A cosa servono le città

Le città (e in particolare le metropoli contemporanee) non sono realmente il frutto di pure necessità sociali, storiche e tecniche, il cui sviluppo è gestito dagli uomini. Le città sono delle entità viventi inorganiche, che tramite la loro accumulazione e gestione di informazioni, dati, codici, simulazioni, speculazioni e controllo sugli uomini stessi rendono questi ultimi dei meri componenti della programmazione urbana e del loro sostentamento.

La natalità come ideologia

Dalla biopolitica della razza ai bonus del consenso: il potere continua a misurare la vita come variabile economica e simbolica, trasformando la maternità in dispositivo di appartenenza più che di generazione. Il calo delle nascite non è una crisi demografica, ma una crisi d’immaginazione: abbiamo moltiplicato i modi di sopravvivere, dimenticando il significato del nascere.

La grande allucinazione

Secondo una lettura psicanalitica freudiana, le recenti proteste e tensioni sociali riflettono una forma di allucinazione collettiva: la sostituzione dei desideri reali, irraggiungibili, con surrogati simbolici. Frustrazione economica e disagio sociale spingono le masse a cercare sollievo in illusioni politiche e ideologiche, dove l’Es vince sull’Io e la realtà cede alla percezione emotiva.

La modernità è una televendita

La modernità, raccontata dai paesi più avanzati, sembra ridursi a un’eterea televendita: consumi scintillanti, schermi che invitano a comprare, città illuminate come centri commerciali a cielo aperto. Tutto è spettacolo, tutto è acquisto, persino la paura viene sterilizzata in spot patinati. L’umanità, inseguita dall’ossessione del nuovo, confonde progresso con marketing. Così il futuro appare: un eterno catalogo, sfogliato con l’illusione che basti pagare per vivere.

Il crepuscolo degli officianti

La ristrutturazione della burocrazia americana, l’acquisizione aggressiva degli interstizi culturali messa in moto dalla Tecnodestra sotto la seconda amministrazione Trump detta una linea che il resto della destra globale osserva con attenzione. È il primo contrattacco concreto rivolto contro le élites, ma nel lessico di quest’area le élites non sono quelle comunemente intese. Sono un ceto, la Professional-Managerial Class, il cui consenso culturale sembra destinato inesorabilmente al tramonto.

Le contraddizioni dell’Italia balneare

Il mare italiano, da sempre specchio sociale e culturale, oggi rivela la crisi della villeggiatura, la contrazione del turismo balneare e la perdita di centralità strategica. Tra erosione industriale, capitali stranieri e vulnerabilità mediterranee, l’Italia rischia di ridursi a cartolina turistica, incapace di trasformare memoria e narrazione in autentica proiezione geopolitica.

Biografia delle tute bianche

Sono trascorsi ventiquattro anni dai tragici fatti che ebbero luogo a Genova durante il ventisettesimo vertice del G8. Nel luglio del 2001 il capoluogo ligure venne convertito in una zona rossa, divenuta poi teatro degli scontri tra forze dell’ordine e alcuni dei gruppi riunito attorno al Genoa Social Forum (GSF). Tra questi, ebbero un ruolo di primaria importanza le Tute Bianche. Il loro contributo fu fondamentale per la formazione di un ampio consenso al movimento no global, contribuendo alla mobilitazione di 300.000 persone tra il 19 e il 22 luglio 2001.

Oltre la Libia

Le dinamiche di potere sono mosse da un nuovo modo di concepire lo stato, il suo essere e il modo in cui deve agire, che potremmo definire “marketing di stato”. È questo concetto, in costante relazione alle vecchie impostazioni settecentesche, che modella i rapporti fra i membri della comunità internazionale. L'attuale situazione libica rappresenta un caso studio emblematico.

La psicoanalisi e il problema del futuro

Il soggetto nel suo rapporto con il futuro, per sua natura inconoscibile, può tendere a destrutturarsi, cadendo nella labilità psicologica, oppure si mostra per come non è, pur di mantenersi sano. Tuttavia, il futuro, proprio per il suo essere misterico, resta uno spazio contendibile e aperto alle possibilità dell’io di trasformarsi autenticamente. La psicoanalisi, rinnovando il suo vasto apparato teorico, può risultare decisiva per le sfide di domani.

I nuovi primitivi

Il ritorno del "pensiero magico" non è più una remota possibilità: di fronte alle nuove meraviglie della tecnica siamo come i primi uomini dinnanzi alla scoperta del fuoco. L’intelligenza artificiale è la magia del nostro tempo, quel fenomeno a cui tutti guardano e che tutti ammirano senza che nessuno si chieda cosa sia davvero.

Prezzolini oltre la destra e la sinistra

Mentre la politica tende a frammentarsi in identitarismi e semplicificazioni, c’è chi cerca di riscoprire le radici del pensiero oltre le etichette e i formalismi. Giuseppe Prezzolini, in questo, è fondamentale per superare la rigidità della dicotomia destra-sinistra. Il suo pensiero conservatore, al di là degli stereotipi, non vuole essere semplicemente una delle tante “destre” ma un modo alternativo di intendere la realtà.

La denuncia di un cadavere 

La cultura, un tempo pilastro del pensiero critico, oggi si dissolve nell’immediatezza digitale. Nell’era dell’analfabetismo funzionale e della superficialità, la conoscenza è ridotta a intrattenimento, il sapere a merce. Social network e intelligenza artificiale plasmano menti passive, mentre il pensiero profondo è relegato all’oblio. La ricerca è sterile, l’istruzione annacquata, la riflessione sostituita dall’indignazione. E così, senza clamore, si celebra il funerale della cultura, vittima silenziosa del suo tempo.
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