L’interdipendenza come arma

A differenza delle previsioni teoriche sull’embedded liberalism, le interdipendenze tra economie non hanno generato una stabilità permanente, ma piuttosto moltiplicato le fonti di rischio e ampliato la sfera della sicurezza nazionale.

Il 2025 è un nuovo 1971

Gli Stati Uniti scelgono di riscrivere le regole prima che siano le regole a travolgerli, riaprendo con i dazi una fase di riordino industriale e riequilibrio macroeconomico. Trump, voce del disagio produttivo, traduce il malcontento in un cambio di rotta che mette in discussione il libero scambio come dogma.

L’insostenibile ottusità del riarmo

Aumentare la spesa militare, come sostenuto dalla Premier, per sostenere sull’asse geopolitico il ruolo del nostro Paese nel caos mondiale (segnato dalla rimonta delle politiche di potenza degli Stati Uniti e il consolidarsi dei loro rivali) è davvero una scelta previdente o corre il rischio di trascinarci in una spirale fatale con una guerra ai confini che avremmo tutto l’interesse a disinnescare?

La manifattura italiana è in allerta rossa

Il declino industriale ha compiuto due anni a gennaio. La guerra russo-ucraina ha soltanto un mese in più. Il calo procede ad un ritmo che ignora la successione delle maggioranze politiche e dei governi. I caratteri problematici durano da lungo tempo.

Motoseghe e bisturi

Intervenire sull’economia di un Paese, per di più complicato e in difficoltà come l’Argentina, può essere un intervento delicato. Ecco perché forse occorrerebbe usare il bisturi invece della motosega. Milei alla prova della sua credibilità.

Le scritture nascoste nell’epoca digitale

La crittografia ha attraversato millenni come strumento di potere e ribellione, evolvendosi da codici spartani a software rivoluzionari. In bilico tra sicurezza nazionale e privacy individuale, rappresenta oggi il cuore della battaglia tra controllo statale e libertà civili nell'era digitale.

Putinomics in chiaroscuro

Sanzioni e previsioni degli esperti davano (e danno) l'economia russa come prossima al collasso. La crescita del 3,6% sarebbe così "drogata" dalla guerra in Ucraina, mentre altri comparti starebbero soffrendo la conversione del Paese alle contingenze belliche. La realtà, però, è molto più complessa, e ci parla di un Paese che potrebbe essere molto più produttivo, ma che allo stesso tempo non soffre di molti dei mali delle economie occidentali.

Il senso di Helsinki per la guerra

I rumori ovattati dalle distese innevate non allontanano i pericoli incombenti di un rinnovato conflitto. Epigoni dei combattenti degli anni Quaranta, i finlandesi si preparano al peggio e, prima che il sole sorga, si accingono a difendere per l’ennesima volta la loro terra dal nemico di sempre, la Russia.

Il protezionismo d’acciaio di Biden

Con un colpo di coda, il presidente americano uscente ha deciso a gamba tesa di fermare il processo di fusione tra il colosso dell’acciaio Nippon Steel e il produttore statunitense US Steel di Pittsburgh, invocando la difesa della sicurezza del Paese da influenze esterne. Tutto il contrario di quanto avvenuto in Italia negli ultimi decenni.

Lagardenomics, o della liquidazione totale

Hanno fatto discutere le parole della Governatrice BCE Christine Lagarde, che ha proposto di rispondere alle future politiche economiche trumpiane incoraggiando un maggiore consumo americano. Una contrarietà a dinamiche di tit-for-tat, ossia ‘occhio-per-occhio’, che in mancanza di reciprocità è difficile pensare non andranno comunque a concretizzarsi.

Serve un Ministero della marina

Dopo il Nord Stream, ad oggi quasi confermata la mano ucraina, e i tentativi Houthi nel Mar Rosso, continua la guerra subacquea. Dai Baltici al Mare d’Irlanda continuano i tentativi russi di disturbare, perlomeno, le “occidentali” linee strategiche di comunicazione. Il Governo italiano tenta più che onorevolmente e con criterio, per la prima volta dopo tanti anni, di resuscitare la marittimità: un suo atavico connotato strategico.

Decisioni storiche e rotte atlantiche

Le giornate del G20 brasiliano hanno regalato fatti e non-fatti dei quali si parlerà a lungo. Tra questi, il limbo dell’accordo tra Unione Europea e MERCOSUR potrebbe concludersi, e l’Italia deve decidere cosa fare. Qualsiasi sarà la decisione presa, ne conseguirà molto in casa e a livello internazionale. Tale è la natura delle decisioni storiche: dirompenti e dai risvolti ubiqui.
Carica altro