La denuncia di un cadavere 

La cultura, un tempo pilastro del pensiero critico, oggi si dissolve nell’immediatezza digitale. Nell’era dell’analfabetismo funzionale e della superficialità, la conoscenza è ridotta a intrattenimento, il sapere a merce. Social network e intelligenza artificiale plasmano menti passive, mentre il pensiero profondo è relegato all’oblio. La ricerca è sterile, l’istruzione annacquata, la riflessione sostituita dall’indignazione. E così, senza clamore, si celebra il funerale della cultura, vittima silenziosa del suo tempo.

Il futuro secondo Thomas Piketty

Con una visione che unisce etica e riforma fiscale, Thomas Piketty propone un nuovo paradigma: equità universale, cogestione aziendale e un sistema internazionale basato su giustizia sociale, fiscale e climatica. Le sue idee, in continuità con Marx e Braudel, puntano a ridurre le disuguaglianze strutturali e a favorire una globalizzazione più equa, dove eredità minima universale e tassazione progressiva sostengano una società più giusta e sostenibile.

Salvarci o invecchiare

“Colui che pensa di restaurare ciò che è irrimediabilmente destinato a crollare è come il vecchio che si illude di rivivere la propria gioventù. È questo l’inganno del reazionario.” Un ciclo storico, come un ciclo biologico, è forse impossibile da invertire. L’ipotesi dell’eternità non può sussistere per nessuna civiltà. La vecchiaia, allora, può diventare una salvezza.

Fame di mito

Nella crisi attraversata dagli ordini democratici sempre più spesso al cittadino comune viene a mancare il radicamento in un sistema di simboli condiviso: alle istituzioni e ai leader riesce impossibile costruire repertori di immagini forti che facciano da collante sociale. Urge che la politica si accompagni alla costruzione di miti condivisi per contrastare la sua perdita di credibilità.

Il risveglio profondo del femminismo

Tra le pagine di Susan Sontag e Rossana Rossanda si snodano riflessioni ancora vive su femminismo, linguaggio e politica, in un intreccio di critica sociale e introspezione. Dai tabù sull’età alla mercificazione dell’immagine, il confronto con Adrienne Rich e la centralità del privato illuminano questioni che attraversano generazioni, sfidando la retorica dominante e rivelando un femminismo capace di unire l’individuo e il collettivo in un dialogo complesso ma necessario.

L’eterna disputa tra Oriente e Occidente

Oriente e Occidente. Espressioni quasi metafisiche. Luoghi più del pensiero che della geografia. Rappresentazioni di differenze incommensurabili. Per rintracciare ciò che fonda tale alterità è necessario intraprendere un viaggio concettuale, più che temporale e spaziale. È infatti nella Ragione che tutto ha inizio. Non nel contenuto della Ragione, ma nella Ragione come contenuto.

L’ascesa del declino occidentale

Negli ultimi anni, l’espressione “Il Declino dell’Occidente” è tornata in auge nei dibattiti mediatici, sebbene spesso purgata delle sue radici filosofiche. Originata dall’opera di Oswald Spengler, questo concetto si riflette oggi nei ragionamenti di Odifreddi o Rampini, per fare due esempi, che analizzano il fenomeno da una prospettiva economico-materialista. Tuttavia, manca spesso una riflessione profonda sul significato storico e valoriale di tale declino, riducendo il dibattito a contraddizioni tra progresso, potere e ideali di giustizia.

Urbani autoritari

Le idee e le preferenze politiche di chi è giovane oggi equivalgono alla pratica politica del futuro. I ragazzi internazionali e digitali delle metropoli italiane, così apparentemente liberi ed individualisti, presentano abitudini e prospettive curiosamente autoritarie. Tracce di ciò si trovano nella loro interazione con la cultura e nelle preferenze di trasporto e mobilità.

Stoccolma sceglie il rimpatrio

Negli ultimi anni, la Svezia, simbolo di un Welfare State esemplare, si trova a fronteggiare sfide senza precedenti. L’aumento della popolazione immigrata, unito a un crescente malcontento, mette in discussione i principi fondanti della sua società. Offrire incentivi per l’emigrazione potrebbe segnare la fine di un’era, trasformando il panorama sociale e politico.

Riscossa redneck

Il Sud degli Stati Uniti, da tempo ritenuto la provincia rurale e retrograda dell’America, sta invece emergendo come il nuovo centro pulsante del potere economico e politico del paese. La ristampa de "I terroni dell’impero. Viaggio nel profondo Sud degli Stati Uniti" (Marietti 1820, 2024) approfondisce il suo capitalismo iper-competitivo, privo di vincoli sindacali e sostenuto da incentivi fiscali, che permette di capire come questo “New South” riesca a sfidare la Rust Belt del Nord, ormai in declino.

Sui “conservatori illuminati” russi

In Russia esiste una corrente di pensiero conservatrice, definita "destra critica". Questi "conservatori illuminati" non si identificano con simpatie fasciste o naziste, preferiscono impegnarsi promuovendo una desovietizzazione culturale della coscienza russa, criticando al contempo le derive contemporanee dell'Occidente. La loro visione è pragmatica, antimoderna e lontana da nostalgie, con una consapevolezza delle sfide comuni tra Russia e Occidente.

L’impero dei Nonluoghi

La visione dell'antropologo Marc Augè è riuscita a restituire la radiografia dei mali di un Occidente "surmoderno", dove proliferano eccessi e confusione. Nonluoghi (1992), universalmente considerata la sua opera più riuscita, parte proprio dalla premessa di evidenziare i profondi mutamenti nella società occidentale contemporanea, alla luce di quanto osservato precedentemente negli altri continenti.
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