Il mondo è finito a Baghdad

Vent’anni dopo, è fondamentale una retrospettiva sul conflitto che ha distrutto l’Iraq. E le illusioni di un mondo unipolare.

Eccessi di democrazia

Il fanatismo dei soldati è uno dei focus principali di Regole d'Ingaggio, scritto dal reporter William Langewiesche, dove l'operato americano in Medio Oriente viene dissezionato mostrandone tutto l'orrore.

La diplomazia di Dio 

“Diversamente da quanto successo in altri paesi, i nunzi di Siria e Iraq in questi anni non hanno mai lasciato la loro postazione”, ci racconta in esclusiva Victor Gaetan.

Il Vaticano è una potenza di cielo

Papa Francesco, col suo viaggio in Iraq si è spinto laddove nessun altro poteva farlo. È la legittimità dell’autorità spirituale che consente a qualsiasi Vicario di Cristo di poter camminare liberamente sui fili elettrici della storia e del tempo, senza dover dare giustificazioni in questa terra ma solo a Dio.

Il viaggio di Papa Francesco in Iraq

Il Viaggio Apostolico che il Pontefice compirà in Medio Oriente, nel solco del “gesuitismo”, segna il rifiuto dell’uso della religione, anche sotto impulsi esterni, come strumento di scontro tra potenze regionali e non solo. E' la geopolitica di “Fratelli tutti”.

Chi è il nuovo califfo dell’Isis

La morte di Baghdadi ha lasciato spazio a congetture e speculazioni sul futuro dell’organizzazione e della sua leadership. Cerchiamo di capire assieme quale sarà il prossimo futuro dello Stato islamico.

Iran Air 655

3 luglio 1988. Quella volta in cui furono gli Stati Uniti, con un incrociatore, ad abbattere per sbaglio un aereo iraniano (scambiato per un F-14) con 290 persone a bordo, tutte morte. Nessuno chiese mai scusa.

Tutto era già scritto

Qassem Suleimani non era né un terrorista né un patriota, bensì un figlio dell’Imam Hussein. L’inner circle del cow boy Donald Trump, e con lui i sovranisti coloniali, non hanno capito che nel mondo sciita la storia è scritta dai morti, che da quelle parti vengono chiamati martiri.

Le radici ideologiche del Ba’ath siriano

Oltre alla consapevolezza di essere stati vittime di una volgare aggressione imperialistica (basti pensare all'attuale saccheggio nordamericano del petrolio siriano), c'è un ulteriore motivo che ha unito il popolo del Paese levantino nello sforzo di resistenza: l'idea, mai del tutto sopita, della resurrezione araba.