L’Europa che parla di demografia

Dinanzi alla gravità dello spopolamento europeo e delle sue conseguenze economiche nuove politiche vengono prospettate – ambiguamente. Nel contesto dell’ECOFIN, ospitato dall’Ungheria di Orbán, il Ministro Giancarlo Giorgetti ha ventilato la possibilità di una gestione comune del welfare europeo. Una soluzione la cui implementazione sarebbe tortuosa e la cui efficacia ancora da inquadrare. Ma a ben vedere parlare di invecchiamento e decrescita demografica in Europa meridionale ed orientale - a livello istituzionale - altro non significa che costruire e rafforzare una leva negoziale nei confronti di quegli Stati membri che dall’integrazione hanno ricevuto quasi esclusivamente vantaggi.

Paura e delirio a Bruxelles

Alla vigilia dell'incontro che scioglierà i dubbi sui "top jobs" europei, i futuri gruppi parlamentari non potrebbero essere più divisi di così. A destra Meloni e il suo ECR si ritrovano a far da cerniera fra popolari ed estremisti (mentre Orban e AfD pensano alla formazione di gruppi autonomi più a destra di Le Pen). Dall'altra parte della barricata manca la fiducia fra socialisti e popolari, mentre i verdi non voteranno la leader uscente senza rassicurazioni sulle politiche green. Nel marasma la possibilità che i franchi tiratori impallinino la spitzenkandidat si fa sempre più concreta. E su cosa accadrebbe in tal caso vige la totale incertezza, ammantata da un velo neanche troppo sottile di paura.

La sconfitta dell’asse

Macron e Scholz escono con le ossa rotte dalle europee. Il primo ha già chiamato elezioni parlamentari per poter imbrigliare i lepenisti, il secondo ancora non ha una ricetta per contenere l'avanzata conservatrice, che sembra un problema anche per Friedrich Merz. Alla loro sconfitta si accompagnerà un allontanamento dalle politiche belliche e green, anche qualora si andasse verso una sostanziale riconferma della maggioranza "Ursula". Ipotesi al momento più quotata, nonostante aleggi l'ombra di una Commissione "tecnica".

Gli amici e i nemici di Mario Draghi

Il Draghi in versione "consulente" UE ha senza dubbio acceso l'attenzione di molti verso gli ostacoli che rendono in Vecchio Continente meno competitivo nel mercato globale di quanto sarebbe lecito attendersi. Il suo discorso, nell'aprile scorso a La Hulpe, ha provocato così molte reazioni, che abbiamo sinteticamente raccolto.

Dentro la Bruxelles Bubble

A meno di due mesi dalle elezioni l’Europa è in pieno caos. Macron e Scholz sono debolissimi e si affidano all’amico Mario Draghi per salvare la faccia mentre giocano al tiro al piccione con Ursula von der Leyen, ostracizzata nel suo partito. Intanto fra Marine e Marion scoppia la pace in nome della grande opportunità politica.

Un drago per la favola europea

Mario Draghi parla dal palco di La Hulpe per lanciare la propria corsa ad un ruolo di prim'ordine nell'Europa che verrà dopo le elezioni di giugno. Lo fa annunciando un report sulla competitività economica dell'Unione, in uscita nei prossimi mesi. Rimane da capire se la summa della sua visione riuscirà a far centro o se diventerà l'ennesimo buco nell'acqua targato UE.

Bruxelles contro i colossi

La normativa europea sui servizi digitali - nota come Digital Service Act - conferisce a Bruxelles importanti strumenti nella lotta contro il dominio dei colossi di Internet americani e cinesi. Con l'entrata in vigore del DSA, le principali Big Tech dovranno adempiere a obblighi più stringenti, mentre la Commissione acquisisce poteri di vigilanza e sanzionatori. Tuttavia, sorgono dibattiti sul bilanciamento tra sicurezza e libertà di espressione.

Di che pace moriremo

Il conflitto cessa solo attraverso indefinibili armistizi e tregue armate. Parlare di pace è fare politica, e nel caso ucraino ciò equivarrebbe alla fine dell'ordine internazionale.

L’esercito europeo resta una chimera

Senza mezzi all'avanguardia, ma soprattutto senza le giustificazioni ideologiche, l'idea di un continente in armi è ben lontana dal diventare realtà.

Spyware da Kiev a Tel Aviv

Attorno ai software di spionaggio si combatte una guerra invisibile fra l'Amministrazione Usa, l'Intelligence israeliana, le lobby ebraiche e le compagnie produttrici.

La mezzaluna e il credito

Le attività finanziarie dei Paesi del Golfo in Europa si muovono seguendo un'unica stella polare: proporre un modello alternativo di globalizzazione.

Le mazzette degli altri

Fra ipocrisia e garantismo lo scandalo Qatargate mette a nudo tutta la miseria di un sistema politico dove l'arricchimento è l'unica ambizione.
Carica altro