Le community notes sono la nuova verità

Le masse cercano di essere giornalistiche, esattamente come i giornalisti cercano di farsi massa: ecco da dove origina la diatriba tra "Fact Checking" e "Community Notes". Dalla vittoria del primo fenomeno avremo la realtà di domani, creata ancora prima che essa venga narrata. Rimarrà l'eterno problema di dove stia la verità e di come i social media debbano gestire le nuove frontiere della veridicità. Ben lontano dall'essere risolto.

La pochezza della cronaca giornalistica

Nel panorama dell’informazione contemporanea, si delinea una netta separazione tra il vortice della cronaca, che cattura l’attenzione con il suo clamore e la sua immediatezza, e la quiete delle riflessioni più profonde, custodite in articoli di riviste culturali. Mentre le notizie effimere si consumano in un attimo, le analisi sostanziali richiedono impegno e volontà da parte del lettore.

Antifilosofia Televisiva

Nel contesto odierno, dove le strutture delle telecomunicazioni hanno raggiunto una capillarità immensa, si è resa necessaria l'apparizione dissolta d'una antifilosofia. Diventa di conseguenza primaria una sua introduzione poiché non esiste momento in cui il pubblico non ne cada vittima.

Della prospettiva americana su Netflix

Gli Stati Uniti temono di collassare sotto il peso delle loro contraddizioni irrisolte e irrisolvibili. La sua società è sull'orlo della guerra civile. Le sue infrastrutture sono fragili. E l'immagine di un mondo in rivolta, contro l'American dream, nutre le sue ansie. Una visione che si concretizza nell'immaginario hollywoodiano.

La stampa è libera d’informare i fatti

La mitologia sul giornalismo si scontra con la realtà dell'informazione odierna: una casta contraddistinta da sciatteria e pressapochismo, in Italia e all'estero.

Videoguerra

La statuetta dell'Oscar donata da Sean Penn a Volodimir Zelensky è il simbolo di un nuovo modo di vivere la memoria della guerra.

Angelo Guglielmi, un’anomalia

Per un momento la Rai è stata un laboratorio di idee e sperimentazioni, ma quella che sarebbe potuta essere una strada da seguire è naufragata davanti alla voracità della politica.

La ferita Assange

La colpa di Assange è stata quella, per dirla con Ennio Flaiano, di aver mostrato per un momento le cose dalla parte dei cartaginesi, di aver portato alla ribalta i segreti dei grandi del mondo, di aver reso momentaneamente leggibile il sottotesto della diplomazia ufficiale, di aver fatto venire a galla ciò che deve rimanere sul fondo, inconoscibile ai più.

Il volto del nemico

Dal tipico eroismo in salsa hollywoodiana ad un pessimismo tutto nordeuropeo la minaccia geopolitica proveniente da Est è tornata protagonista dell’intrattenimento occidentale.

Psicologia dei media

Il linguaggio della propaganda sulla guerra in Ucraina, tra scissione, proiezione e paranoia, ricalca il meccanismo informativo nazionalista, solo che è la democrazia a dover essere difesa a tutti i costi dall’aggressione dei barbari.

Sotto il fuoco incrociato dei media

Se nel dibattito pubblico regnano le emozioni, i grandi decisori politico-istituzionali preferiscono non scegliere.

Che fine ha fatto la pandemia?

L’informazione è ormai divisa per compartimenti stagni, scelti in base all’emergenza del momento, in perenne stato di emergenza.
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