La Polonia decide il proprio futuro

Mentre il Primo Ministro polacco Donald Tusk va a Kiev per incontrare Zelensky, la Polonia si prepara per le elezioni presidenziali del 18 maggio, e sono molte le incognite sull’approccio che verrà adottato dal futuro Capo di Stato che ne uscirà, specialmente in termini di politica estera. Le formazioni storiche si scontrano mentre nuovi attori si aggirano nell’elettorato acquisendo sempre più popolarità, e anche in queste elezioni gli Stati Uniti si trovano tirati in mezzo più o meno indirettamente.

Solo Varsavia riarma davvero l’Ucraina

Gli squilli dell'istrionico Presidente americano hanno riportato in auge quella “paura dell’abbandono”, che spesso s’è manifestata in alcuni Paesi europei. Dopo gli insuccessi relativi alle “forze di reazione” varie, piuttosto che il disastro delle politiche verdi sull’industria dell’automobile e il naufragio politico socio-ambientale, con grande isterismo e capriccio è giunta l’ora del cinismo per raccattare qualche consenso da parte di un’istituzione sempre più precaria e smarrita.

Le due anime della Polonia (e dell’Europa)

Nell'anno chiave in cui si determinerà il destino dell'Unione Europea, Mateusz Morawiecki e Donald Tusk sono i due perni su cui gravitano le opposte idee di futuro: tradizionalisimo cattolico e moderno progressismo. Dallo scontro di queste due visioni si determinerà l'indirizzo politico che verrà adottato d'ora in avanti.

Varsavia si affida a Dorota

Il Colonnello Dorota Kawecka nominata a capo dell’intelligence militare polacca (SWW), di cui fa parte dal 2002. I suoi legami con il Regno Unito comprovano anche un’esperienza diplomatica che tornerà utile a Varsavia. La sua nomina fa seguito a un periodo di forti sconvolgimenti nell’intelligence polacca.

La guerra per finta di Macron

Dietrofront francese sulla guerra in Ucraina: dopo due anni di tira e molla, l’Eliseo starebbe valutando l’invio di truppe sul campo. Ma la vera battaglia Macron la prepara in Europa, per battere Le Pen alle consultazioni di giugno, restituire alla Marianna il prestigio perduto con le ultime débâcles africane, e avvantaggiarsi in vista della lotta per controllare la nuova UE.