Matteo Renzi, il giocatore

Il politico del 40% ha aperto la strada all'uomo del 2%. Da quando ha smesso di inseguire il consenso, al punto da essere impopolare, si è trasformato nell'ultimo uomo politico di professione.

Farnesina: la roccaforte di Luigi Di Maio

Per l'attuale ministro degli Esteri la questione interna “del limite dei due mandati” non è affatto un problema, anzi. Il suo destino è sempre più chiaro, e non è quello del politico di professione, tantomeno di candidato sindaco di Napoli, bensì dell’uomo di potere, che scinde gli apparati dalle attività parlamentari, in un perimetro di azione che va ben oltre il Movimento 5 Stelle perché ormai il suo sistema di amicizie e di rapporti professionali sono letteralmente trasversali

The Old Pope

Le traiettorie degli opinionisti e dei mezzi di informazione sono infinite: dopo aver fatto passare Conte per uno statista e aver accusato Renzi di fare il "giocatore di poker", ora viene eletto Mario Draghi a uomo della Provvidenza, un nome ripescato proprio dal leader di Italia Viva. Il Presidente del Consiglio uscente, invece, viene liquidato in due battute. Su una questione però hanno tutti ragione: non possiamo leggere la premiership di Mario Draghi con "le categorie del politico" con cui interpretavamo il governo tecnico di Mario Monti.

La diplomazia dell’Intelligence

Con la nomina di Piero Benassi, Giuseppe Conte ha blindato sé stesso, ma si è anche proiettato nel futuro della più antica arte di trattare le informazioni e gestire la sicurezza interna ed esterna del Paese.

La battaglia per il Centro

Con la fine del populismo sta tornando progressivamente la vecchia polarizzazione. A destra e a sinistra è tutto occupato, per questo la battaglia si gioca al Centro. Infatti l'asse Conte - Di Maio lavora dietro le quinte.

Di Maio novello Andreotti

Il Movimento 5 Stelle non è la Democrazia Cristiana bensì il grande restauratore della Prima Repubblica. E Luigi Di Maio è il suo Giulio Andreotti.