Michel Eltchaninoff è un saggista, già docente a contratto alla Sorbona, caporedattore della rivista Philosophie Magazine, studioso di storia della filosofia russa e assunto dal mainstream culturale occidentale a massimo putinologo in circolazione dopo il successo del suo saggio, Inside the mind of Vladimir Putin del 2015, poi tradotto e pubblicato in Italia nell’aprile del 2022 da edizioni E/O con il titolo, Nella testa di Vladimir Putin. Nel saggio, già in tempi non sospetti, Eltchaninoff aveva tracciato il nesso che legava la logica imperiale di Putin, analizzando le motivazioni che lo spinsero all’invasione militare prima della Georgia nel 2008 e poi nel 2014 in Donbass. Entrambe le guerre erano accomunate, secondo la tesi di Eltchaninoff, dalla volontà da parte del presidente della Federazione Russa di farsi portatore, in chiave retorica, dei valori salvifici del russkiy mir, caratterizzati da una concezione culturale che mescola valori nazionalisti ed escatologici e si pongono in antitesi con i valori occidentali ritenuti amorali e in fase di deliquescenza. Proprio per opporsi a ciò, per la Russia era lecito utilizzare la forza militare per tutelare le minoranze russofone a dispregio del diritto internazionale e dei valori umani.
Eltchaninoff, nella sua attività di saggista, studioso e pubblicista, si è anche concentrato sul pensiero filosofico del cosmismo russo, tramite il saggio pubblicato in prima edizione francese nel 2022 e tradotto in italiano nello stesso anno, da Luisa Doplicher, sempre per edizioni E/O con il titolo, Lenin ha camminato sulla Luna. Saggio che non può essere considerato solamente un compendio monografico di storia della filosofia ma che mette direttamente in stretta connessione il cosmismo, il putinismo e la corrente transumanista sviluppatasi nella Silicon Valley delle big tech.
Secondo l’autore il pensiero cosmista è contraddistinto da un sincretismo tra misticismo e razionalismo scientifico. Come fondatore di questa corrente di pensiero può essere annoverato Nikolaj Fëdorov (1829-1903), personaggio alquanto bizzarro, soprannominato il Socrate moscovita, prima maestro di storia e geografia e poi bibliotecario presso la biblioteca del museo Rumyanzev a Mosca. Secondo Fëdorov l’uomo moderno doveva raggiungere la capacità di riuscire a far resuscitare i morti, tramite l’utilizzo dell’energia solare. Una volta che l’uomo avrebbe raggiunto il suo obiettivo, dato il conseguente sovrappopolamento, sarebbe stato necessario andare a colonizzare altri pianeti. In questo assunto sta la centralità del pensiero cosmista, da cui questa variegata categoria intellettuale prese successivamente il nome.
L’unica differenza, non di poco conto, stava nelle diverse sfaccettature religiose che aveva il cosmismo, rispetto alla teoria naturalistica del marxismo leninismo. Tale avveniristica corrente di pensiero si adattò anche all’ideologia del comunismo marxista-leninista, influenzando anche l’analisi teorica di importanti personaggi che sono stati i principali protagonisti della rivoluzione d’ottobre del 1917, come Bogdanov, Lunačarskij, Gor’kij e Krasin. L’ultimo dei quattro, secondo Eltchaninoff, sembra essere stato profondamente influenzato dagli scritti di Fëdorov. Leonid Krasin è stato il fantomatico autore della fortunata rapina ad un convoglio merci a Tbilisi, il cui bottino servì per finanziare la fazione bolscevica durante l’esilio prerivoluzionario. Fu Krasin che sostenne la costruzione del mausoleo di Lenin. Secondo Eltchaninoff, l’obiettivo di Krasin di conservare il corpo del leader bolscevico non era solo quello di conservare la sua memoria ma di farlo resuscitare in un futuro prossimo, grazie allo sviluppo della scienza applicata.
