C’era una volta il demone letterario

Il legame tra politica e letteratura ha alle spalle un passato nobile fatto di preziose e vicendevoli influenze. I grandi leader e capi di stato moderni, ma ancor prima re e imperatori, si sono sempre abbeverati alla fonte letteraria traendone la legittimazione e il fondamento del proprio potere. Oggi le cose sono molto cambiate. Il diplomatico Fernando Gentilini, in "I Demoni. Storie di letteratura e geopolitica" (Baldini Castoldi, 2023), si occupa proprio di questo cambiamento epocale. Il cui esito è tutto da immaginare.

Passato futuro, futuro passato

Quello descritto da Lorenzo Benadusi ne "Il mondo che verrà" (Laterza, 2025) è un momento preciso della nostra storia in cui si pensava, in maniera sinceramente appassionata, al futuro. Immaginando un’umanità redenta e finalmente felice e pacifica. L’imbrunire assorto e carico di aspettative che salutò il secolo XIX per accogliere il XX, mentre gli imperi europei sembravano contendersi il pianeta, non lasciava presagire, un giorno, la carneficina ininterrotta del 1914-1945.

Il motore nascosto delle nuove proteste

In “Vent’Anni di Rabbia” (Mondadori, 2024) si trova una chiave fondamentale per comprendere il presente politico. La rabbia, fonte dell’agire umano, è stata a lungo sottovalutata come causa dei fenomeni politici. I moti di protesta contemporanei ruotano attorno ad essa, e perciò non la si può più ignorare. Carlo Invernizzi-Accetti propone al lettore una interpretazione agile e chiara di rivolte postmoderne quali i Gilet Gialli o il MeToo, indecifrabili se affrontate senza coglierne le specificità.

L’universo in settanta pagine

Nel 1929, H.P Lovecraft regala la propria visione del mondo ad uno scrittore suo ammiratore. "Potrebbe anche non esserci più un mondo" (Adelphi, 2025) è la prima traduzione della lettera in cui il Solitario di Providence offre la sua personale critica radicale a romanticismo, progresso e democrazia, e la proposta di un ordine per pochi, contro il caos indifferente della modernità.

Requiem per un secolo folle

Leggendo "Il passeggero del secolo" (Sellerio Editore, 2001), emerge il profilo di un grande intellettuale europeo come François Fejtő che sa comprendere il passato e vedere con lungimiranza e con piglio volterriano (conscio però che i "sogni" della Ragione spesso sono pericolosi quanto i suoi "sonni") i nodi di un futuro estremamente incerto. Un conservatore laico e loico con il senso del sacro e ricco di preoccupazioni spirituali.

Ideologie da post-orgia

Tutto è politico, eppure la politica non è mai stata così sterile come oggi. Anton Jäger nel suo saggio "Iperpolitica" (Nero Edizioni, 2024) ricostruisce quelle che a suo avviso sono le motivazioni: la sfera sociale è stata svuotata delle sue strutture; solo l'individuo ha impatto, ma nella sua atomizzazione gli effetti evaporano al mutare dell'attenzione collettiva. Essa è ormai modellata dalle nuove forme di aggregazione - social media e chat - che rendono immediata la comunicazione, ma difficile costruire comunità durature dalle quali non sia così facile uscire.

Il conflitto è pop

Sotto la superficie del nostro consumo mediatico giornaliero si annidano aspetti geopolitici sconosciuti. Per capirne i meccanismi occorre equipaggiarsi e affrontare la guerra semiotica che va in scena tutti i giorni. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i territori della fiction (nella sua accezione più ampia) non riguardano soltanto il mero intrattenimento di milioni di persone, ma preannunciano costruzioni sociali, frontiere, conflitti: in definitiva, la realtà che ogni giorno abbiamo davanti.

L’intellettuale definitivo

Antonio Gramsci è tra i pensatori italiani più influenti e studiati a livello globale. La biografia monumentale di Angelo d'Orsi - "Gramsci. La biografia" - edita da Feltrinelli nel 2024, esplora non solo il suo pensiero e il suo impatto politico, ma anche le vicende personali e drammatiche che ne hanno plasmato la personalità. D'Orsi evidenzia come siano state in primis la malattia e le difficoltà familiari a influenzare profondamente la sua visione del mondo.

Un duello sulla società aperta

Libertà contro libertà (il Mulino, 2024) presenta un dibattito tra due autori liberali (ma con prospettive politiche diverse), Emanuele Felice e Alberto Mingardi, che esplorano il concetto di libertà e le sfide del liberalismo nel passato, presente e futuro. Felice propone un liberalismo sociale che bilanci libertà e uguaglianza, enfatizzando l'importanza dei diritti sociali e dell'intervento statale. Mingardi, invece, difende un'economia di mercato più tradizionale, sottolineando il ruolo della libertà economica e la necessità di limitare il potere dello Stato.

Viviamo già nel mondo di Vladimir Putin

Che piaccia o meno, la visione dell'ultimo Zar di Russia, partorita negli anni Novanta ed eseguita con un meticoloso lavoro durante tutti i Duemila fino ad oggi, è diventata realtà. Il mondo secondo Putin (Castelvecchi, 2024), l'ultimo saggio di Emanuel Pietrobon, ricostruisce storia, ambizioni e motivazioni di uno degli uomini politici più influenti del suo tempo.

Il nostro mondo nasce dal mare

L'ultimo libro di Alessandro Vanoli - L'invenzione dell'Occidente (Laterza, 2024) - è un invito a ripercorrere la storia di questa parte di mondo, uno spazio più che un luogo. Fra trattati e conquiste, è utile capire come siamo arrivati a elaborare questo concetto, proprio in un momento in cui esso è sempre più sotto attacco.

Il libro di una spia non è mai solo un libro

Marco Mancini ha come unico scopo l’esercizio di una pressione, alla quale corrisponde, secondo i suoi calcoli, una reazione non necessariamente uguale, ma con buona probabilità di senso contrario. Questa è solo una, fra le molte, delle regole del gioco.
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