La matassa algerina

Dal Transmed tra Capo Bon e Mazara del Vallo al potere di Sonatrach, Eni e Snam, passando per il ruolo di Abdelmadjid Tebboune, Saïd Chengriha ed El Jinn: gas, idrogeno, traffici di sigarette e cocaina, affari UAE-Philip Morris, ‘Ndrangheta e DZ Mafia si intrecciano con la guerra dei generali algerini, tra arresti, fughe ad Alicante e pressioni sugli accordi strategici con Italia ed Unione Europea. Il tutto, naturalmente, in un contesto politico sempre più instabile.

La Finlandia non è più quella di una volta

Dietro l’immagine idealizzata della patria del welfare, dell’istruzione d’eccellenza e della felicità, dalle parti di Helsinki si nascondono crisi strutturali e contraddizioni profonde: stagnazione economica, debito crescente, disoccupazione elevata, declino tecnologico, tensioni con la Russia e fallimenti della politica di spesa. La sanità e la scuola, un tempo vanto nazionale, mostrano limiti evidenti, mentre le riforme di austerity e le sfide geopolitiche mettono alla prova l’idea stessa di modello nordico sostenibile.

Il desiderio di una pace ingiusta

Con l’uscita dell’ultima proposta di pace americana è calato il gelo tra i commentatori europei. L’impressione è che questa volta la realtà non sia più rimandabile, gli equilibri sul campo e le posizioni diplomatiche non più dissimulabili. La pace ingiusta non è più rifiutabile perché l’alternativa è una ancora più ingiusta. Per i massimalisti più irriducibili sono tutti traditori: americani voltagabbana, europei troppo timidi, ucraini che attaccano il leader per un innocuo malcostume (pertanto, sicuramente imbeccati da nemici esterni). Cosa attende invece chi accetta la realtà?

L’eredità invisibile di Shinzo Abe

Il mare, più della terra, definisce l’identità strategica del Giappone. Sotto la nuova guida di Sanae Takaichi, Tokyo rilegge l’eredità di Abe e prepara un nuovo ciclo di assertività militare per contenere l’espansione cinese. Tra demografia in declino, turismo soffocante e un sistema internazionale instabile, riemerge un Paese che non vuole più limitarsi alla difesa passiva, ma ritrovare centralità nel grande equilibrio indo-pacifico.

Mosca si sta giocando il Mediterraneo

Le navi della Marina russa oscillano lente nel porto di Tartus, ancorate a un futuro sempre più incerto. I soldati fumano sigarette passeggiando sulle banchine, gli elicotteri di sorveglianza hanno smesso di decollare, le navi più grandi stazionano al largo in attesa di nuovi ordini e i radar della base di Latakia trasmettono a intermittenza, come luci di un impero in dissolvenza, costretto a misurare ogni mossa. A migliaia di chilometri di distanza, a Mosca, la televisione di Stato parla ancora di “stabilità” e “cooperazione”, ma la verità è che la Russia potrebbe perdere la Siria, e con essa, il suo ultimo avamposto sicuro nel Mediterraneo.

Siamo un Continente sotto assedio

In un mondo segnato da polarizzazioni interne, crisi della democrazia e pressioni esterne generate dall’universalismo occidentale, l’Europa appare un vaso di coccio tra potenze inquiete e identità in conflitto. Per evitare nuove derive e preservare la propria autonomia culturale, il Continente deve recuperare realismo, responsabilità e la propria tradizione di saggezza storica, coltivando dialogo, misura e limiti nel potere, per navigare un ordine globale sempre più instabile e imprevedibile oggi.

La svolta nazionalista in Iran

La presentazione del monumento a Re Shapur I a Teheran segna un cambio di paradigma nella narrazione iraniana: dal predominio religioso alla valorizzazione del passato imperiale e del sentimento nazionale. In un momento di isolamento e difficoltà economico-militari, la Repubblica Islamica riscopre le glorie persiane per rafforzare il fronte interno, riaffermare l’orgoglio nazionale e lanciare un messaggio di resistenza all’Occidente.

Effetto Mamdani

Laddove in passato le alte sfere del Partito Democratico statunitense sono riuscite ad inquadrare la propria base in una struttura organizzativa a rigida vocazione gerarchica, neutralizzandone di volta in volta le istanze più spinte in favore di un moderatismo da molti percepito come letargico, la schiacciante vittoria di Zohran Mamdani dimostra in maniera plastica l’efficacia di un approccio bottom up, spontaneo e grassroots nel promuovere una linea politico-ideologica per diversi aspetti agli antipodi dell’ortodossia liberal.

Il baricentro tedesco

La crescente fragilità dell’Unione Europea ridefinisce gli equilibri continentali, con una Germania che, tra potenza industriale e disciplina fiscale, tenta di affermare una nuova centralità strategica. Mentre Londra consolida l’asse nordico e Parigi appare indebolita, Berlino si prepara a guidare la trasformazione militare ed economica dell’Europa post-Brexit.

Narrazioni e simboli nello spazio globale

I codici simbolici della geopolitica cambiano nel tempo e nello spazio. In un mondo multipolare, la competizione strategica si gioca anche nel dominio immateriale delle idee. Un’analisi comparata tra contesti e momenti storici diversi ci aiuta a capire come gli attori costruiscono il proprio ruolo nel sistema internazionale.

L'Essequibo a un passo dal baratro

Georgetown, notte tropicale. Le luci giallastre dei moli si riflettono sull’acqua torbida dell’Atlantico, mentre le sagome delle petroliere ExxonMobil attendono al largo. Da quelle stive colme di greggio nasce la nuova ricchezza della Guyana, piccolo Stato ex colonia britannica che in pochi anni è passato dall’anonimato geopolitico a diventare la potenza emergente dell’energia sudamericana. Ma a poche centinaia di chilometri, oltre il fiume Essequibo, Caracas sogna la riconquista. Oggi, nel cuore dell’Amazzonia, il Sudamerica rischia di aprire un nuovo fronte di guerra.

Stallo alla messicana

Claudia Sheinbaum Pardo: prestanome di López Obrador o scintilla di democrazia? Il Messico è una nazione dilaniata da violenza e povertà; più che una presidenza, dunque, si tratta di una sfida per dimostrarsi degna della carica e per smentire le accuse che le vengono rivolte da dentro e da fuori. Uno stallo da western all'italiana, dove il bottino non c’è: in gioco è il futuro di una popolazione stanca e insoddisfatta. Il bilancio del primo anno presidenziale è una questione apicale.
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