OGGETTO: Mal di Françafrique
DATA: 15 Aprile 2025
SEZIONE: Geopolitica
AREA: Africa
Il recente viaggio al Cairo del Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron rappresenta la volontà transalpina di preservare il proprio ruolo di attore protagonista nelle dinamiche di potere nordafricane, e soprattutto la necessità di puntare sull’intesa con l’Egitto di Abdel-Fattah Al Sisi per consolidare la propria influenza geopolitica nell’area.
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Il 7 aprile si è tenuta al Cairo presso il Palazzo presidenziale di El-Ettehadeya una cerimonia ufficiale atta a celebrare la firma di un accordo che eleva le relazioni bilaterali tra Francia ed Egitto a partenariato strategico. Il leader francese è stato accolto con tutti gli onori dal Presidente egiziano, il quale è stato a sua volta fregiato della Légion d’honneur, riconoscimento simbolico a testimonianza dell’ottima salute del rapporto fra i due attori. L’evento si è consumato durante la visita di due giorni di Macron, dove entrambi i Capi di Stato hanno discusso dei dossier strategici contenuti all’interno del trattato, e del piano egiziano per la ricostruzione di Gaza, sostenuto con forza da Parigi, perché visto come una credibile e vantaggiosa alternativa al progetto sponsorizzato dal Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump.

La varietà di temi di cui hanno disquisito i due leader è estremamente ampia, spaziando dall’intelligenza artificiale, all’immigrazione, alla cybersicurezza fino al settore dell’industria ferroviaria; un punto fondamentale è sicuramente la dichiarata intenzione espressa da Al Sisi di fornire sostegno alle imprese francesi nell’area, le quali arricchiscono il Paese grazie al prezioso contributo generato dallo sviluppo di know-how tecnologico e la creazione di nuovi posti di lavoro. Nello specifico, il partenariato strategico prevede il rafforzamento della cooperazione fra i due attori per quanto riguarda sia il settore dei trasporti che quello sanitario, in particolare per la realizzazione della rete metropolitana al Cairo e di un centro oncologico; all’Egitto vengono garantiti ingenti prestiti per un totale di 260 milioni di euro, i quali dovranno essere investiti nell’ambito energetico, idrico, igienico e dei trasporti. L’impegno preso dalle parti verte anche la sfera culturale, con l’apertura di cento nuove scuole francesi in Egitto; la possibilità di preservare la bontà delle relazioni strategiche fra i due attori dipende anche dalla diffusione e l’assorbimento della tradizione francese nell’area, per questa ragione un vero partenariato non può che non includere anche questo aspetto, fondamentale per consolidare la propria influenza nel lungo periodo grazie ad uno strumento di soft power.

Oltre ai dossier menzionati in precedenza, la cooperazione strategica tocca nello specifico anche l’ambito energetico; come riportato da Agenzia Nova, a margine dell’incontro è stata sottoscritta un’intesa per quanto concerne il finanziamento e la costruzione di un impianto integrato per la produzione di idrogeno verde e derivati, da parte della Red Sea Ports Authority e dalla New and Renewable Energy Authority, in collaborazione con il Green Fuel Consortium, il quale include l’impresa transalpina EDF Renewables e il gruppo Zero Waste. Il piano prevede un investimento inziale pari a due miliardi di euro, con altri tre successivi pagamenti fino ad arrivare ad un totale di circa sette miliardi. Lo sviluppo di un progetto di questo tipo rappresenta la volontà delle parti di rafforzare i propri legami strategici, cooperando strettamente su un dossier di fondamentale importanza per entrambi gli attori. Il progetto avrà sede nella zona industriale di Ras Shuqeir, situata lungo le coste del Mar Rosso, ed è previsto anche un ampliamento, con la costruzione di ulteriori impianti atti alla produzione di energia rinnovabile e un’unità per la desalinizzazione dell’acqua. Si tratta di uno dei piani di cooperazione strategica in ambito energetico più importanti dello spazio mediorientale, il quale mira a rafforzare il ruolo dell’Egitto come principale hub regionale per quanto concerne l’energia verde.

Roma, Marzo 2025. XXV Martedì di Dissipatio

Al centro delle discussioni tenute da Macron e Al Sisi vi è anche la guerra di Gaza, per la quale il Cairo ha proposto un piano di ricostruzione, che permetterebbe al Paese di porsi al centro delle principali dinamiche di potere del dopoguerra, contrastando possibilmente Tel Aviv e le sue pretese territoriali e geopolitiche. Entrambi i leader hanno espresso la chiara necessità di un cessate il fuoco, aggiungendo che eventuali trasferimenti della popolazione palestinese, così come l’annessione illecita di territori, sarebbero gravi violazioni del diritto internazionale e non verrebbero mai accettate dalla comunità internazionale. È stato posto anche l’accento sulla questione degli aiuti umanitari, sottolineando come vi sia un estremo di bisogno di garantire l’accesso a questi ultimi; inoltre, l’Egitto ha tenuto a specificare come la soluzione per poter implementare una pace nell’area che possa durare nel lungo periodo deve essere necessariamente politica, con la preminenza designata di attori regionali che possano garantire l’integrità degli eventuali accordi di pace posti in essere e i confini delle diverse entità politiche e territoriali. 

Se il Cairo manifesta la volontà di ritagliarsi un ruolo rilevante per quanto concerne il futuro dello spazio mediorientale, Parigi sta dimostrando grande vitalità per la risoluzione di questa crisi internazionale, come testimonia anche l’incontro effettuato dal Capo dell’Eliseo con il re di Giordania Abdullah II; si tratta di un attore regionale che ha relazioni complesse sia con l’Egitto che con Israele, e presenta grandi difficoltà nella gestione politica ed amministrativa interna, ma ciò non ostacola la volontà di accaparrarsi la veste di attore principale nella ricostruzione dell’area dopo il sanguinoso conflitto. La Francia si muove rapidamente e discute di questo dossier con le potenze regionali per contrastare le ambizioni degli altri grandi attori del panorama internazionale che stanno cercando di intromettersi nelle discussioni circa il futuro di questo spazio, come gli Stati Uniti e la Turchia. Parigi presenta vitali interessi geopolitici sia in Nordafrica che in Medioriente, non può quindi permettere che eventuali decisioni sul destino di queste regioni possano ostacolare le proprie ambizioni, e l’influenza geopolitica che detiene.

 

Da qui la strategia adottata da Macron, che interloquisce con i leader della regione, per tentare di tessere una fitta rete di legami e intese che possano permettere ai transalpini di difendere le proprie velleità e di continuare ad avere un ruolo da protagonista in un’area chiave a livello globale, mettendo i bastoni tra le ruote delle grandi potenze, le quali stanno ugualmente proponendo soluzioni che possano massimizzare il soddisfacimento dei propri interessi strategici e geopolitici. Il rafforzamento del partenariato strategico, così come le discussioni con il Monarca giordano, rappresentano perfettamente la strategia di Parigi, che si ribella con forza alla possibilità di essere estromessa dal tavolo dei grandi. 

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