OGGETTO: L'uomo e il silicio
DATA: 12 Maggio 2025
SEZIONE: Ritratti
FORMATO: Racconti
AREA: Italia
Dall’invenzione del primo microprocessore al pensiero sulla coscienza, Federico Faggin incarna lo slancio geniale dell’innovazione italiana nel mondo. Fisico, pioniere del silicio e filosofo dell’informazione, ha trasformato l’elettronica e ridefinito il rapporto tra mente e macchina. Una vita tra Vicenza, la Silicon Valley e le profondità dell’essere, sempre con lo sguardo rivolto a ciò che viene dopo.
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Federico Faggin, nato a Vicenza il 1° dicembre 1941, è una delle figure più rilevanti nel panorama della tecnologia contemporanea. Fisico di formazione e inventore di straordinaria versatilità, è riconosciuto come il principale artefice del primo microprocessore commerciale, l’Intel 4004, una pietra miliare dell’informatica moderna. Laurea in Fisica con lode presso l’Università di Padova nel 1965 intraprende immediatamente un percorso professionale che lo conduce ben presto nel cuore pulsante dell’innovazione elettronica, dedicandosi in seno alla SGS-Fairchild nello sviluppo della tecnologia a semiconduttori, specializzandosi nell’ambito emergente dei dispositivi MOS (Metal-Oxide-Semiconductor), componenti elettronici basati su una particolare struttura a strati che utilizza le proprietà dei semiconduttori, in particolare del silicio, in modo da controllare il flusso di corrente elettrica (sono alla base della maggior parte dei circuiti integrati moderni, compresi i microprocessori, memorie, e sensori). Nel 1968 Faggin vola negli Stati Uniti ed entra a far parte della Fairchild Semiconductor, Silicon Valley. È proprio in questo contesto che realizza una delle innovazioni tecniche più significative dell’epoca: la ‘silicon gate technology’ (SGT), tecnica di fabbricazione che introduce l’uso del polisilicio come materiale di gate al posto del metallo, migliorando drasticamente le prestazioni dei circuiti integrati MOS in termini di velocità, affidabilità e densità. La SGT si rivelerà uno strumento abilitante essenziale per la realizzazione dei microprocessori di nuova generazione.

Nel 1970 viene assunto da Intel Corporation, allora una giovane azienda emergente nel campo dei semiconduttori, che gli affida la responsabilità del progetto MCS-4, sviluppato per conto della giapponese Busicom, produttrice di calcolatrici. Ecco il colpo di genio, Faggin progetta e realizza con mano sapiente e utilizzando una metodologia radicalmente innovativa: invece di suddividere le funzioni logiche tra più circuiti, propone di concentrare tutta l’elaborazione dati in un singolo chip, di fatto creando il primo vero microprocessore. In meno di un anno, grazie alla sua esperienza con la SGT e a una visione progettuale pionieristica, realizza l’Intel 4004, lanciato nel novembre del 1971. Questo chip, dotato di una struttura a 4 bit e capace di eseguire operazioni logiche e aritmetiche programmabili, segna l’inizio di una nuova era: la computazione su chip singolo, elemento fondativo dell’informatica personale e distribuita.

Successivamente le imprese innovative del fisico non mancano; guida lo sviluppo di altri processori fondamentali come l’Intel 8008 e l’Intel 8080, contribuendo a definire gli standard dell’industria emergente dei microcomputer. L’Intel 8008 fu uno dei primi microprocessori della storia, ha rappresentato un passaggio fondamentale nell’evoluzione della microinformatica. Fu annunciato nel 1972, un anno dopo il celebre Intel 4004, ed è considerato il primo microprocessore a 8 bit disponibile in commercio.

Spinto da un desiderio di maggiore autonomia imprenditoriale il nostro lascia Intel nel 1974 e fonda Zilog, azienda con cui concepisce lo Z80, microprocessore destinato a diventare uno standard de facto nell’elettronica degli anni Settanta e Ottanta. Utilizzato in un’ampia varietà di applicazioni – dai computer ai videogiochi, dai controller industriali alle stampanti – lo Z80 si distingue per la compatibilità con l’8080, un set di istruzioni ampliato e una maggiore efficienza operativa. La sua popolarità sarà tale da influenzare l’evoluzione di interi ecosistemi informatici e sistemi embedded, tra cui quelli del TRS-80, del Sinclair ZX Spectrum e del Game Boy.

Negli anni Novanta, Faggin estende il proprio raggio d’azione fondando nel 1986 Synaptics, azienda pioniera nello sviluppo di interfacce uomo-macchina ispirate al funzionamento del cervello umano e basate su reti neurali artificiali. Synaptics sarà tra le prime aziende a introdurre il touchpad nei computer portatili, aprendo la strada a un nuovo paradigma di interazione digitale. Nel 1998 co-fonda l’azienda Foveon, specializzata in sensori di immagine a strati per fotocamere digitali, capaci di catturare separatamente i tre colori primari su livelli distinti di silicio, migliorando notevolmente la qualità delle immagini.

A partire dagli anni Duemila ecco che il suo interesse si orienta verso nuove frontiere del pensiero, abbracciando i fondamenti epistemologici e ontologici della coscienza, tema a cui dedica una riflessione filosofica rigorosa e sistematica. Attraverso la Federico and Elvia Faggin Foundation, sostiene progetti scientifici volti a esplorare la natura profonda dell’esperienza cosciente, con un approccio che unisce neuroscienze, fisica teorica e filosofia della mente. L’obiettivo è quello di promuovere la ricerca interdisciplinare sulla coscienza, coinvolgendo fisici teorici, neuroscienziati, informatici e filosofi. La sua indagine mira a superare il riduzionismo materialista, esplorando nuove ipotesi sulla natura dell’informazione, della consapevolezza e dell’identità personale.

Il contributo di Faggin è stato riconosciuto a livello internazionale con prestigiosi riconoscimenti, tra cui la National Medal of Technology and Innovation conferita dal Presidente Barack Obama nel 2010, e il titolo di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana nel 2021. Nel 2022 ha pubblicato l’autobiografia “Silicio”, in cui ripercorre non solo le tappe della sua straordinaria carriera tecnologica, ma anche l’evoluzione del suo pensiero verso una visione più integrata e umanistica della scienza. Tutt’oggi residente in California, è una voce autorevole nel dibattito tra scienza e filosofia, sostenendo una visione della conoscenza che integri rigore empirico e consapevolezza interiore. Il suo peculiare iter biografico testimonia la possibilità di unire spirito scientifico e intuizione creativa, una figura di scienziato umanista capace di guardare al futuro della tecnologia con responsabilità etica.

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