Classe 2000, nasce a Roma, frequenta studi economici e letterari all'Università Tor vergata. Collaboratore presso Fondazione Leonardo-La civiltà delle macchine, Il giornale off, Generazione Liberale.

Stefano Andreotti, una persona normale

Manager di successo alla Siemens, grande giocatore di calcio, tifoso sfegatato della Lazio, e acuto osservatore del panorama politico, Stefano Andreotti è una figura ricca di riserbo e acume, simpatia e garbo. Un testimone della storia repubblicana che ha potuto osservare le evoluzioni del nostro panorama politico da una angolatura privilegiata in grado di aiutarci a capire meglio la figura di suo padre e di quel mondo istituzionale "visto da vicino".

«L’Italia è un gigantesco ed ipertrofico Stato pontificio.» L’intervista a Fabrizio Rondolino

«Anziché liberarcene, con l'Unità d'Italia lo abbiamo nazionalizzato. Dalla Roma dei papi abbiamo ereditato le due principali caratteristiche del nostro Paese, i due tumori maligni che l'hanno ridotto a quello che è: la tenace convinzione che corruzione e inefficienza siano le sole modalità possibili della vita pubblica, e l'abitudine a baciare la pantofola di chiunque possa concederci un favore o un'assoluzione.»

«Per molti, Prevost mette insieme nel suo pontificato Ratzinger e Bergoglio. Per altri, questi due più Giovanni Paolo II. Però è una valutazione ancora affrettata. È troppo presto per parlare di continuità e discontinuità.» Leone XIV secondo Piero Schiavazzi

«La Chiesa di Prevost credo non cambierà direzione, bensì rallenterà per permettere a tutte le componenti della Chiesa di procedere nella stessa direzione. Però non possiamo parlare di cambiamenti, revisioni o rivoluzioni perché non ci sono né testimonianze né evidenze.»

«La politica non esiste per “darmi ragione”, ma per ascoltare le “mie ragioni”, in una cornice di dialogo comune». Giuliano Amato e l’incomunicabilità nel tempo presente

«Per poter incidere nello scenario internazionale serve semplicemente il realismo, serve saper misurare quello che si fa con i mezzi di cui si dispone. Utilizzando le alleanze con gli altri paesi e un’idea di dialogo costruttivo per affrontare le sfide comuni senza scadere anche in alcune sopravvalutazioni dei propri interessi nazionali. La lezione di Cavour è, del resto, essenzialmente questa.»

«La reliquia del corpo che sopravvive alla sua epoca, alle ragioni che lo hanno fatto icona, è ancora uno scrigno di segreti, di misteri, di significati.» La mummia di Lenin secondo Ezio Mauro

«Il mausoleo di Lenin sulla piazza Rossa oggi è un sepolcro, monumentale. Quando il presepio comunista era ancora tutto montato, intatto, sembrava lo scrigno politico del potere sovietico, e conteneva il codice perpetuo della rivoluzione trasformata in Stato e in potenza ideologica, con la missione inesausta di incendiare il mondo. Imbalsamando il fondatore, l'Ottobre è diventato perenne e ha sfidato il tempo superandolo, per imprigionare la scintilla dell'insurrezione nella fissità del granito rosso, conservandola ed estendendola.»

«Un cardinale asiatico eletto Papa, secondo alcuni osservatori, sarebbe più un problema per la Cina che non un’opportunità». L’intervista a Carlo Marroni.

Abbiamo intervistato il giornalista e vaticanista Carlo Marroni. Editorialista del Sole 24 Ore, saggista, tra i più acuti osservatori delle principali dinamiche economiche e politiche internazionali. Marroni che fu tra i primissimi a valutare nel 2013 la possibilità dell’elezione di Jorge Mario Bergoglio come successore di Benedetto XVI, in più occasioni si è rivelato come uno dei più lucidi interpreti delle dinamiche della Santa Sede oltre che un notevole esperto dell’attualità politica, economica e finanziaria.

«Il blackout spagnolo ha evidenziato la profonda vulnerabilità che può presentare un sistema quando è troppo sbilanciato in favore delle rinnovabili». Gianclaudio Torlizzi sulla sicurezza energetica

«Pensiamo alla differenza del modello spagnolo con quello italiano. Il modello italiano, infatti, sebbene abbia portato avanti un sistema meno performante dal punto di vista dei prezzi si presenta però sicuramente più tutelante, per la sicurezza energetica. Tale evento deve quindi portarci a delle riflessioni sia sul piano italiano che su quello europeo.»

«L’Europa ignora l’unico collante che le permetterebbe di sentirsi parte di una civiltà comune: il suo patrimonio culturale millenario.» Il futuro della tecnodestra con Vincenzo Sofo

Vincenzo Sofo, già eurodeputato, agitatore culturale, ed attualmente consigliere del ministro della cultura Giuli, non ha dubbi sul significato che vuole dare alla "tecnodestra" e che aldilà di entusiasmi avveniristici e demonizzazioni ha indagato ed enunciato nel suo saggio "Tecnodestra. L'Europa politica nell'era Musk" (Paesi edizioni). Un testo in cui Sofo rilegge le evoluzioni delle destre europee di fronte alle sfide della storia - dalla crisi del 2008 alla ritirata della globalizzazione fino al rapporto col trumpismo - cercando di affrontare un tema su tutti: il futuro e la possibilità di una tecnocrazia di destra per l'Europa.

«Non sono sicuro l’idea di tecnodestra soppianterà una visione di destra più tradizionale». Thibault Muzergues sul nostro momento storico

«Meloni resta vincolata dalla situazione interna del Paese: anche se oggi è forte, la sua coalizione resta fragile, e deve vigilare costantemente. Ciò la porta a un'eccessiva cautela, che le impedisce di tracciare una vera visione per la destra e per l'Europa, mentre un Emmanuel Macron, un Viktor Orbán o un Friedrich Merz hanno molto più spazio per presentare il loro progetto.»

Umberto Pizzi

Francesco Latilla e Francesco Subiaco dialogano con il Petronio della Roma Cafonal che ha fotografato l'Italia e gli italiani per cinquant'anni: lo abbiamo raggiunto nella sua casa-archivio tra le campagne di Zagarolo.

«L’alleanza angloamericana è in corso di revisione»: Luca Mainoldi e la decodificazione delle mosse di Donald Trump

«Gli USA vogliono ritagliarsi una sfera di influenza esclusiva nell'emisfero occidentale (una specie di rivalutazione della dottrina Monroe allargata alle regioni artiche). Questo anche a scapito del tradizionale alleato britannico.»

«Persino Fukushima non ha provocato morti, né sostanziali conseguenze ambientali».  Il futuro nucleare secondo Stefano Buono

«Il nucleare è una forma di energia molto sicura aldilà di vecchi stereotipi e pregiudizi. Del resto, il nucleare era estremamente sicuro anche in passato, ma oggi lo è sicuramente ancora di più dato che le nuove tecnologie eliminano completamente il rischio di incidenti come quelli già avvenuti. Un concetto di sicurezza intrinseca e passiva che è possibile applicare ad un nuovo approccio al nucleare che possa conciliarlo con sostenibilità e sviluppo.»
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