Una strategia per l’Italia

Presidenzialismo o premierato, riforma del sistema elettorale in senso maggioritario, ridefinizione del bilanciamento dei poteri tra governo, parlamento e magistratura: queste alcune proposte che più volte negli ultimi trent’anni sono state avanzate e poi puntualmente ostracizzate sventolando lo spettro del ritorno al fascismo. Dovremmo superare queste divisioni anacronistiche, comprendendo che, mentre il resto del mondo attua politiche di lungo respiro, noi rimaniamo intrappolati nella programmazione a breve termine. Proprio per questo è quanto mai fondamentale elaborare una visione che trascenda il presente.

Fare gli italiani per rifare l’Italia

A 163 anni dall'unità d'Italia, il Paese ancora lotta con la coesione nazionale. Se da una parte condividiamo lingua e cultura, dall'altra il debole senso di unità continua a minare la nostra capacità di definire una strategia nazionale. La nostra difficoltà nel rispondere a tre domande fondamentali – chi siamo, di cosa abbiamo bisogno e quali sono i nostri limiti – riflette una mancanza di autocoscienza. Senza una chiara comprensione della nostra identità storica e culturale, rischiamo di rimanere ostaggi delle percezioni e stereotipi d'oltre confine. Per costruire una strategia nazionale efficace, dobbiamo prima affrontare questi problemi di identità e coesione.

Crisi demografica è crisi storica

In Italia, come nel resto del primo mondo, si tende ad associare la crisi demografica a fattori economici. Ma per trovare le cause profonde bisogna scavare di più, fino a toccare le trasformazioni di un popolo che ha smesso di guardare al futuro, e che non vuole più aggirare la caducità della propria esistenza perché disinteressato ad entrare in continuità con la storia.

La Cina guglielmina

Negli ultimi tempi si è iniziato a parlare dell’inizio di una seconda Guerra Fredda. Ma il periodo che stiamo vivendo ricorda ben altro. Siamo alla fine della seconda Belle Époque, dove un grande impero che domina la scena da decenni è visto in declino dai suoi rivali (e anche da parte dei suoi alleati) e dove una nuova potenza industriale si affaccia all’orizzonte, bramosa di rivalsa e di sovvertire l’ordine costituito.

Alla ricerca dell’interesse nazionale

Da sempre gli apparati di difesa e sicurezza sono portatori di una propria visione di mondo che offrono poi ai decisori politici. Definiscono qual è l’interesse della nazione e, da questo, le migliori strategie per perseguirlo. La relazione annuale dei servizi di informazione italiani deve essere letta, quindi, con l’intento di estrapolare tali informazioni, così da poter carpire il punto di vista dello Stato. Un compito che può risultare più arduo di quanto sia lecito aspettarsi.

Senza dolore non si cambia

Se ogni cosa richiama il suo contrario e si sviluppa in relazione ad essa, allora il tentativo di estirpare il dolore dalla moderna società è un tentativo destinato a fallire. Instillata sin dalla più giovane età, l'algofobia di cui parla Byung-chul Han ne "La società senza dolore" altro non è che il principio guida per aggirare ogni possibile situazione traumatica. Ma è anche il modo in cui il potere cerca di mantenere il sistema uguale a sé stesso, impedendo ogni conflitto funzionale al cambiamento.

Sulla crisi della Pax Americana

Dall'Ucraina a Israele, dal Mar Rosso al Mar Cinese Meridionale, molti sono i rivali degli Stati Uniti che hanno deciso di sfidare l'ordine imposto. Nell'osservare questo fenomeno, ci sono due prospettive differenti, sia in termini temporali che di attori coinvolti. La prima si proietta verso il futuro prossimo, concentrandosi sugli attuali rivali. La seconda, invece, si focalizza sul futuro remoto, esplorando gli effetti a lungo termine di ciò che sta accadendo oggi. Le due prospettive si completano reciprocamente e, per questo motivo, un'analisi seria deve tener conto di entrambe.

Alle porte del futuro, con gli occhi bendati

Frammentati, vittima di pensieri estemporanei, e in piena crisi d'identità: il liberalismo contemporaneo, nostra ideologia dominante, si ritrova senza alter ego, e pertanto non gli rimane che criticar sé stesso. Ma al ripudio del passato andrebbe preferito un suo studio sistemico, nel tentativo di ricostruire una nostra storia comune e dunque un'idea di futuro.

Il Myanmar preoccupa molto la Cina

Lo scorso 9 novembre il presidente della giunta militare in Myanmar ha avvertito che il Paese rischia di disgregarsi se il governo non riuscirà a sedare le rivolte. Il vero ago della bilancia è Pechino, che potrebbe decidere d'intervenire militarmente per difendere i suoi interessi (e dunque i golpisti), ributtando oltreoceano qualsiasi lusinga americana sull'area.

La rivincita della filosofia

La geopolitica è ormai sulla bocca di tutti. Usata a sproposito o a ragion veduta, adulata od ostacolata, è indubbio che abbia fatto breccia nell'opinione pubblica, nel mondo intellettuale e persino in quello accademico. Alcuni attribuiscono tale successo alla sovraesposizione mediatica, altri al contesto di crisi che richiede risposte, altri ancora alla semplificazione della complessità che rende le spiegazioni fruibili ad un pubblico più ampio. La seconda ha un fondo di verità ma è insufficiente, le altre due fanno acqua da tutte le parti.

L’identità non è una merce

L'idea di un'identità fluida e subordinata all'ideologia sarà sempre affascinante, almeno fino a quando la realtà non ci farà tornare coi piedi per terra.