OGGETTO: Un regalo di Natale anticipato
DATA: 20 Novembre 2024
SEZIONE: Geopolitica
FORMATO: Analisi
AREA: Asia
Dopo l’elezione del futuro Presidente degli Stati Uniti d’America molte cose per l’Ucraina e Zelensky stanno cambiando e i negoziati si fanno sempre più vicini. Ma Biden lascia al futuro inquilino della Casa Bianca l’autorizzazione all’utilizzo di missili a lungo raggio in territorio nemico. Un lascito che potrebbe complicare la strada verso il tavolo delle trattative.
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Trump sarà il 47° presidente degli Stati Uniti d’America. La domanda che molti si stanno ponendo è dunque cosa cambierà dopo il suo insediamento a gennaio 2025 in Ucraina. Ma soprattutto: l’amministrazione Biden lascerà qualche “regalino” a Trump? È del 17 novembre la notizia del New York Times relativa all’autorizzazione di Biden a Kiev all’utilizzo di missili a lungo raggio contro obiettivi in Russia, per ora solo nella regione del Kursk, dove i russi stanno riconquistando rapidamente territori. Il problema, come sottolineato anche in un intervento del Presidente dello IARI (Istituto Analisi Relazioni Internazionali) Filippo Sardella, non risiede nell’autorizzazione in sé, ma nel fatto che l’Ucraina non possegga i mezzi per l’utilizzo di tali strumenti, perciò deve essere supportata dalla NATO per attaccare in territorio russo. Eccolo il “regalo” di fine mandato che Biden ha voluto fare a Trump per rendere la pace e la transizione più complicate. Si può affermare così, senza tanti giri di parole, che quella in Ucraina è divenuta una guerra tra Democratici e Repubblicani a scapito della sola Europa.

Prima di questa “folle” decisione, definita così anche da molti analisti e testate giornalistiche, dopo la vittoria di Trump le cose stavano realmente cambiando e la pace sembrava essere più vicina. Il presidente ucraino Zelensky a meno di un mese dalla presentazione del “fantomatico” piano per la vittoria presso il Parlamento Europeo, ne sta preparano uno nuovo denominato “piano di Resilienza”. Il piano, come riportato anche dall’ANSA dovrebbe articolarsi in 10 punti e sarà presentato la prossima settimana. «Zelensky ha aggiunto che uno degli elementi chiave del piano interno per il rafforzamento dell’Ucraina è la sua componente economica» (ANSA). Nel piano come riportato da indiscrezioni trapelate nei primi giorni di novembre non si parlerà più di vittoria totale e di integrità territoriale. La Repubblica il 9 novembre titolava «A Kiev si sgretola il mantra della riconquista totale. “Ma vogliamo Nato e Ue”». A ciò si aggiunga la presunta chiamata di Putin a Trump e l’attacco finito su tutti i giornali di Donald Trump Jr. a Zelensky: «Manca poco alla perdita della tua paghetta». Il figlio del Presidente di fatto ha ribadito sui social media la promessa fatta da suo padre in campagna elettorale di voler tagliare il finanziamento statunitense a Kiev, ironizzando sul fatto che il budget per gli aiuti militari dell’Ucraina verrà tagliato, se non del tutto abolito, dal neoeletto presidente repubblicano.

Va detto che l’elezione di Trump ha comportato quasi un’immediata riapertura delle relazioni, almeno diplomatiche, tra alcuni paesi europei e la Russia. A tal proposito si pensi alla chiamata di Salvini a Lavrov o a quella del 15 novembre tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e Putin. Tale chiamata potremmo però definirla più strategica politicamente, poiché può essere letta come un’apertura elettorale alla Russia. In Germania si voterà il 23 febbraio 2025 e Scholz corre il rischio che l’estrema destra possa avere la meglio contro verdi e socialisti. Punto forte dei partiti di destra è proprio il riavvicinamento con la Russia di Putin, poiché, dallo scoppio del conflitto in Ucraina ad oggi, l’economia tedesca è quella che ne ha risentito di più. Con quella chiamata si sta anche cercando di scongiurare il peggio a livello elettorale.

Roma, Aprile 2024. XVII Martedì di Dissipatio

Per quanto riguarda il campo di battaglia, i russi, grazie anche al supporto di soldati (circa diecimila) e armi da Pyongyang si prepara a guadagnare più terreno possibile sino ai negoziati. Il fronte ucraino si trova accerchiato su più punti e probabilmente l’altra parte avanzerà prima dell’arrivo dei negoziati, ma ora si stanno concentrando su Kursk, divenuto l’ombelico del conflitto. La Russia sicuramente non negozierà prima della liberazione di questa regione. Le forze armate di Kiev controllano circa cinquecento kmq di territorio. Fino a pochi mesi fa ne controllava quasi Novecento. Le truppe ucraine sono state accerchiate e la variabile del braccio di ferro tra Mosca e Kiev può essere proprio Pyongyang. Secondo l’intelligence ucraina, la Corea del Nord vuole scambiare la sua partecipazione al conflitto con l’accesso alle tecnologie russe nei programmi missilistici e nucleari. Per queste motivazioni il dittatore nordcoreano ha consegnato all’alleato cannoni semoventi M-1989 Koksan da 170 millimetri. Secondo gli analisti, Pyongyang vorrebbe con questa azione rendere Mosca sempre più dipendente dalle sue forniture. Nel Kursk sono arrivati anche venti lanciarazzi multipli in grado di sparare missili convenzionali e tele-guidati. Le immagini satellitari diffuse in rete mostrano inoltre alcuni treni, nella regione di Krasnoyarsk stracolmi di pezzi di artiglieria nordcoreani che vengono trasportati verso Ovest. Il 15 novembre due roccaforti ucraine nel Kursk sono state danneggiate dall’attacco di velivoli senza piloti Saetbyol-9, made in Pyongyang. I russi affiancati dai nordcoreani stanno avanzando rapidamente, inoltre sul territorio ucraino nel Donetsk i russi hanno preso pieno controllo di Makarivka, a Sud, vicino al confine con la regione di Zaporizhzhia, e Hryhorivka, più a Nord, verso Chasiv Yar.

La decisione di Biden se ristretta alla sola regione di Kursk non è così “folle” come può sembrare, poiché servirà solo a rallentare l’avanzata russa in modo da far arrivare gli Ucraini un po’ più forti ai negoziati. Di nuovo, come per le elezioni americane, Musk giocherà un ruolo importantissimo poiché i satelliti, non per l’utilizzo dei missili a lungo raggio, ma quelli per le comunicazioni sono tutti suoi, potrebbe vietarne l’utilizzo agli ucraini rendendo così l’autorizzazione di Biden del tutto inefficace.

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