Papa senza Roma

Roma è senza Papa perché il pontefice da tempo si è trasferito a Zagarolo. Ma il Papa di Morselli che pontefice è? Un bellissimo Giovanni XXIV. Oggi che Roma è davvero senza Papa, una rilettura non può che ispirare gli stessi alti pensieri che Francesco avrà avuto durante le sue ultime ore su questa Terra.

Umberto Pizzi

Francesco Latilla e Francesco Subiaco dialogano con il Petronio della Roma Cafonal che ha fotografato l'Italia e gli italiani per cinquant'anni: lo abbiamo raggiunto nella sua casa-archivio tra le campagne di Zagarolo.

Tonino Bettanini, cento vite in una

«Diciamo che il mio personaggio, Brando Costa, esaspera quelle che sono effettivamente delle mie propensioni. Io sono sempre stato un servitore leale delle istituzioni e delle persone con cui ho lavorato. Però ho sempre ubbidito a un mio ideale etico di libertà, non intesa come libertà dalla responsabilità, ma di libertà di destino. Sono sempre stato molto capace di dedizione, volta alle persone e alle buone cause, e questo a livello istituzionale può essere visto criticamente.»

Giuseppe De Rita

Grande esponente di quella silenziocrazia italiana e ricercatore sociale tra i più acuti, capace di auscultare le mutazioni e fibrillazioni delle tante oligarchie italiane: Giuseppe De Rita è il maggior conoscitore della fenomenologia delle fisiologie e patologie della società italiana. Un maestro di pensiero e metodo che nella sua attività di fondatore e presidente del Censis ha raccontato e mostrato come nessun altro il nostro Paese tramite le considerazioni generali dei suoi rapporti, oltre che tramite testi straordinari (di Francesco Latilla e Francesco Subiaco)

Augusto Del Noce e la tradizione come riforma

Secondo Luciano Lanna, tutto il lavoro intellettuale di Augusto Del Noce va letto in funzione di un pericolo di dissipazione dei valori tradizionali con l'avvento di una nuova società, quella opulenta, come da lui stesso definita. Ovvero di una forma totalitaria, dai tratti nichilistici, che poteva essere combattuta solamente mediante un nuovo afflato di valori etici di stampo platonico.

La profezia di La Pira

Dalla “città del monte” Giorgio La Pira lanciò negli anni Cinquanta la sfida allo sradicamento della presenza di Dio e al materialismo ateo portati dal comunismo, valorizzando il ruolo di “cerniera” tra Paesi occidentali e afro-asiatici che l’Italia aspirava a giocare. Sono passati settant'anni e il suo pensiero è ancora incredibilmente attuale.

Il ritorno del Re

Il nuovo nemico della frangia democratica a stelle e strisce sembra, in realtà, essere molto più antico. Tra provocazioni e raffinate considerazioni, Curtis Yarvin a.k.a. Mencius Moldbug propone un'interessante sintesi tra monarchia e accelerazione, colpendo l'apparato democratico dove fa più male: nel suo cuore profondamente aristocratico.

Le due vocazioni di Corrado Calabrò

«Non è una conciliazione la mia, è una coesistenza. Convivo da sempre con il mio doppio. È come se i miei emisferi celebrali avessero un funzionamento alternato: uno è teso alla razionalità organizzativa e dimostrativa, l’altro fa affiorare dal profondo (anche dall’inconscio) emozioni, percezioni che ci erano sfuggite. Il diritto è impegno intellettuale e civile, ma “la letteratura, l’arte sono la confessione che la vita non ci basta” - ha scritto Pessoa.»

Il solitario di Providence

Guardare all’esperienza esistenziale e letteraria del H.P. Lovecraft significa calarsi in un contesto di profondi rivolgimenti per gli Stati Uniti. Il suo slittamento imperiale è già percepibile. La sua estroflessione e la sua corsa alla modernità la collocano già in testa alle nazioni occidentali, prima del definitivo collasso dell’Europa dopo il 1945. L’uomo Lovecraft, figlio di un’America anglosassone, sta assistendo all’affermazione sempre più forte dell’Heartland a trazione teutonica nel Midwest e alla diluizione del potere anche culturale del cordone ombelicale inglese. Se Steinbeck dà voce all’America profonda dinanzi alla Grande Crisi del 1929, egli si fa cantore degli anglosassoni scalzati dal potere, lontani tanto dall’America rurale, quanto dal cuore newyorkese della modernità statunitense.

Vent’anni di Tiziano Terzani

Quando ancora gli entusiasmi erano alti, Tiziano Terzani riuscì a riconoscere l’errore della Modernità e trasse le conseguenze. Oggi, che il tema della crisi occidentale appare, al contrario, inflazionato e onnipresente nel dibattito pubblico, tutti menzionano il giornalista fiorentino, ma nessuno prova ad ascoltarlo. Un ricordo in occasione del ventesimo anniversario dalla morte.

Populismo in salsa baltica

In Lituania il populismo guadagna consensi, Nemuno Aušra (l’alba di Nemunas) è ora il terzo partito del Paese: la nuova formazione di Remigius Žemaitaitis ha ottenuto il 15% dei voti. In molti sono d’accordo con Gitanas Paluckas, potenziale prossimo Primo Ministro, nell’affermare che il suo successo non sia altro che una “bolla inflazionata” destinata a scoppiare dopo le elezioni; ma anche se effettivamente questo scenario si verificasse resta il fatto che venti rappresentanti del partito siederanno nel Parlamento monocamerale. La bolla inflazionata è stata votata da oltre 186.000 lituani. Il populismo attrae e questo è un fatto che non può essere ignorato.

La Georgia e il sogno sospeso fra due mondi

Non esiste Paese più politicamente ambiguo nello spazio post-sovietico della Georgia. L'abbiamo visitata, partendo da Batumi, al confine con la Turchia, passando per la capitale, Tbilisi, spingendoci sino alle terre azere. Diversi mondi e diverse interpretazioni si sono mostrate nelle loro confliggenti volontà. Qui il mondo russo e quello europeo coesistono. La domanda è una, nella sua sconcertante attualità: per quanto ancora?
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