OGGETTO: Colpo grosso nel Mar Rosso
Dal Dispaccio #15 del 22.12.2023
La risposta americana agli attacchi dei ribelli Houthi è stata sinora molto debole. La tanto decantata coalizione internazionale non ha ottenuto i risultati sperati per un motivo principale: molti fra gli alleati arabi temono di essere visti come filo-israeliani.
VIVI NASCOSTO. ENTRA NEL NUCLEO OPERATIVO
Per leggere via mail il Dispaccio in formato PDF
Per ricevere a casa i libri in formato cartaceo della collana editoriale Dissipatio
Per partecipare di persona (o in streaming) agli incontri 'i martedì di Dissipatio'

Gli Houthi, sostenuti direttamente dall’Iran, hanno minacciato martedì 19 dicembre 2023 di “affondare” le navi da guerra statunitensi, poche ore dopo che Washington ha lanciato una forza multinazionale per proteggere le imbarcazioni in transito nel Mar Rosso. “Abbiamo la capacità di affondare la vostra flotta, i vostri sottomarini, le vostre navi da guerra”, ha detto un alto funzionario Houthi, secondo l’agenzia di stampa Tasnim, “Il Mar Rosso sarà il vostro cimitero”.

Questo articolo è stato inserito nell’ultimo Dispaccio, una lettera confidenziale di 8 pagine in pdf riservata ai membri del nucleo operativo di Dissipatio con contenuti e informazioni esclusive e inedite. Sempre da stampare, maneggiare, e conservare con cura.

Per ricevere il Dispaccio entra nel nucleo operativo

I più letti

Per approfondire

La guerra di Mr. Bannon

Dopo un periodo di relativa quiete, la crisi pandemica ha rilanciato la figura dell'ex capo stratega della Casa Bianca Steve Bannon che si è reso protagonista di alcune iniziative (il lancio del “marchio” New Federal State of China su tutte) che meritano particolare attenzione.

Il Vecchio Mondo visto da Washington

Il punto sulla relazione fra Stati Uniti ed Europa.

Nessun rimorso

In Afghanistan non si poteva vincere: è l’ennesimo fallimento della diplomazia liberal. Ora andiamocene senza guardarci indietro

Mario Draghi, la “finestra americana” e i Cinque Occidenti

Matteo Renzi ha sfruttato l'elezione di Joe Biden per spingere Matteo Salvini - che aveva urgenza di riaccredditarsi al livello internazionale - nel convincere l'ex capo della Bce, con l'intermediazione di Giancarlo Giorgetti, ad accettare l'incarico da premier (con queste forze parlamentari in fase di implosione).

La tattica del cane pazzo non pagherà

Tra il fumo dei carri armati e l’eco di antichi rancori, si muovono le pedine di un conflitto senza fine. Il potere si frantuma, la legittimità sfuma; la violenza, ora regolata ora disordinata, disegna confini sfocati. Nelle stanze del potere israeliane, si calcolano mosse e si ignorano cause, mentre il tempo stesso sembra ripiegarsi su guerre già viste, risoluzioni mai arrivate.

Gruppo MAGOG