Questo non è un libro per le librerie, catapecchie dell’ovvio, glittoteche dei bestseller putrefatti. Questo è un libro che deve transitare nel samizdat, leccornia per gli incoerenti, lsd per i disadatti all’accademia, ulcera agli altoborghesi, sballo per chi attende un Messia letterario. Vincenzo – che significa vincente –, piuttosto – è Profeta di una formula lisergica e scatenata di fare letteratura, un Bufalino imbufalito perduto nel Necronomicon, uno Swift messo a far zibibbo, lotta a mano armata contro la correttezza (“Non so scrivere che volete? Ho sempre provato simpatia per la morte, dico, non la sofferenza, la morte, sono più simpatici i morti che i vivi, innocui, stimabili, spesso famosi, vere e proprie star, parlano poco e solo se necessario, e tramite la psicofania, digitale o a nastro…”). La Palermo Male, semplicemente, è un contro-libro, la contraerea sul miagolio letterario italico, un pugno sul grugno, una spacconata, una stronzata, cioè la rovesciata di Piola, l’epopea di Maramaldo, la conversione sulla via di Mondello. Insomma, Vincenzo Profeta – incipit sexy: “Respiro profondo alternato… e inizio gli allenamenti. Sii autentico, sii arrabbiato, sopporta, combatti, prega, fattela sucare” – trasmigra Philip K. Dick a Kaos, alterna l’allucinazione sicula all’orazione civica (“Il terrore dei neoproletari. I neoproletari in fondo non la vogliono la possibilità della scalata sociale, la mia generazione non la vuole, nella stanza dei bottoni rimarrebbe ipnotizzata dalle lucine, il terrore è appunto quello di scalare la piramide, entrare nella testa del pyramiDion e dietro la sedia del mega direttore galattico, non trovare nessuno, sotto un sistema burocratico, farraginoso, omicida, despota…”), cristallizza lo schifo, silenzia i belati dei puri di cuore, fa finta di citare a cazzo (“Ma da Spengler in poi le civiltà muoiono, poi risorgono magari, ma intanto crepano, ed il tanfo di morte lo puoi pure ignorare ma c’è”), tanto, infine, sa perfettamente che La Palermo Male è un manuale per la sovversione, per l’evasione, per l’eversione. Merito carismatico del testo, certo, ma anche dell’impaginato, davvero folle, per collezionisti schizoidi e samurai dell’occulto – con applicazione militare del “Metodo Vitelli” per la grafica, inestimabile alla dissimulazione editoriale, all’intelligence del libro. Perché tutto inizi, tutto deve finire, scrive Vincenzo, il Profeta. Dunque, siamo andati a estrarlo da quella cloaca di luce che è Palermo.
Perché si scrive? Insomma, cosa scrivi a fare?
Sinceramente mi sono accorto che nella mia vita l’ho sempre fatto, anche volendo evitare non ci riesco, poi con i social sperimento sempre, faccio post e cancello in continuazione, ma sostanzialmente ho sempre usato la scrittura come fossero immagini, essendo un artista, vivo di segni non di parole, questo libro è un po’ così, non conta la trama o il senso, conta cosa vedi e che sensazioni ti dà, mi piacerebbe fosse letto come un I ching, che tu apri a cazzo e leggi, io stesso leggo così, anche molti libri al giorno, un libro consultato come la Bibbia, insomma, non mi pongo molti perché, l’ho già fatto ed il risultato sono solo paranoie inutili che ti paralizzano, poi magari non vengono cose troppo corrette grammaticalmente, ma gli errori mi aprono dei mondi, la grammatica e la sintassi sono limitanti ed inutili per me. Credo servano proprio a quello, ad evitare che la gente abbia fantasia, non me ne frega nulla di azzeccare il congiuntivo, amo i dialetti, quelli sì che li rispetto molto, sono commoventi. Un mio amico linguista, mi dice sempre che scrivo da dio, che so scrivere senza sapere scrivere, e che grammaticalmente e per pronuncia corretta o dizione, non esiste un italiano che parla e scrive bene, forse solo all’Accademia della Crusca.
Se uno ti dice, hai scritto un libro di merda, cosa rispondi?
Potrei fare il figo e dirti che non me ne frega un cazzo, eppure ti dico che tengo ad ogni singolo parere, specie di chi scrive, insomma… è un addetto ai lavori, non tanto per altro… ma il mio narcisismo mi fa godere anche degli insulti spesso, peggio sarebbe l’indifferenza, e poi dalle critiche imparo tanto, la critica ti fa incazzare, litigare, è vita, sinceramente mi auguro che qualcuno me lo dica in faccia ed io lo sbeffeggi e magari gli assesto un destro al naso, non ’ste vigliaccate web, anche se in fondo alla lunga godo anche di quelle, ripeto per me il peggio è l’indifferenza e l’oblio, lo fanno molte donne quando si incazzano con te, sta cosa che staccano social e tutto e spariscono, è vera violenza l’indifferenza oggi.
Hai scritto un libro spudorato, una cloaca verbale, impubblicabile: ti sei fatto per farlo?
