Umberto Pizzi

Francesco Latilla e Francesco Subiaco dialogano con il Petronio della Roma Cafonal che ha fotografato l'Italia e gli italiani per cinquant'anni: lo abbiamo raggiunto nella sua casa-archivio tra le campagne di Zagarolo.
Umberto Pizzi

Tonino Bettanini, cento vite in una

«Diciamo che il mio personaggio, Brando Costa, esaspera quelle che sono effettivamente delle mie propensioni. Io sono sempre stato un servitore leale delle istituzioni e delle persone con cui ho lavorato. Però ho sempre ubbidito a un mio ideale etico di libertà, non intesa come libertà dalla responsabilità, ma di libertà di destino. Sono sempre stato molto capace di dedizione, volta alle persone e alle buone cause, e questo a livello istituzionale può essere visto criticamente.»
Tonino Bettanini, cento vite in una

Giuseppe De Rita

Grande esponente di quella silenziocrazia italiana e ricercatore sociale tra i più acuti, capace di auscultare le mutazioni e fibrillazioni delle tante oligarchie italiane: Giuseppe De Rita è il maggior conoscitore della fenomenologia delle fisiologie e patologie della società italiana. Un maestro di pensiero e metodo che nella sua attività di fondatore e presidente del Censis ha raccontato e mostrato come nessun altro il nostro Paese tramite le considerazioni generali dei suoi rapporti, oltre che tramite testi straordinari (di Francesco Latilla e Francesco Subiaco)
Giuseppe De Rita

Le due vocazioni di Corrado Calabrò

«Non è una conciliazione la mia, è una coesistenza. Convivo da sempre con il mio doppio. È come se i miei emisferi celebrali avessero un funzionamento alternato: uno è teso alla razionalità organizzativa e dimostrativa, l’altro fa affiorare dal profondo (anche dall’inconscio) emozioni, percezioni che ci erano sfuggite. Il diritto è impegno intellettuale e civile, ma “la letteratura, l’arte sono la confessione che la vita non ci basta” - ha scritto Pessoa.»
Le due vocazioni di Corrado Calabrò

Antonio Funiciello, nell’anticamera del potere

"La mostruosità della leadership comincia da qui: da questi occhi giganteschi e deformi, assai simili a quelli delle mosche nel rapporto col resto del cranio, con un campo visivo eccezionalmente esteso. Alla maniera di questi insetti, i leader sono in grado di percepire il tempo in modo rallentato e dilatato, scorgere dettagli e pericoli che noi follower nemmeno possiamo immaginare. È una dote certamente innata, ma che per maturare in talento, necessita di una lunga pratica."
Antonio Funiciello, nell’anticamera del potere

Aurelio Picca, l’ultimo patriarca d’Italia

«Per me lo scrittore serve solo se ha il coraggio di essere sempre eversivo, come lo fu Ugo Foscolo, che aveva combattuto per Napoleone e che, quando gli austriaci fecero un elenco degli intellettuali dell'epoca, sotto il suo nome scrissero: "Pericoloso sotto ogni Stato". L'intellettuale deve essere così: contro tutti, sempre». La confessione di Francesco Subiaco e Francesco Latilla ad Aurelio Picca. Foto di Maurizio Valdarnini.
Aurelio Picca, l’ultimo patriarca d’Italia

Giovanni Minoli

«Dio e il diavolo si nascondono nei particolari. Essere inflessibili aiuta a tirar fuori il meglio dalle persone, almeno secondo la mia esperienza. Per la qualità del prodotto, ho un controllo assoluto su ogni cosa. Ma sono anche la persona che riconosce il sacrosanto diritto di sbagliare, motivo per cui do sempre una seconda possibilità.»
Giovanni Minoli

Vittorio Feltri, l’imperdonabile

"Il mio faro è stato Montanelli, perché aveva una capacità di coinvolgere il lettore che più nessuno ha avuto, neanche io. Da Biagi, invece, ho imparato a fare i contratti. Era il più bravo di tutti a guadagnare soldi. E poi, in fondo i soldi servono. Oggi è più difficile per un giornalista, perché i giornali non vendono più un cazzo. Le case editrici incassano poco e automaticamente pagano poco. C’è poco da fare, questa è la nostra storiaccia."
Vittorio Feltri, l’imperdonabile

Roberto D’Agostino

"Il botto con Dagospia non si può fare perché non è in formato analogico. Nel digitale non abbassiamo quasi mai la saracinesca, è un flusso continuo. I click sono tanti, ma la verità è che il mondo di carta è un mondo lontano e contrario al nostro. Dagospia è una semplice tavola da surf, e noi cerchiamo di stare in piedi, cavalcando le onde. Non diciamo al lettore come deve guidare, come deve amare, o come comportarsi."
Roberto D’Agostino

Ernesto Galli Della Loggia

"I giornali sono uguali tra di loro, troppo spesso noiosi e prevedibili. Non è possibile, ad esempio, che diano così tanto spazio, nelle prime sei o sette pagine, alla politica, solo per il gusto, magari, di fare un favore ad un politico e farselo amico".
Ernesto Galli Della Loggia

Massimo Fini

"Io sono figlio di due culture diverse – quella russa e quella italiana – ma anche di una terza cultura, perché quando ho raggiunto l'età della ragione andava molto l'esistenzialismo francese, quindi sono anche figlio di Camus, in un certo senso... Comunque essere un bastardo mi ha sicuramente arricchito. Mi ha dato una visione singolare del mondo".
Massimo Fini

Rick Falkvinge

Inserito nel 2011 nella lista dei cento pensatori più influenti al mondo dalla rivista Foreign Policy, oggi Rick Falkvinge vive a Berlino, da dove continua a seguire l'evoluzione delle idee predicate dal suo partito pirata, e dai simili movimenti che ad esso si sono ispirati in tutto il mondo. Lo abbiamo incontrato per fare il punto su ciò che è stata quell'esperienza e su ciò che ci aspetta negli anni che verranno.
Rick Falkvinge
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