Appassionato di storia, macroeconomia, e affari internazionali. Master in Relazioni Internazionali all'Università Carlo di Praga e un Bachelor in Scienze della Comunicazione all'Università della Svizzera Italiana a Lugano.

Tutto il bene che ha fatto l’Occidente

Federico Rampini, nel suo libro Grazie, Occidente! (Mondadori, 2024), presenta una difesa audace del ruolo dell’Occidente nella storia recente. Con uno stile incisivo, sfida le semplificazioni e le critiche comuni, evidenziando come il progresso economico, scientifico e sociale globale sia strettamente connesso all’influenza occidentale.

Un duello sulla società aperta

Libertà contro libertà (il Mulino, 2024) presenta un dibattito tra due autori liberali (ma con prospettive politiche diverse), Emanuele Felice e Alberto Mingardi, che esplorano il concetto di libertà e le sfide del liberalismo nel passato, presente e futuro. Felice propone un liberalismo sociale che bilanci libertà e uguaglianza, enfatizzando l'importanza dei diritti sociali e dell'intervento statale. Mingardi, invece, difende un'economia di mercato più tradizionale, sottolineando il ruolo della libertà economica e la necessità di limitare il potere dello Stato.

Berlusconi supera Salvini dall’aldilà

La Lega (fu Nord) di Salvini è uno dei grandi sconfitti di questa tornata elettorale europea. L’asticella non era alta in partenza, ma pochi si aspettavano che il leader del Carroccio venisse battuto dal partito di Berlusconi, scomparso proprio un anno fa. Salvini paga alle urne lo scotto di promesse non mantenute e molte incoerenze. Tuttavia, a livello nazionale, il centrodestra può dirsi in salute. Esulta il segretario Tajani, che ancora spera in un incarico europeo di primo piano.

Robert Fico sta meglio, ma la Slovacchia no

Il premier slovacco Robert Fico, ferito gravemente in un attentato il 15 maggio, sta migliorando ma rimane in condizioni critiche. Emulazioni di questo genere su scala europea non sembrano probabili al momento, anche se non vanno escluse del tutto. Mentre la coalizione di governo procede con una legge per abolire la tv di Stato, è già chiaro che l'incidente ha ulteriormente polarizzato la già divisa società slovacca, con accuse reciproche – tra governo e opposizione – su chi sia responsabile dell'incitamento all'odio.

Il dopo Raisi è un enigma

La misteriosa morte del Primo Ministro iraniano - Ebrahim Raisi - è ammantata d'incertezza. Già si spendono i nomi per il suo successore: Hassan Rouhani, Saeed Jalili, Ahmad Vahidi e Mohammad Bagher Ghalibaf. Ma più che il nome, è fondamentale capire come Teheran deciderà di sfruttare l'incidente per perseguire i propri interessi.