Alessandra Sardoni intervista Sabino Cassese ed il risultato è un’opera di circa duecento pagine di valore difficilmente replicabile, potremmo azzardare impossibile.
Sabino è figlio dello storico ed archivista Leopoldo, quel Leopoldo che fece da direttore all’archivio di Stato di Salerno subentrando a Paolo Emilio Bilotti (maestro venerabile della Loggia Pisacane). Sabino, fratello di Antonio laureato all’Università di Pisa, come lui giurista che, se nel 2005 Sabino viene nominato dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, giudice costituzionale, un anno prima viene nominato alla presidenza della Commissione Internazionale d’inchiesta dell’ONU sui crimini del conflitto del Darfur da Kofi Annan. Chiara dimostrazione che buon sangue non mente.
Le strutture del potere, edito da Laterza, è la viva testimonianza di Sabino Cassese tra le varie impalcature del potere in Italia: ministro e giudice costituzionale, più di cinquanta commissioni, authority o comitati con ruolo da protagonista.
Il viaggio dell’hegeliano Cassese, convinto che anche per il potere la formula valida sia quella “delle idee che muovono le cose”, parte dal 1958, borsista all’Eni sotto Enrico Mattei. Sono quelli i mesi nei quali Cassese, con Manin Carabba, si occupa di scrivere discorsi per esponenti di partito sia di maggioranza che di opposizione sul bilancio di previsione delle Partecipazioni statali.
Negli ultimi anni il nome di Cassese lo troviamo anche in quelle che furono le liste per “salire al Colle”: pensò a lui Matteo Renzi, andò a trovarlo anche l’altro Matteo – Salvini – ma tra le righe dell’intervista rilasciata alla Sardoni, non troverete gossip, potete tranquillamente cambiare libro; l’Italia è una Repubblica probabilmente fondata su pettegolezzi e soffiate ma la scalata al Quirinale rimane ancora una cosa seria e molto tecnica.
L’intervistato decostruisce il pensiero comune che nel nostro Paese il Presidente del Consiglio ha poco potere, solo un’entità può schiacciare il potere ed è sua maestà il tempo: in Italia il presidente del Consiglio, non ha tempo per esercitare a pieno il suo potere.
Non poteva chiaramente mancare una battuta sulla magistratura diventata ormai “una Repubblica all’interno della Repubblica… un corpo senza controllo”.
Ad oggi Cassese si conferma una delle migliori menti analitiche delle strutture di potere presenti in Italia e Le strutture del potere ne è semplicemente la conferma, opera destinata ai tecnici e ai veri studiosi della politica italiana. A tutti gli altri bastano i blog.