Se c’è una storia segreta del XX secolo, come secondo Procopio di Cesarea ce n’era una del V secolo, le spy stories non ne sono il racconto fedele ma l’allegoria: un gradino sopra il vero. Tra tutte le storie, sono quelle che hanno più direttamente a che fare con la Storia, di cui però non si propongono lo svelamento, come la controinformazione pomposa, ma il potenziamento epico, un po’ come l’opera dei pupi è il potenziamento dell’epopea cavalleresca. Con la differenza che le spy stories non sono soltanto storie di cavalieri, armi, amori, felloni e traditori. Sono anche (o meglio soprattutto, e comunque contemporaneamente) la storia di chi scrive, recita e dirige queste storie: i pupari e le marionette.
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L’autore:
Diego Gabutti è nato a Torino nel 1950. Già collaboratore di «Sette», il supplemento del «Corriere della Sera», e di numerose testate giornalistiche, dal «Giornale» al «Giorno», oggi è corsivista e recensore di «Italia Oggi». Ha pubblicato, tra gli altri, Un’avventura di Amadeo Bordiga (Longanesi, 1982, e Milieu, 2015), C’era una volta in America, un saggio-intervista sul cinema di Sergio Leone (Rizzoli, 1984, e Milieu, 2019), Millennium. Da Erik il Rosso al cyberspazio (Rubbettino, 2003), Cospiratori e poeti (Neri Pozza, 2018), Cavalieri pallidi, cavalieri neri. Gesta e opinioni di Clint Eastwood, eroe pop (Milieu, 2018), Superuomo, ammosciati (Rubettino 2019), Maschere e pugnali (WriteUp, 2021) e Storie del mare. Naufraghi, naviganti e leviatiani (GOG Edizioni).