Ripensare il Piano Mattei

Al Piano Mattei va riconosciuto il merito di aver riportato l’Africa e il Mediterraneo al centro dell’agenda politica italiana. Riconoscimento necessario ma non sufficiente per valutarlo positivamente nel suo complesso. Dal documento pubblicato dal governo emergono troppe ombre e poche luci. Dall’assenza di una chiara definizione dei propri e altrui interessi, al perpetuarsi del tabù securitario, finendo con le innumerevoli aree di intervento. Un progetto di ingenue e incomplete ambizioni.

Eurafrica

I funzionari degli apparati italiani e gli spin doctor di Giorgia Meloni lavorano in vista di una sempre più possibile vittoria di Donald Trump negli Usa. Ciò che sta accadendo nel Texas è il segnale inequivocabile che i cittadini statunitensi auspicano un leader di riconciliazione nazionale e pacificazione mondiale. L’Italia cerca rifugio in Europa e col Piano Mattei si sgancia dal regolamento di conti tra Occidente e Oriente, o meglio dalla costruzione di un nuovo ordine internazionale sino-americano, e si fa ponte tra Nord e Sud del Mondo.

L’Africa, fra terra e mare

Per capire dove andrà il continente africano è utile rileggere Carl Schmitt, magari soffermandosi sul concetto di Nomos, il concreto ordinamento della Terra. Una classe media enorme, grandi risorse e popolazione giovanissima: il secolo africano è già qui. E l'Italia quale ruolo giocherà nella partita?

Le Afriche in guerra

In Africa è in corso uno dei capitoli più intensi della competizione tra grandi potenze. Il set è affollato, perché i protagonisti sono tanti, e l'epilogo imprevedibile.

Mettere ordine nel Mediterraneo allargato

Per proiettare l'Europa in Africa, fondamentali sono gli investimenti infrastrutturali. Una partita in cui l'Italia può giocare un ruolo da protagonista.

Come stiamo perdendo l’Africa

Il golpe militare in Niger non è che l’ultimo colpo di scena nella grande partita africana tra l’Oriente e l’Occidente. Che ora si scopre in svantaggio.

Lo specchio dell’Africa

Una guerra civile infinita è entrata nella competizione tra grandi potenze: chi vince il Sudan, vince il Mar Rosso.

«Qualcuno ha scoperto che sono tornati gli imperi, ma gli imperi non hanno mai smesso di esistere». A lezione da Domenico Quirico

Storico inviato e caporedattore Esteri de La Stampa commenta i principali avvenimenti del presente attraverso la lente dell'informazione. Un girotondo sul mondo che cambia e si rigenera.

La battaglia per le materie prime

Il logoramento delle materie prime, dal grano al gas, ci riporteranno in Medio Oriente e in Africa, regioni del mondo fortemente dipendenti dalle conseguenze della guerra in Ucraina. L'insicurezza alimentare ed energetica generano grande instabilità. Prepariamoci al peggio.

La campagna russa d’Africa 

Gli americani assoldarono i mercenari di Black Water di Erik Prince in Iraq, il Cremlino replica in Paesi come Mali, Mozambico e la Repubblica Centroafricana col Gruppo Wagner.

Viaggio in Etiopia

Domandarsi ossessivamente che senso abbia avventurarsi ai confini del mondo nel secolo anti-letterario, anti-epico, anti-eroico, per eccellenza.

La spada di Damocle della disintegrazione

La guerra nel Tigray, le spinte autonomiste, il ritorno degli Stati Uniti. Il primo ministro etiope Abiy Ahmad Ali alla prova della tenuta territoriale del Paese (dopo il fallmento del federalismo etnico).
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