“Sorvegliata speciale. Le reti di condizionamento della Prima Repubblica” (Rubbettino) è il titolo dell’ultimo libro dell’ex ministro Vincenzo Scotti (scritto con il giornalista e docente Romano Benini) in cui la storia dell’Italia repubblicana viene rivista, analizzata e interpretata sotto la lente di un suo grande protagonista istituzionale. Un viaggio nei misteri, nei condizionamenti e nelle reti di intelligence che hanno cambiato la storia della Repubblica dagli ultimi anni della Seconda guerra mondiale all’attualità che ricostruisce i grandi metodi di condizionamento esterno che hanno forgiato la nostra storia. Dalla strage di Portella della Ginestra al ruolo di Enrico Mattei, dal caso Pasolini alle guerre di mafia, raccontate tra scena e retroscena.
Scotti infatti ha conosciuto e vissuto la nostra storia nazionale e istituzionale nei diversi ruoli che ha svolto come ministro e parlamentare: fu infatti esponente di spicco nei governi Andreotti IV, V, VI e VII, Cossiga I e II, Spadolini I, Fanfani V, Craxi I, Amato I, più una parentesi con Forlani dal 1980 al 1981. Più volte ministro e sottosegretario in diversi dicasteri, dalla Farnesina all’Interno, sino al Lavoro e ai Beni culturali, nel 1984 è stato sindaco della sua città. Fu sette volte ministro, e ha attraversato quasi indenne la Prima e la Seconda Repubblica ritornando al governo con Berlusconi da sottosegretario nel 2011. presentandosi come un privilegiato testimone dell’Italia, delle istituzioni, della nostra classe politica.
-Perché “Sorvegliata speciale” e quali sono state le principali reti di condizionamento e influenza che hanno orientato la Prima Repubblica?
Mussolini il 10 giugno del 1940 rompe gli indugi e dichiara guerra alla Francia e all’ Inghilterra, schierandosi al fianco della Germania di Hitler. Dopo una conquista rapida di tanti Paesi europei da parte dei Tedeschi, con il passare dei mesi e degli anni le difficoltà di controllo dei territori conquistati crescono e la repressione nazista è sempre più brutale. Entrano quindi in guerra gli Stati Uniti e l’URSS. L’8 maggio 1945 in Europa ha termine la Seconda guerra mondiale. La guerra fredda è stato il conseguente confronto politico, economico, ideologico e militare che ha contrapposto gli Stati Uniti e Unione Sovietica tra la fine della Seconda guerra mondiale e i primi anni Novanta: il blocco Atlantico da una parte e le Repubbliche Socialiste dall’altra.
L’Italia diventa quindi, dopo questi cambiamenti radicali delle strutture mondiali, una “sorvegliata speciale” in modi diversi all’interno della guerra fredda.
-Come si è integrata l’Italia del dopoguerra nel quadro post-bellico?
Il 1°luglio 1943 Mussolini convoca l’ultima seduta del gran Consiglio del Fascismo. Il voto finale di sfiducia porta alle dimissioni del Governo, alla loro accettazione da parte del Re e alla costituzione del Governo Badoglio. La guerra continua al fianco dell’alleato tedesco. Nel giro di poche settimane si firma l’armistizio con resa incondizionata del Regno d’Italia, l’8 settembre, con la conseguente invasione dell’Italia da parte dell’esercito tedesco. Il Re fugge a Brindisi.
De Gasperi – a casa di Enrico Falck a Milano nel settembre 1942, quando ancora non erano chiari gli sbocchi della guerra – annuncia la nascita della Democrazia Cristiana e indica il riposizionamento dell’Italia nel nuovo mondo partendo non sono dalla coalizione dei Paesi atlantici e proponendo ai Paesi europei la costituzione di uno Stato federale. Siamo ancora alle prime ipotesi.
Nel 1947 De Gasperi affronta la Conferenza dei vincitori con grande dignità e fermezza. Si reca negli Stati Uniti per presentare la nuova Italia e indicare la sua ricostruzione.
La fase della prepolitica democristiana è diventata l’ideologia della ricostruzione, alimentando e favorendo in quella delicata fase storica un dialogo serrato tra le diverse forze politiche che contribuirono all’elaborazione della Costituzione della Repubblica e alle proposte strategiche per la ricostruzione e lo sviluppo del Paese.
-Che ruolo svolse l’Eni nella storia italiana e in special modo nella ricostruzione?
Alla fine della guerra mondiale lo Stato italiano possiede una piccola società in fallimento che si occupa di ricerca su gas e olio, l’Agip. Il Governo italiano ne affida la gestione all’ingegnere Enrico Mattei. Questi è un manager che è stato anche partigiano democristiano e alto esponente del Comitato di liberazione Nazionale. Una grande personalità politica imprenditoriale che accetta la sfida e non si arrende di fronte ai risultati irrisori della ricerca del Gas e del petrolio da parte dell’Italia. Mattei ha il sostegno di De Gasperi, che deve fronteggiare l’attacco delle sette sorelle e dei governi europei, come la Francia e la Inghilterra che hanno grandi interessi delle risorse petrolifere nel Mediterraneo… Mattei si presentò ai Paesi del Mediterraneo ricco di risorse con contratti che offrivano un cambiamento delle regole del mercato dell’energia. Il monopolio delle sette sorelle firmava contratti, invece, in cui ad esse venivano assicurati ben i due terzi dei profitti ed ai Paesi proprietari dei giacimenti il residuo terzo. Mattei riconfigura questa impostazione cambiando il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo.
