Putinomics in chiaroscuro

Sanzioni e previsioni degli esperti davano (e danno) l'economia russa come prossima al collasso. La crescita del 3,6% sarebbe così "drogata" dalla guerra in Ucraina, mentre altri comparti starebbero soffrendo la conversione del Paese alle contingenze belliche. La realtà, però, è molto più complessa, e ci parla di un Paese che potrebbe essere molto più produttivo, ma che allo stesso tempo non soffre di molti dei mali delle economie occidentali.

Il protezionismo d’acciaio di Biden

Con un colpo di coda, il presidente americano uscente ha deciso a gamba tesa di fermare il processo di fusione tra il colosso dell’acciaio Nippon Steel e il produttore statunitense US Steel di Pittsburgh, invocando la difesa della sicurezza del Paese da influenze esterne. Tutto il contrario di quanto avvenuto in Italia negli ultimi decenni.

Lagardenomics, o della liquidazione totale

Hanno fatto discutere le parole della Governatrice BCE Christine Lagarde, che ha proposto di rispondere alle future politiche economiche trumpiane incoraggiando un maggiore consumo americano. Una contrarietà a dinamiche di tit-for-tat, ossia ‘occhio-per-occhio’, che in mancanza di reciprocità è difficile pensare non andranno comunque a concretizzarsi.

Decisioni storiche e rotte atlantiche

Le giornate del G20 brasiliano hanno regalato fatti e non-fatti dei quali si parlerà a lungo. Tra questi, il limbo dell’accordo tra Unione Europea e MERCOSUR potrebbe concludersi, e l’Italia deve decidere cosa fare. Qualsiasi sarà la decisione presa, ne conseguirà molto in casa e a livello internazionale. Tale è la natura delle decisioni storiche: dirompenti e dai risvolti ubiqui.

Dazi, dazi, dazi

A Washington si stanno imbarcando su una nave la cui destinazione è dichiarata ma non sicura: Trump promette svolte in politica economica sia internamente che, soprattutto, verso l'estero, minando relazioni commerciali e quindi politiche col resto del mondo, alleati compresi. Cosa possiamo aspettarci dalla futura amministrazione, alla luce del suo primo mandato e delle promesse fatte negli anni di opposizione? Chi sconterà l'agire del nuovo (e vecchio) Presidente?

I cinesi non credono più in nulla

La crisi demografica, l’incognita immobiliare e il calo dei consumi non possono essere letti sotto la mera lente economica, ma riflettono il cambiamento di una società che evolve. Le faglie interne impongono a Xi Jinping di cercare consenso e mostrare assertività all’esterno.

Outlet Italia

Il piano del governo Meloni per la cessione di quote degli asset pubblici italiani mira alla riduzione del debito pubblico, ma le operazioni oltre ad essere poco profittevoli da un punto di vista finanziario in alcuni casi sono delle vere e proprie intromissioni della finanza globale nella cosa pubblica.

Commerzbank non è Rheinmetall

La geopolitica e l’economia legano indissolubilmente Roma e Berlino. Due casi politici recenti – l’accordo di Leonardo con Rheinmetall e la sospesa scalata di Unicredit alla Commerzbank – dimostrano la forma contemporanea di un rapporto politico tanto stretto quanto conflittuale.

La resa dei conti

È opportuno gettare uno sguardo su come la prossima sessione di bilancio italiana potrebbe evolvere. Tra pressioni europee e strategie interne, il nuovo Patto di Stabilità giocherà un ruolo chiave. Le tensioni con Paesi come la Germania e le mosse della Commissione Europea s'intrecciano con il gioco politico. Mentre le élite tecniche sfruttano le regole europee per promuovere riforme, il governo potrebbe usare le "imposizioni di Bruxelles" per giustificare scelte difficili.

«Continuare a ripetere che siamo al centro del Mediterraneo non aggiunge nulla. Siamo tutti al centro del Mediterraneo». Le politiche marittime secondo Pietro Spirito

Secondo il Professore, già Presidente dell'Autorità Portuale tirrenica, l'Italia vive un "provincialismo logistico" che le impedisce di assumere il suo naturale ruolo da protagonista del mare.

La diplomazia dell’auto elettrica

Dopo che gli Stati Uniti hanno introdotto i dazi sul settore elettrico cinese, L'UE è alla ricerca di un difficile equilibrio che bilanci gli interessi geopolitici e quelli nazionali. La Germania ha espresso contrarietà. L’Ungheria è ostile, Byd l’ha scelta per le sue fabbriche. La Svezia di Volvo è dubbiosa. La Francia guida la manovra “protezionista”. Italia e Spagna seguono la sorella latina, tra legittimazione atlantica del governo e protezione di filiere deboli.

L’eterna metamorfosi del neoliberismo

Il dibattito sul neoliberismo ha polarizzato da sempre il pubblico: la teoria enunciata da Jake Sullivan nel corso dell'ultimo anno non fa eccezione. Analizzando l’evoluzione di lungo periodo risulta evidente come la sua messa in pratica non corrisponda pienamente alle fondamenta ideologiche promesse. Il relativo percorso politico è invece pieno di contraddizioni tenute insieme da una narrazione strumentale tesa a sostenere scelte ben precise.
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