Lunedì 30 settembre Vilija Blinkevičiute, leader del Partito Socialdemocratico Lituano, ha incontrato il Presidente Gitanas Nausėda. Durante il colloquio di oltre novanta minuti, stando alla dichiarazione di Blinkevičiute, non sarebbero stati discussi né la formazione del prossimo governo né la futura divisione dei ministeri. È facile immaginare il diffondersi per le strade di Vilnius di un’eco andreottiana “una smentita è una notizia data due volte…”. Il 13 ottobre in Lituania si vota per il Seimas, il parlamento monocamerale, e i socialdemocratici sono sicuri di vincere.
La percezione delle intenzioni di voto quest’anno è pesantemente influenzata dai risultati delle elezioni europee tenutesi da poco. I tre partiti della coalizione di governo ne sono usciti ridimensionati, in modo particolare il Partito Conservatore (Tėvynes Sajunga) di Gabrielius Landsbergis che dal 25,8% del 2020 è passato al 14,3%. Il partito di Blinkevičiute invece cresce, e cresce molto, passando dal 9,6% al 27,1%.
Sulle ragioni della perdita di fiducia nei confronti dei partiti di maggioranza i media lituani discutono molto, ma gli elettori non sono sorpresi. In Lituania nessun partito ha governato per più di una legislatura, nemmeno le maggioranze più forti sopravvivono a quattro anni di governo. Nel 1996 il partito conservatore aveva da solo 70 seggi su 141 al Seimas: alle elezioni del 2000 prese il 9%.
La Lituania è una democrazia giovane, vive di entusiasmi; e i partiti, altrettanto giovani, non sono ancora riusciti a costruire una base elettorale, anche minima, che possa garantire loro la stabilità dei partiti dell’Europa occidentale.
Situazione opposta per i politici. La legge elettorale lituana divide il Paese in 71 collegi uninominali ed un collegio plurinominale nazionale che riparte 70 seggi su base proporzionale. La Lituania è uno Stato di piccole dimensioni, dividerlo in 71 collegi significa creare un sistema in cui gli elettori molto probabilmente conoscono di persona il candidato che stanno votando, specialmente nelle zone rurali. Si vota più il candidato che il partito che rappresenta e infatti è frequente che lo stesso parlamentare sia eletto in più legislature, ma ogni volta con un partito diverso. La soglia di sbarramento per accedere alla ripartizione proporzionale nel collegio plurinominale è del 5%, ma i piccoli partiti radicati in specifiche zone del paese possono esprimere anche due o tre parlamentari senza raggiungerla.
In preparazione alle elezioni il partito conservatore ha ottenuto una vittoria in Europa: la nomina del Commissario con delega alla difesa. Andrius Kubilius, due volte Primo Ministro, è un esponente di spicco del partito di Landsbergis. Internazionalmente, quindi, il profilo della Lituania sarà caratterizzato dalla continuità con i quattro anni dell’ultima legislatura. È una vittoria importante perché la dimensione europea del Paese è stata una delle, se non la grande, priorità dell’esecutivo Šimonyte. Gabrielius Landsbergis, Ministro degli Esteri, è stato criticato dall’opposizione per l’eccessiva assertività nella gestione degli affari internazionali, ma effettivamente ha ottenuto per la Lituania la centralità in Europa che ha sempre cercato ma non aveva mai avuto. La nomina di Kubilius è il risultato di quattro anni di brillante politica estera del partito conservatore.

Il partito socialdemocratico sostanzialmente condivide le posizioni dei conservatori riguardo alla politica estera, le differenze tra partiti in Lituania riguardano quasi esclusivamente la politica interna. A cambiare sarà la priorità a questa accordata: il partito di Blinkevičiute ha impostato la campagna elettorale proprio sull’accusa mossa al governo di aver sacrificato la dimensione nazionale dello Stato a quella europea e globale.
Quello di alleggerire il “fascicolo internazionale” si prospetta comunque un obiettivo di difficile conseguimento. La situazione Ucraina rimarrà ovviamente una priorità: non si può fuggire dalla propria collocazione geografica. Il Presidente Nausėda ha annunciato proprio mercoledì scorso (25 settembre) lo stanziamento di ulteriori 10 milioni nello sviluppo di armamenti ucraini a lungo raggio.
Il nuovo Seimas, appena insediato, dovrà affrontare – come ha ricordato la speaker Čmilytė-Nielsen – la ratifica dell’accordo di cooperazione in materia di difesa stipulato con la Germania. Accordo concernente anche lo status delle truppe tedesche stanziate in Lituania. Per rendersi conto dell’importanza di tale ratifica è sufficiente una passeggiata per il centro di Vilnius; due cose colpiscono l’osservatore: la bellezza della città e la quantità di militari tedeschi che si incontrano.
Altra questione che sarà centrale per il nuovo Parlamento, e che è stata un fattore determinante in quest’ultima campagna elettorale, è quello dell’immigrazione. Negli ultimi anni (e particolarmente negli ultimi mesi) gli ingressi nel Paese sono aumentati esponenzialmente. Il mercato del lavoro lituano ha assorbito bene, tra i migliori in Europa, il flusso di rifugiati dall’Ucraina. Il 62% degli ucraini entrati in Lituania a seguito dell’invasione russa ha un’occupazione e, secondo i dati forniti dal ministero del lavoro, nei primi sette mesi del 2024 il gettito fiscale proveniente dai rifugiati ucraini ha contribuito al bilancio statale per un totale di 65,2 milioni di euro.
Più problematica è invece la gestione dei migranti provenienti dal confine bielorusso. Lukašėnka è accusato dalla Corte Penale Internazionale di forzare cittadini bielorussi a valicare la frontiera con Lituania e Polonia come forma di ritorsione contro gli oppositori politici, ma anche come strumento di pressione nei confronti dell’Unione Europea. Sviatlana Tsikhanouskaya (leader dell’opposizione bielorussa in esilio proprio in Lituania) stima che circa 300.000 cittadini bielorussi abbiano lasciato il Paese negli ultimi quattro anni.
C’è poi l’incognita rappresentata da Remigijus Zemaitaitis, leader del partito populista “Nemunas Aušra”. Espulso nel 2023 dal partito “Freedom and Justice” a seguito di alcuni commenti antisemiti pubblicati sui social, Zemaitaitis ha radunato le frange più estremiste dei principali partiti della destra sovranista lituana in questo nuova formazione la cui posizione nei confronti della Russia non è chiara. Il Primo Ministro Šimonyte a riguardo ha dichiarato “A politician that violates the constitution by making antisemitic statements is standing for election to the nation’s representative body. He finds supporters. It is upon all of us today to realize the consequences the dissemination of such ideas can have for Lithuania and its society”.
Nell’attuale situazione geopolitica, la stabilità del Baltico è la stabilità dell’Unione Europea. Questa legislatura, e il suo esecutivo, dovranno affrontare sfide importanti e prendere coscienza della responsabilità di cui saranno investiti per la costruzione di una democrazia più evoluta per la Lituania degli anni a venire.