La vicenda dell’Eni mostra, quindi, come l’azione di Mattei porti ad una parabola che guarda ad una fase di crescita dell’autonomia dell’azienda con il tentativo di rendere l’economia italiana più autonoma.
-Quali furono i gravi condizionamenti che subì l’economia italiana e come ciò influì nello sviluppo del nostro tessuto economico e produttivo?
La sovranità si limita anche attraverso condizionamenti dell’economia ed in particolare dei fattori chiave che regolano e determinano innovazione e che influiscono anche sulle prospettive dello sviluppo sociale. Le vicende delle aziende e dei tentativi italiani di definire negli anni Sessanta e all’epoca del boom economico una propria economia nel settore dell’energia, della tecnologia e della scienza vanno descritte per capire quali siano gli ostacoli incontrati in questo processo di conquista di emancipazione e quale sia stato il sistema di interessi che ha agito per interrompere o limitare l’innovazione economica. Abbiamo già visto ad esempio il caso dell’Eni in questo senso.
-Quali i casi più significativi?
Pensiamo alle disavventure del Prof. Ippolito che purtroppo hanno avviato il ridimensionamento delle centrali e dell’industria nucleare. Comunque, l’Eni e l’Enel costruiscono insieme la prima centrale nucleare che viene poi abbattuta. La parabola del nucleare è essenziale per capire questa dinamica. In Italia nasce, poi, il primo centro di ricerca chimica che diventa un polo mondiale di attrazione ma il tutto viene rapidamente ridimensionato. Oppure pensiamo ad un settore all’epoca emergente come quello dell’informatica. Tutti conoscono i computer e l’importanza delle tecnologie informatiche, ma in pochi ricordano che il primo computer è stato realizzato in Italia. Qualcuno ha deciso, però, che l’Italia dovesse disinvestire quando questo settore cominciava a diventare determinante per l’economia mondiale. Nonostante queste vicende l’talia riuscì a diventare la quinta potenza industriale del mondo. Ma sempre da sorvegliata speciale.
-In che modo inquadrare il fenomeno delle “strane morti” (da Mauro a Pasolini passando per Mattei) all’interno del complesso gioco di equilibri della guerra fredda e l’ombra della strategia della tensione?
Per rispondere al come inquadrare il fenomeno, certamente, occorre rileggere la storia della guerra fredda e della strategia della tensione perché, nonostante la caduta del muro di Berlino, l’equilibrio mondiale resta ancora precario e contingente, con un numero notevole di guerre tutt’ora aperte.
-Come le riforme dei servizi segreti hanno cambiato, se lo hanno fatto, il rapporto tra reti di condizionamento e pubblici poteri? Specie a ridosso di scandali come il Piano solo e la P2?
In questi ultimi quarant’anni il Parlamento è tornato più volte a mettere mano sia alla legislazione sia ai regolamenti e le prassi sui servizi segreti, sotto la pressione anche dei cambiamenti delle scienze umane e della tecnologia. La domanda fa riferimento alla lotta contro servizi cosiddetti deviati. Come nei casi che vengono ricordati. Il coordinamento internazionale tra i diversi servizi segreti e i singoli funzionari dei corpi delle varie agenzie è fondamentale. Ci sono ferite che sono ancora aperte proprio perché nel tempo presente uno Stato moderno non può permettersi pericolose debolezze in seno ai propri servizi segreti.
-In molti vaticinano una Commissione Moro III, secondo lei che cosa c’è ancora da chiarire sul rapimento e la morte di Aldo Moro e quali pressioni internazionali e interne insistevano su quel caso?
Il delitto Moro ha rappresentato un terribile vulnus per la nostra democrazia, che in quella fase storica era giovane e vulnerabile. Non siamo riusciti nel frattempo ad ottenere un’autentica coesione nazionale, portandoci dietro contrasti e rancori, il che rende tuttora debole il nostro posizionamento internazionale. Oggi è essenziale per il Paese che sui grandi temi il Governo possa avere una posizione condivisa da una base più ampia rispetto a quella dei partiti della coalizione di maggioranza.
Negli ultimissimi anni, gli studiosi dell’Archivio di Stato a Roma hanno fatto un grande lavoro per ricostruire il memoriale relativo a tutti i giorni della prigionia di Moro. I diversi frammenti sono stati messi in ordine cronologico. Il risultato maggiormente rilevante è quello di essere riusciti a realizzare una lettura della vita di Moro e della sua conclusione che colpisce profondamente e ci fa partecipi di quelle ore e di tanti errori compiuti da diverse parti nell’intera vicenda.
-E lei come visse quella vicenda dal suo ruolo di governo? Che idea si è fatto?
Sono stato nominato Ministro del Lavoro lo stesso giorno in cui fu rapito Moro. Lavorai in stretto contatto con Moro e Andreotti nei giorni della trattativa per la formazione di quel governo tra tutti i partiti italiani, esclusi il Movimento Sociale e Radicali. Non dimentico!
-Come sono cambiati oggi le reti di influenza della Repubblica italiana e come dal passaggio dalla prima alla seconda alla attuale sono cambiati i poteri di condizionamento?
I poteri di influenza sono cambiati radicalmente con la caduta del muro di Berlino, la progressiva scomparsa del gruppo dei partiti storici europei, la nuova geopolitica mondiale e il sorgere dei grandi “Stati – Continenti”.
-Come valuta e spiega il profondo successo e la riscoperta del mito della repubblica? Specie per quanto riguarda l’ampiamente diffamata ai tempi DC?
C’è da rileggere in maniera approfondita la storia della Repubblica, è fondamentale per capire quali siano stati gli autentici Statisti.