraino, afferma che «i ribelli hanno ricevuto le informazioni necessarie, e non solo le informazioni, che hanno permesso un’operazione militare di successo contro i criminali di guerra russi».
Il coinvolgimento di mezzi e uomini ucraini in operazioni militari nella regione del Sahel non è tuttavia un fenomeno nuovo: a gennaio, sempre il Kyiv Post aveva pubblicato due video che mostravano droni ucraini eliminare diversi membri della Wagner ed esponenti di gruppi terroristici in Sudan, nonché di forze speciali ucraine durante degli interrogatori a dei mercenari russi catturati.
Del canale ufficiale di comunicazione della Wagner su Telegram denominato “GREY ZONE” (gestito da Nikita Fedyanin, il quale ha perso la vita durante l’assalto) rimane un aggiornamento del 23 luglio, raffigurante 14 uomini apoggiati ad un blindato nel Sahel sfoggianti la bandiera del Gruppo.
Nelle settimane precedenti, proprio su questo canale era stata diffusa la notizia secondo la quale l’intelligence ucraina avrebbe addestrato diversi ribelli all’impiego e l’uso di droni FPV (First Person View), portandone anche due gruppi in Ucraina.
Roma, Maggio 2024. XVIII Martedì di Dissipatio
Il coinvolgimento attivo dell’Ucraina nel contrastare le forze russe anche fuori dal contesto europeo aumenta quindi livello di complessità della situazione nella regione, dimostrando come il conflitto tra il Cremlino e Kiev abbia ripercussioni globali ancor più grandi, estendendosi fino alle remote regioni del Sahel.
In questo scenario, il Mali deve navigare tra le pressioni delle potenze straniere e le sfide interne, cercando di stabilizzare il proprio territorio e garantire la sicurezza della popolazione. Il futuro della regione dipenderà dalla capacità dei suoi leader di gestire queste dinamiche complesse e di costruire alleanze che possano portare a una pace duratura e a uno sviluppo sostenibile.