L’insostenibile ottusità del riarmo

Aumentare la spesa militare, come sostenuto dalla Premier, per sostenere sull’asse geopolitico il ruolo del nostro Paese nel caos mondiale (segnato dalla rimonta delle politiche di potenza degli Stati Uniti e il consolidarsi dei loro rivali) è davvero una scelta previdente o corre il rischio di trascinarci in una spirale fatale con una guerra ai confini che avremmo tutto l’interesse a disinnescare?

La manifattura italiana è in allerta rossa

Il declino industriale ha compiuto due anni a gennaio. La guerra russo-ucraina ha soltanto un mese in più. Il calo procede ad un ritmo che ignora la successione delle maggioranze politiche e dei governi. I caratteri problematici durano da lungo tempo.

L’eredità di un democristiano anomalo

Atipico, sensibile al mercato e con spirito europeista, la morte di Filippo Maria Pandolfi priva l’Italia di un protagonista delle istituzioni, a Roma e a Bruxelles, che ha saputo individuare in anticipo i grandi mali che affliggevano (e che affliggono) il Paese.

Finalmente anche noi siamo entrati nella “cognitive warfare”

Eravamo presenti alla prima all’Auditorium de "Il Nibbio" prodotto da Notorious Pictures con Rai Cinema e Tarantula in collaborazione con Netflix e Alkon Communication con la regia di Alessandro Tonda. Un film necessario, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio e il supporto di istituzioni come il DIS, l’AISE, la Polizia di Stato, la Prefettura e la Questura di Roma.

L’era delle crisi senza confini

La "Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza 2025" è stata presentata al Parlamento dal prefetto Vittorio Rizzi. Il documento analizza uno scenario globale segnato da instabilità, incertezza e competizione, con particolare attenzione ai conflitti in Ucraina e Medio Oriente. La sicurezza nazionale richiede un approccio strategico, tra protezione degli asset e contrasto alle minacce ibride.

La denuncia di un cadavere 

La cultura, un tempo pilastro del pensiero critico, oggi si dissolve nell’immediatezza digitale. Nell’era dell’analfabetismo funzionale e della superficialità, la conoscenza è ridotta a intrattenimento, il sapere a merce. Social network e intelligenza artificiale plasmano menti passive, mentre il pensiero profondo è relegato all’oblio. La ricerca è sterile, l’istruzione annacquata, la riflessione sostituita dall’indignazione. E così, senza clamore, si celebra il funerale della cultura, vittima silenziosa del suo tempo.

Rossi e neri non sono tutti uguali

La magra affluenza alle europee (49 punti percentuale scarsi) fa il paio con il sempre maggiore distacco degli elettori dai partiti della “democrazia mafiosa” come scriveva Panfilo Gentile alludendo allo scadere dei regimi rappresentativi in oligarchie elitarie scollate dalle ragioni popolari. Il crollo della partecipazione alle istituzioni spinge ad interrogarsi sulla natura della classificazione politica degli schieramenti e sull’attualità di categorie da mettere alla prova rispetto al proprio tempo. Ha ancora senso parlare di destra e sinistra?

Giuseppe De Rita

Grande esponente di quella silenziocrazia italiana e ricercatore sociale tra i più acuti, capace di auscultare le mutazioni e fibrillazioni delle tante oligarchie italiane: Giuseppe De Rita è il maggior conoscitore della fenomenologia delle fisiologie e patologie della società italiana. Un maestro di pensiero e metodo che nella sua attività di fondatore e presidente del Censis ha raccontato e mostrato come nessun altro il nostro Paese tramite le considerazioni generali dei suoi rapporti, oltre che tramite testi straordinari (di Francesco Latilla e Francesco Subiaco)

Siamo alla lotta tra banche 

Il mondo finanziario è in subbuglio e gli squali si stanno muovendo per affermare il proprio istituto sulla concorrenza, comprando, scambiando e vendendo azioni. In questa lotta tra banche, lo Stato deve accettare passivamente il verdetto, o deve intervenire a tutela dell’interesse nazionale. Ad oggi l’attivismo del governo è manifesto, ma le vere sorprese potrebbero arrivare nei mesi primaverili.

La Libia è fondamentale

Fra la presenza di migranti pronti a lasciare il Paese per partire verso l’Europa e una forte crisi politico-economica, la Libia diventa terra fertile per i progetti delle grandi potenze, che mirano a sfruttare le debolezze delle élite politiche dell’area per insediarsi nelle dinamiche di potere dello spazio nordafricano. In questo quadro l'Italia rimane a guardare, in una stasi frutto della propria impotenza.

Un mondo senza eroi

Piero Marrazzo ha presentato davanti ad una platea molto interessata il suo ultimo libro - Storia senza eroi (Marsilio, 2024). Tanti calorosi abbracci, che mancarono all'uomo più che al politico durante la nota vicenda che lo travolse nel 2009, hanno fatto da contorno ad un discorso che ha lasciato intendere una ben precisa regia ai suoi danni.

Una strategia per l’Italia

Presidenzialismo o premierato, riforma del sistema elettorale in senso maggioritario, ridefinizione del bilanciamento dei poteri tra governo, parlamento e magistratura: queste alcune proposte che più volte negli ultimi trent’anni sono state avanzate e poi puntualmente ostracizzate sventolando lo spettro del ritorno al fascismo. Dovremmo superare queste divisioni anacronistiche, comprendendo che, mentre il resto del mondo attua politiche di lungo respiro, noi rimaniamo intrappolati nella programmazione a breve termine. Proprio per questo è quanto mai fondamentale elaborare una visione che trascenda il presente.
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