Eltchaninoff inserisce anche Konstantin Ciolkovskij (1857-1935) come uno dei protagonisti dello sviluppo del pensiero cosmista. Quest’ultimo nelle sue ricerche naturalistiche elaborò equazioni che descrivevano lo spostamento delle astronavi. Ciolkovskij scrisse anche un trattato intitolato Etica Scientifica in cui teorizzava che la morte biologica altro non era che una massa disorganizzata della materia, teoria questa che si avvicinava a quella epicurea. Per Ciolkovskij la morte non esisteva perché la resurrezione era solamente una riconciliazione degli atomi, che si sarebbero ricombinanti successivamente in tempi lunghi. Dopo la morte di Ciolkovskij Stalin, in primis, decise di alimentare il culto. Nel 1957 venne inaugurata la casa museo di Ciolkovskij a Kaluga, nell’oblast dell’Amur nel sud-est della Siberia, che Putin visitò nel 2007, rendendogli omaggio proprio in occasione del centocinquantesimo anno della sua nascita e qualche mese dopo, con decreto presidenziale, intitolò un cosmodromo e una base di lancio a Vostochny, denominato la “Bajkonur russa”. Nel pantheon dei cosmisti viene inserito anche Vladimir Vernadskij (1863-1945). Questo pensatore è stato citato diverse volte da Putin nei suoi discorsi pubblici. Studioso di mineralogia, è stato considerato l’inventore dell’ambientalismo poiché coniò il termine biosfera, nell’accezione coeva del termine. Ma proprio partendo dal significato di biosfera, lo studioso sviluppò un postulato che alimentava il pensiero cosmista in cui teorizzò che non vi era un inizio della vita biologica sulla terra, dato che ogni organo era sempre stato vivente e non si era mai generato da materia inerte, traendo l’energia per vivere esclusivamente dai raggi solari.
Sotto il regime sovietico il cosmismo si è innestato in una cultura underground in cui scienza, pensiero naturalistico, confessioni religiose, nazionalismo e magia si sono mescolati. Lo stesso lessema di “cosmismo russo” venne coniato in circoli nazionalistici nati durante il periodo del disgelo culturale sotto Kruscev in cui vennero pubblicate e studiate le opere di Fedorov e Ciolkovskij. Una rivista portavoce di questo movimento fu Molodaja Gvardija (Giovane Guardia) dove venivano pubblicati articoli che avevano per oggetto i valori tradizionali russi, la magia, il cristianesimo ortodosso. Queste teorie entrarono anche nei dibattiti politici e costituirono l’asse ideologico di nuovi partiti di stampo nazionalista, che si formarono dopo le riforme liberali di Gorbacëv. Il cosmismo ha avuto anche il suo centro studi, il Club di Izborsk, che ad oggi è uno «dei poli principali del nazionalismo russo» (pag. 121). Tra i suoi appartenenti, elenca Eltchaninoff, sono annoverati personaggi del calibro di Alexander Dugin; il metropolita di Mosca Tichon Sevkunov, ritenuto il padre spirituale di Putin e Sergeij Glaz’ev, consigliere presidenziale per l’integrazione eurasiatica.
Secondo Eltchaninoff, al cosmismo russo è afferente anche la corrente del transumanesimo, che ha avuto origine negli Stati Uniti. Questo movimento, come il cosmismo, vuole un destino manifesto spaziale per l’uomo, grazie allo sviluppo di nuove tecnologie. Nel transumanesimo la tecnologia preponderante che entra in campo è l’utilizzo del computer e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Tra i fautori di questo movimento new age, vi sono i soliti noti delle big tech: Sergey Brin, uno dei fondatori di Google; Larry Ellison, fondatore Oracle e Peter Thiel, il padre di Paypal. Ciò che accomuna questi personaggi tra di loro è stato quello di investire in aziende startup che hanno l’obiettivo di ridurre l’invecchiamento dell’uomo e per l’appunto la conquista dello spazio. In questo consesso non può non farne parte Elon Musk, che con Starship sogna, in un futuro prossimo, di colonizzare Marte.