Dato che non lo fa nessuno toccherà a me, vecchio cattolico ormai lontano dagli affanni mondani, dire due paroline sulla visita del panino Zelensky in Vaticano.
La mia veneranda età ormai mi permette di confermare che, naturalmente, anche ai miei tempi nelle relazioni diplomatiche le reazioni erano più importanti dei fatti in sé e i silenzi più eloquenti di mille abbracci e bacetti. Banalità che vale la pena di ripetere. Ciò nonostante per ogni occasione ci sono modi e modi: in questi casi la forma è tutto.
Mi rendo perfettamente che da ex-attore specializzato in fallofonie e ora montato dai leader occidentali il panino Zelensky sia convinto che bastino decreti e video messaggi per poter amministrare le cose di Dio: il nostro panino ha fatto anche questo. Ma una cosa alla volta.
È buona educazione che l’ospite aspetti il padrone di casa e si avvii insieme ad esso, senza precederlo.
È buona educazione attendere che chi è più anziano si sieda prima.
È buona educazione sedersi dopo la massima carica spirituale della Chiesa cattolica: anche se abituato a sciogliere e fondare chiese ortodosse un giorno sì e l’altro pure, ciò non rende il panino un esperto in questioni teologiche superiore al Santo Padre.
È buona educazione indossare un bel completo nero, camicia e cravatta. Se ciò è troppo difficile, vada per un paio di jeans e una camicia chiara. In Vaticano si ricordano bene della guerra in Ucraina anche senza tute mimetiche. È vero però che ora i capi della “Ukrainian” sono più a buon mercato.
Prima di passare alla patacca di regalo fatto al pontefice, colgo l’occasione per invitare il seguito del panino a mettersi a dieta.
Ah, un’altra cosa. Fuori dai paesi baltici camminare tutto impettito e con lo sguardo tra il contrito e il minaccioso non colpisce proprio nessuno (i polacchi si trattengono a stento).
Passiamo al regalo. Una patacca del genere forse sarebbe andata bene per la nuova chiesa ortodossa ucraina. A San Pietro il livello è leggermente più alto. Di nuovo la mia riconoscenza per aver oscurato l’effigie del bambinello, ci eravamo dimenticati che in Ucraina infuria la guerra e che in essa la prime vittime sono i civili inermi (indipendentemente da età e sesso). Proprio per questo magari sarebbe meglio non escludere dalla categoria di “vittime” tutte le persone decedute per i bombardamenti di Kiev prima del 24 febbraio 2022 (bambini compresi).