Studioso di filosofia e Geopolitica. Ha frequentato la scuola di Geopolitica di "Limes". Cura la newsletter "Kairos". Collabora al blog di affari internazionali "Entente Cordiale". È autore del saggio filosofico "La solitudine dell'uomo moderno. All'origine del dualismo individuo-comunità". Ha scritto per MasiraX e Domino.

Erdoğan ha le carte

La geopolitica non è mai statica, e la recente evoluzione dei rapporti tra potenze globali lo dimostra con forza. L'inasprirsi della competizione tra Stati Uniti, Russia, Cina e Iran, unito al disimpegno parziale delle superpotenze, sta rimescolando le carte a livello internazionale. La Turchia, astuta e pragmatica, sta sfruttando queste dinamiche per consolidare il suo ruolo, sia in Medio Oriente che in Ucraina.

La grande illusione del progresso

Una sottile illusione pervade la modernità: la persuasione che la storia proceda inesorabilmente verso forme sempre più alte di civiltà, come se il progresso fosse ormai destino e non conquista. Proprio questa sicurezza, però, anestetizza la vigilanza e ci lascia esposti, ancora una volta, al ritorno degli orrori della storia.

Il Ponte che riavvicina l’Italia

È necessario smetterla di trattare la questione del ponte sullo Stretto di Messina come una mera questione contabile. Il Ponte va fatto per restituire la Sicilia all’Italia, e l’Italia alla Sicilia. Sarà la chiave per sciogliere l’isolamento siciliano, rilanciando il Meridione, proiettando l’Italia tutta al centro del Mediterraneo.

Israele è sempre più un ostacolo

Nel cuore di un Medio Oriente in trasformazione, le crescenti divergenze tra Stati Uniti e Israele minacciano di bloccare la regione, mettendo a rischio sia la stabilità locale che la costruzione di un nuovo ordine globale.

Roma è il mondo

Nel cuore di un mondo frammentato, Roma conserva una centralità diplomatica che nasce dall’intreccio tra Stato italiano e Chiesa cattolica: due poteri contigui ma divergenti, la cui storica tensione potrebbe oggi trasformarsi in opportunità di convergenza geopolitica e culturale, restituendo alla città eterna un ruolo di snodo tra identità europee e sfide globali.

Europa allo sbando

L’annunciato disimpegno degli Stati Uniti dall'Europa, accentuato dalla politica "America First" dell'amministrazione Trump, sta mettendo in discussione l'ordine transatlantico consolidato dal secondo dopoguerra. Questo cambiamento costringe l'Unione Europea a confrontarsi con la propria mancanza di autonomia strategica e potrebbe esacerbare tensioni interne, minacciando la coesione del progetto comunitario.

Una strategia per l’Italia

Presidenzialismo o premierato, riforma del sistema elettorale in senso maggioritario, ridefinizione del bilanciamento dei poteri tra governo, parlamento e magistratura: queste alcune proposte che più volte negli ultimi trent’anni sono state avanzate e poi puntualmente ostracizzate sventolando lo spettro del ritorno al fascismo. Dovremmo superare queste divisioni anacronistiche, comprendendo che, mentre il resto del mondo attua politiche di lungo respiro, noi rimaniamo intrappolati nella programmazione a breve termine. Proprio per questo è quanto mai fondamentale elaborare una visione che trascenda il presente.

La punta dell’iceberg

La Groenlandia, al centro delle mire statunitensi, diventa il perno di una strategia volta a proteggere il continente nordamericano e contrastare le ambizioni di Russia e Cina. Questo progetto, foriero di tensioni tra alleati, rivela il progressivo sgretolarsi delle illusioni sul diritto internazionale, che cede il passo alle crude dinamiche di potere delle grandi potenze.

Il tempo della nemesi americana

Pechino, sospesa tra l’antica arte dell’equilibrismo e le ambizioni di un futuro da protagonista globale, si confronta con le sfide di un mondo sempre più polarizzato. Mentre le crisi internazionali scuotono vecchi assetti, essa cerca nel Medio Oriente una nuova frontiera strategica, che le permetta, giocoforza, di superare la sua "hedging strategy". Un percorso incerto, dove la linea sottile tra cooperazione e conflitto potrebbe riscrivere l’ordine globale.

Tutte le strade portano a Damasco

La Siria ritorna teatro di scontro tra potenze. Ma l'offensiva delle forze anti-Assad è solo la punta dell'iceberg. A Damasco si intrecciano, oggi più che in passato, gli interessi delle principali potenze regionali e globali. Un rimescolamento delle carte che rischia di far piombare la Siria nuovamente nel caos.

L’eterna disputa tra Oriente e Occidente

Oriente e Occidente. Espressioni quasi metafisiche. Luoghi più del pensiero che della geografia. Rappresentazioni di differenze incommensurabili. Per rintracciare ciò che fonda tale alterità è necessario intraprendere un viaggio concettuale, più che temporale e spaziale. È infatti nella Ragione che tutto ha inizio. Non nel contenuto della Ragione, ma nella Ragione come contenuto.

Ripensare il Piano Mattei

Al Piano Mattei va riconosciuto il merito di aver riportato l’Africa e il Mediterraneo al centro dell’agenda politica italiana. Riconoscimento necessario ma non sufficiente per valutarlo positivamente nel suo complesso. Dal documento pubblicato dal governo emergono troppe ombre e poche luci. Dall’assenza di una chiara definizione dei propri e altrui interessi, al perpetuarsi del tabù securitario, finendo con le innumerevoli aree di intervento. Un progetto di ingenue e incomplete ambizioni.
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