L’escalation bellica medio-orientale sta focalizzando tutta l’attenzione dei media in quella zona, lasciando indietro ciò che proprio in questi giorni e in queste ultime ore sta avvenendo sul fronte ucraino. Infatti, nel Donbass, si sta avendo una potenziale svolta bellica a favore dei russi. Dopo giorni di agonia, dovuta ad un assedio intensificatosi nelle ultime settimane, la Settantaduesima brigata meccanizzata ucraina, un reparto d’assalto d’élite, è riuscita ad ottenere il permesso dagli alti ranghi dell’esercito ucraino di lasciare il villaggio, ormai ridotto a un cumulo di macerie, di Ugledar, nel meridione del Donetsk. Qualche settimana or sono sui media europei era circolata una notizia del tutto forviante, la quale parlava di migliaia di soldati russi accerchiati dagli ucraini nel Kursk, invece a restare davvero intrappolate nella zona antistante sono state le truppe ucraine.
In pochi giorni la Settantaduesima brigata, lasciata sola, si è trovata accerchiata su tre lati, con l’unico punto di fuga coperto coperta dal fuoco nemico. A ciò si aggiunga, come riportato da alcuni inviati di guerra tra i quali Stefania Battistini e Daniele Dell’Orco, ma sottolineato anche da Dario Fabbri in un recentissimo intervento su Rai3, che le prime unità sono risultate subito irreperibili su Telegram. Dunque, anche far arrivare il messaggio di evacuazione della zona non è stato semplice. A causa inoltre del viaggio di Volodymyr Zelensky negli Usa c’è stato un ulteriore ritardo nella comunicazione, che ha portato ad avvisare le truppe dell’imminente evacuazione solo il 1° ottobre. Errori di comunicazione come questo, da parte degli ucraini erano già stati commessi nei casi di Avdeevka, Soledar e Azovstal.
Ugledar come paese è del tutto insignificante, ancor più oggi che è ridotto a un cumolo di macerie, ma dal punto di vista strategico risulta preziosissimo per i russi, i quali hanno cercato di conquistarlo per un anno e mezzo, con un enorme dispendio umano ed economico. Ugledar rappresentava l’ultimo baluardo ucraino prima dell’ultima linea di difesa ucraina nell’area di Novoukrainka-Bogoyavlenka. Sicuramente i russi andranno a rinforzare le linee impegnate in queste zone in modo da poter tentare uno sfondamento, che porterebbe ad un secondo accerchiamento, quello di Kurachovo, sospeso tra le trincee fuori Donetsk e quelle scavate dopo la battaglia di Avdeevka da nord. Ciò porterebbe al ricongiungimento delle truppe russe in tutto il sud-ovest di Donetsk. Tale sviluppo non sarà sicuramente immediato, ma la sommatoria del morale distrutto delle truppe ucraine in tutto il Donbass e il fatto che Zelensky non abbia ottenuto ciò che richiedeva, ma solo una piccolissima parte degli aiuti, facilita di molto l’avanzata russa. Si aggiunga inoltre che la linea Pokrovsk – Kurachove – Ugledar è di fatto l’ultima in cui esistono infrastrutture difensive di rilievo. Quasi un anno or sono erano stati stanziati dei fondi dal governo di Kiev per la costruzione di un’altra linea di difesa ma non è chiaro dove siano stati impiegati. Di fatto Ugledar, seppur un piccolo villaggio, era stato attrezzato in modo tale da risultare una vera e propria fortezza e la sua caduta ha una grande importanza strategica oltre che tattica.
Non va inoltre sottolineata la recentissima svolta medio-orientale. Ora Stati Uniti ed Europa, essendone i maggiori produttori, debbono fornire missili da intercetto anche ad Israele. Ne consegue una diminuzione dei rifornimenti agli ucraini. Potrebbe esserci realmente una svolta nel conflitto russo-ucraino, ma molto dipenderà dalle presidenziali USA di novembre. Stando ai recenti dati raccolti dall’ISPI (Istituto per gli studi di politica internazionale), grazie anche all’appoggio ricevuto da due celebrità del calibro di Taylor Swift e Bruce Springsteen, l’attuale vicepresidente sarebbe avanti di quasi 5 punti percentuali (50.4% a 45.5) rispetto a Donald Trump. A ciò si aggiungano anche le statistiche di settembre 2024 sull’occupazione e salario medio, entrambi in risalita, dati che sicuramente giocheranno a vantaggio della Harris. È chiaro che in caso di vittoria della Harris aumenteranno o rimarranno costanti gli aiuti Usa per l’Ucraina, mentre diminuirà il supporto per Israele, mentre se a vincere dovesse essere Trump, sicuramente si arresteranno gli aiuti all’Ucraina in netto favore di quelli ad Israele, come da lui stesso dichiarato. In questo ferrato testa a testa giocherà un ruolo fondamentale l’influenza economica e social di Musk, supporter di Trump e pubblicamente schierato contro il supporto all’Ucraina.