«La marcia su Roma fu un evento gigantesco, percepito dagli italiani più come colpo di Stato che come rivoluzione.» Il mito fondativo fascista secondo Didier Musiedlak

«L'avvenimento fu ampiamente ripensato dal fascismo divenuto regime, che si incaricò di magnificare la marcia a posteriori a partire dalle novità generate come all'origine di un'autentica rivoluzione. А questo proposito, il regime seppe dar vita a un immaginario eccezionale e a un'iconografia rivoluzionaria, che gli permise di fondare la propria legittimità per mezzo della marcia.»

La generazione cosmica

Una domanda risuona, martellante, dagli abissi del cosmo: come sarebbe il mondo se le cose andassero diversamente? È questa la domanda “ucronica” per eccellenza. Tra cellule, cariocinesi e mutazioni, Dissipatio ha deciso di dar vita a un folle tentativo di dare una risposta. Perché il passaggio di consegne fra padri e figli rimane ancora irrealizzato.

«Di fronte al fallimento degli orizzonti globali e astorici assistiamo ad una riaffermazione delle nazioni con aspirazioni imperiali». La visione dell’Ambasciatore Sergio Vento

«È lecito attendersi nell'era Trump un ulteriore indebolimento delle cornici multilaterali ed una accentuazione dei rapporti su base bilaterale. Questo vale non soltanto per l'ONU, ma anche nei rapporti di difesa e sicurezza finora gestiti in ambito NATO, e per quelli commerciali tenuto conto della competenza esclusiva dell'Unione Europea in tale ambito.»

«Non esiste alcuna Internazionale Reazionaria, se non nei cassetti delle redazioni dei giornali di sinistra». Intervista ad Andrea Venanzoni

«Credere che i titani del Tech seguano una certa agenda politica perché hanno letto e apprezzato le teoriche neocamerali di Curtis Yarvin o l’’Illuminismo Oscuro’ di Nick Land o ‘Democrazia: il dio che ha fallito’ di H. H. Hoppe, che Liberilibri ha in queste settimane meritoriamente ripubblicato, e a loro ispirino la loro agenda economica e finanziaria, è un esercizio di dadaismo interpretativo.»

«Rifarei tutto così come l’ho fatto, non mi pento delle mie scelte». Intervista a John Kiriakou, un tempo talentuoso agente della CIA, oggi è attivista e denuncia gli abusi del governo e dell’intelligence USA

«Oltre alla CIA erano proprio le alte gerarchie militari le più contrarie alla gita in Iraq del 2001. Mi ricordo lo sgomento generale da parte di quasi tutti gli addetti ai lavori. Si sentivano poi follie su una possibile invasione dell’Iran… Avevano deciso pochi potenti, e non potevamo fare altro.»

«Il vero Mostro di Firenze, se non è morto, è ancora in libertà». Un caso da riaprire secondo Pino Rinaldi

«Il libro nasce dalla volontà di raccontare e dare voce a quello che fu il lavoro svolto dal generale Nunziato Torrisi, che seguì il caso insieme a Mario Rotella dal 1983, in qualità di tenente colonnello del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Firenze. Torrisi partecipò al caso perseguendo quella che viene comunamente chiamata la "pista sarda" e - negli anni che passò a Firenze - raccolse indizi, prove e testimonianze che poi riportò nel suo "Rapporto Torrisi". Un documento di 173 pagine che racconta una storia ben diversa da quella comunemente accettata.»

«Lasciando lavorare gli scienziati si può giungere a una rivoluzione storica». Iskren Vankov, la voce delle startup che lavorano alla fusione nucleare

«ENI sta effettuando investimenti significativi, sia attraverso Commonwealth Fusion Systems che nel progetto ITER, focalizzandosi su un modello basato su grandi impianti centralizzati, che si differenzia dai nostri approcci. Le istituzioni pubbliche hanno iniziato a riaprire il dibattito sul nucleare, con particolare attenzione alla fissione tramite i reattori modulari di piccole dimensioni (Small Modular Reactors). Tuttavia, la fusione è stata inclusa nei più recenti documenti di pianificazione energetica, sebbene con prospettive orientate sul lungo periodo.»

«L’assenza di canali di dialogo politico aggrava le incomprensioni fra l’Iran e il resto del mondo». L’ex Ambasciatore a Teheran Mauro Conciatori sulle mosse iraniane

«Oggi per l’Iran il quadro di deterrenza è stravolto. Con l’arco territoriale dell’asse di resistenza spezzato in più punti, Teheran non può più alimentare una seria minaccia militare ai confini di Israele. Quanto alla dotazione missilistica, il 26 ottobre scorso ha subito un pesante bombardamento di Israele, che sostiene di aver significativamente danneggiato sia lo stock esistente, sia le capacità di reintegrarlo, sia quelle di produrre il carburante necessario ad alimentarlo. Teheran smentisce, ma certo è che una rappresaglia a questa incursione non l’ha ancora azzardata.»

L’automazione della politica

Al tempo del capitalismo della sorveglianza, tre grandi pensatori - Yuval Noah Harari, Byung-Chul Han e Michel Houellebecq - sono concordi che la vita (come la politica) è fatta di sapienza umana, di dolore, di connessioni, di sangue e di contraddizioni. Il futuro sarà retto da uomini e donne macchina o da una proliferazione di società segrete, a noi la scelta.

«Egli viene da una corrente ideale che ha creduto nella missione della Romania come mediatrice tra Occidente e Oriente». Maurizio Stefanini sulla vita di Vintilă Horia

«È la storia di un esule romeno, di un grande scrittore perseguitato dal totalitarismo comunista, che dopo aver scritto uno dei suoi libri più importanti e decisivi (simbolo della sua dissidenza intellettuale e politica) viene colpito da uno spregevole processo mediatico di disinformazione la cui regia è affidata alla Securitate. Un processo di disinformazione (nelle sue logiche ancora molto attuale) che lo portò ad un progressivo isolamento intellettuale e alla rinuncia di Horia e alla mancata consegna del Premio Goncourt.»

«Credo ci si trovi nel bel mezzo di una svolta epocale, per motivi che esulano dalla politica.» Gaetano Quagliariello e l’eterno moto italiano

«Dal punto di vista culturale mi sento fino in fondo un liberale “anglofono”. Nel senso che ritengo il liberalismo anglosassone non solo diverso ma, per molti versi, persino contrapposto a quello continentale.»

Massimo Fini: «Il futuro non è davanti a noi, è alle nostre spalle. Il nemico? Gli Stati Uniti, molto più della Russia.»

«Dice bene in una frase Guccini: “In un mondo dove il male è di casa e ha vinto sempre. Dove regna il capitale, oggi più spietatamente.” Purtroppo, Marx si sbagliava. Lui pensava che ad un certo punto i ricchi sarebbero diventati sempre meno, quindi non sarebbe stata necessaria una rivoluzione. Sarebbe bastato dargli un calcio nel sedere. E invece questo non è avvenuto.»
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