Mi sono fatto da ragazzo fino a 25 anni seriamente, le ho provate tutte ero quasi tossico dipendente, poi grazie a una tipa ho smesso tutto, anche di fumare, a 30 ero già pulitissimo, il libro viene anche un po’ da quegli anni, ma anche perché ho visto molta gente drogarsi, e devo dire che se ti sai drogare, puoi vivere anche decentemente la realtà, la mia droga è la lucidità e lo sport, vedere il mondo è una droga per me è già essere felici in un certo senso, per quello soffro moltissimo i lockdown, amo tutto dalle gonne che svolazzano, quando c’erano le gonne, ai ladri e i freeks di Palermo, ad una prestazione atletica super, ne rimango sempre incantato, un gol, lo rivedo per giorni nella mia testa ad esempio, poi davvero niente è più allucinante della realtà di oggi, sono convinto che l’occhio della percezione lo trovi in astinenza totale da tutte le dipendenze, certo del buon fumo non si rifiuta mai, quindi scrocco raramente ma scrocco.
Perché Palermo è male? O meglio, questa tua Palermo/Idra che è, infine?
Palermo nel libro è uno sfondo, il titolo l’ho preso da certe cose che dicevamo con dei miei amici, in quegli anni organizzavamo dj set e li chiamavamo così, poi su Palermo negli ultimi anni, sono usciti solo libri di mafia e turistici o di pippe sociologiche sui nobili e la Palermo bene, borghesia sognante di fasti che furono, con questo titolo volevo confondere le idee, creare casino, e poi è un titolo pop facile da ricordare, penso sia impossibile scrivere un libro su Palermo, ha davvero mille facce, il politically correct fa passare la stronzata della tolleranza ma non è vero, conosco molti vecchi palermitani razzistissimi, o della città tutto sole che si riscatta dalla Mafia, anche questa falsità enorme, la Mafia ha semplicemente vinto, non ha più bisogno di uccidere nessuno, perché nessuno la combatte più, nel libro Palermo offre dei luoghi inquietanti a certi racconti, e con questi luoghi volevo dare l’anima nera di Palermo, quello sì, perché Palermo ha la terra bagnata dal sangue, con una maledizione inscritta in uno dei suoi simboli maggiori, il Genio di Palermo, che vedi in copertina, per cui niente di buono può venirne fuori, infatti siamo gli ultimi in tutto, e proprio per quello è bellissima, Palermo è come una bella donna abusata da cicaloni enormi che sono i Palermitani.
Cosa leggi, cosa guardi, cosa odori? Insomma, avrai degli idoli, dei riferimenti, delle ‘fonti’.
Leggo a cazzo. Pezzi di vari libri, post, articoli durante il giorno, uno dei miei idoli è Antonio Pizzuto, uno scrittore palermitano sconosciuto, che scriveva cose sofisticatissime, ma senza senso apparente, è molto difficile non morire di noia se lo leggi come un libro normale, ma se saltelli, sono lampi nel buio, alcuni libri di massoneria, pagine complottiste, guardo film fino agli anni Novanta, ultimamente ho rivisto Estate violenta, un film illuminante di Valerio Zurlini, del 1959, visivamente geniale, il film descrive la borghesia fascio, e la disperazione della guerra che non perdona neanche i più agiati, un segmento sociale che nessuno ha raccontato in quegli anni di neorealismo, con una modernità visiva unica, ti sembra girato negli anni Ottanta, poi considero morto il cinema, mi piace odorare le donne, i miei idoli sono Camelo Bene, e probabilmente la Madonna, come figura arcaica e come incarnazione cristiana, amo le figure femminili e di fatto Carmelo Bene e la Madonna per me sono sovrapponibili, nel libro ci sono una miriade di citazioni di libri e cose che ho letto, sono citazioni concettuali, non è facile coglierle.
T’interessa la cultura italiana, la schifi? T’interessano gli scrittori italiani?
Gli scrittori italiani sono degli sfigati come gli artisti ed i registi, quindi passare di categoria sfigata, non mi interessa, insomma non è allettante, la cultura italiana è morta nel 1960, ma è sempre stata moribonda, siccome i morti mi interessano più che i vivi che spesso sono noiosi e di solito sono più morti dei morti, quindi sono i veri morti, sì diciamo che mi interessa, anche perché la cultura mondiale è spesso derivata da quella italiana, anche se visivamente la apprezzo solo fino al medioevo.
Cos’è l’Italia: una oligarchia fondata dai massoni, dove a lavorare sono sempre i soliti stronzi?
Il bello dell’Italia, è che nonostante tutto ogni italiano è in grado di immaginare bellezza, perché ci è cresciuto dentro, amo questo paese per questo, e per questo non potrei mai stare in Germania o Francia o Spagna, poi fatti il conto, in Italia gli uomini più potenti sono Papa Francesco, simbolicamente, e Mario Draghi economicamente, ti sembra che questa gente seppur capace, sia stata eletta da qualcuno? Non sono neanche mai stati in Parlamento, sono stati educati e messi lì, investiti diciamo, per non dire iniziati, la democrazia non è mai esistita, sono giochi per distrarre il popolo, ci sono delle congreghe o corporazioni che decidono, ti danno più o meno libertà, più o meno soldi, più o meno vita sociale, ti danno la tua bolla di approvazione se va bene, a seconda di quello che conviene fare, in un dato periodo, poi la storia e l’informazione se la inventano, non parliamo della scienza che col transumanesimo è più simile alla magia, e poi ultimamente brancola nel buio, è più utile leggere i fondi di caffè.
E ora, che fai?
Giornata noiosa causa zona rossa, ma vado a provocare nei forum di calcio i tifosi atalantini, poi vado in studio a dipingere, lì ascolto musica, vedo le notizie etc il resto non te lo dico perché tengo alla privacy, finché qualcosina si può tenere nascosto… perché presto vorranno sapere tutto, ancora basta fare finta di dimenticare il cell. per salvarsi, ma presto davvero si potrà sapere tutto.