La banalità del bene rappresenta l’alba del nostro piccolo mondo. I pensieri crepuscolari di Claudio Chianese – divisi fra scritti esistenziali, bellici, metafisici – varano un progetto editoriale e culturale che orgogliosamente prende le mosse dal suo ricordo, celebrandone le note più intense.
Nei meandri dei suoi testi si agitano conflitti concreti e ideali, in cui la filosofia incontra la scienza, l’epica la politica, la fantascienza la religione. Da Pascal a Gramsci, fino a Lovecraft e Tolkien, passando per Valery e Mauriac, i suoi scritti si confrontano con i grandi temi: la morte, il suicidio, l’aborto, la guerra – mentre le democrazie occidentali, in piena avaria spirituale, si abbandonano alla deriva, fra battaglie di genere e dittature del linguaggio –, restituendo una visione del mondo connaturata da uno spirito critico, mai retorico, caustico e inattuale, sempre altrove. Quell’altrove in cui oggi i nostri pensieri si incontrano.
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L’autore:
Nato a Siderno nel 1984, Claudio Chianese si è laureato in Letterature europee alla LUMSA di Roma, in Editoria e giornalismo all’Università di Verona e in Scienze Storiche presso l’Università di Trento. Si è occupato di poesia, di videogiochi, e più o meno di tutto ciò che sta nel mezzo. Collaboratore de L’Intellettuale Dissidente, poi di Dissipatio, è venuto a mancare, d’improvviso, nell’estate del 2022, all’età di 38 anni. Questa collana editoriale nasce con le sue riflessioni, che, perpetuandone la memoria, danno vita a nuove meditazioni.