L’Africa è il futuro del califfato

La caduta delle capitali simbolo dello Stato Islamico ha ingannato gli osservatori occidentali, suggerendo una fine che non c’è. Daesh ha abbandonato la forma visibile per sviluppare reti sotterranee e policentriche, diventando un soggetto nomade del terrore. Dalla Siria all’Africa, la Jihad si trasforma in una governance parallela, strutturando insurrezioni amministrative e logistiche.

Terrorista, pentito, nipote

Alberto Franceschini è morto, ma non la discussione attorno alla sua figura. Cofondatore delle Brigate Rosse, dissociato, carcerato, poi pentito a metà, mai davvero riabilitato. Un uomo cresciuto tra le ceneri della Resistenza e precipitato nell’incubo della lotta armata.

Tutte le strade devono portare a Kiev

L’attentato alla Sala Concerti Crocus di venerdì scorso è quasi certamente opera del terrorismo islamico, ma Mosca non vuole escludere l’ipotesi di un coinvolgimento ucraino. Analogamente, è difficile immaginare che l’elicottero distrutto da un drone kamikaze in Transnistria domenica 17 sia stato “lanciato dall'Ucraina per causare panico durante le elezioni presidenziali russe” come sostiene invece Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Affari Esteri russo. Ma per il Cremlino tutto deve ricondurre a Kiev.

L’ora del raccoglimento

L'attentato alla Sala Concerti Crocus presenta a Putin l’occasione per demolire una volta per tutte il dissenso che serpeggia nel Paese in relazione al conflitto in Ucraina, per alimentare invece il senso di rivalsa, rinvigorito dalle fiamme che ancora divampano a Mosca. Immagini che risvegliano paure e ansie collettive, con l’Occidente che fiuta il pericolo di un cambio di passo repentino dello Zar.

L’orso ferito

L’attentato alla sala concerti Crocus è il preludio alla pace. Dietro i circa centocinquanta morti ci sono le tensioni fra tajiki e afghani, oltre a una rete d’intelligence americana stanziata al confine ucraino. Ma i preparativi per gli accordi sono in divenire e un ruolo fondamentale lo giocherà Papa Francesco.

Il ritorno delle primule rosse

Ripubblichiamo una riflessione del maggio 2021 su estradizione, anni di piombo e politica estera italiana, temi tornati al centro del dibattito dopo la scomparsa di Toni Negri, latitante per quarant'anni in Francia.

«C’è un coordinamento dietro le proteste anarchiche per Cospito». Il terrorismo internazionale secondo Valentine Lomellini

La Professoressa di Storia delle relazioni internazionali presso l'Università di Padova, Valentine Lomellini, spiega che forma stanno assumendo i movimenti insurrezionalisti in età contemporanea. Il suo ultimo libro - “La Diplomazia del Terrore” - è stato appena pubblicato da Laterza.

Aldo Moro è vivo

Vent’anni dopo l'ultima volta, Marco Bellocchio torna a parlare del rapimento del leader DC in Esterno Notte, cambiando prospettive e finale della storia.

Eccessi di democrazia

Il fanatismo dei soldati è uno dei focus principali di Regole d'Ingaggio, scritto dal reporter William Langewiesche, dove l'operato americano in Medio Oriente viene dissezionato mostrandone tutto l'orrore.

«Moro era certamente un conservatore, ma un conservatore illuminato». Il racconto di Giorgio Balzoni

Giornalista, scrittore, ma soprattutto studente di Aldo Moro: Giorgio Balzoni racconta la vita e la politica del suo maestro.

Argo 16

Il 24 novembre 1973, un Douglas C-47 dell'aeronautica militare italiana si schianta al suolo prima di atterrare nella base Nato di Aviano. Tutti i membri dell'equipaggio moriranno. Sembra una tragedia come molte, in realtà è l'ennesimo mistero degli incandescenti anni '70. Una vicenda torbida e mai chiarita che, nelle ricostruzioni dell'epoca, vede tre possibili responsabili: il caso, l'organizzazione GLADIO o il Mossad.

Giusva: da attore a killer

La storia di Giuseppe Valerio Fioravanti, il bambino prodigio che diventò terrorista
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