Potersi scegliere un incubo personale per sfuggire alla follia collettiva è, secondo Nick Land, un privilegio per pochi nella nostra epoca. La Ragione, infatti, dopo il lungo assolo lungo della civiltà giudaico cristiana, è salita sulle montagne della follia trasformandosi nella sua più completa negazione: la ragione schizofrenica. Secondo Land il momento di crisi, il definitivo punto di rottura, arriva nel 1781, con la pubblicazione di un libro: Critica della ragion pura di Immanuel Kant. Quella «rivoluzione copernicana» della filosofia è il primo funerale della civiltà razionalista, ma per l’autore di Dark Enlightment è solo l’inizio della fine. L’inizio di cosa? Per capirlo occorre rileggere gli articoli più densi e visionari di Nick Land, genio sciamanico ed accelerazionista del CCRU, scritti tra il 1995 e il 2007, dal titolo suggestivo e beneaugurante di Nessun Futuro, edito da LUISS Press con una splendida prefazione di Edoardo Camurri.
Land compila questi testi dopo aver raggiunto la fase più intensa della sua speculazione filosofica, riuscendo a creare nel periodo di massima attività nell’università di Warwick, nei primi anni novanta, una grande filosofia capace di guidare l’umanità verso la singolarità, unendo l’occultismo e la cybernetica, i maestri del sospetto e i grandi antenati di Lovecraft, il superuomo e Blade Runner, in una nuova sintesi grottesca e apocalittica, aiutata da una formidabile costruzione stilistica: la theory fiction. La theory fiction è la fusione tra approccio continentale, tipico delle filosofie affini alle scienze umane, con uno stile più letterario come quello di Nietzsche o Deleuze, con quello analitico, razionale e prossimo al rigore delle scienze naturali, che per freddezza ed acume si rifà alle tecniche di Hegel o Mc Taggart, per creare un genere ibrido e destrutturato, hackerato e psichedelico capace di trattare le nuove sintesi atipiche che diventarono il nucleo critico-ideologico del Cybernetic Culture Research Unit dell’università britannica di Warwick, basato sulle sintesi e gli accoppiamenti giudiziosi cyberpunk di cui Nessun Futuro e Cyclonopedia di Reza Negarestani sono i massimi esempi.
Le idee accelerazioniste del CCRU, unite alle personalità apocalittiche e oscure dei suoi membri fecero di questo gruppo una scuola semileggendaria (alcuni membri della stessa università dubitarono perfino della sua esistenza), di ricercatori, studiosi, filosofi, letterati e biologi attirati dalle nuove teorie landiane. Sviluppatosi nel 1995, sotto la direzione della cyberfemminista Sadie Plant, il CCRU, divenne presto una scuola di irregolari che in breve tempo fondò le basi ideologiche del movimento accelerazionista e della theory fiction, che non volevano più fare crollare il capitalismo, ma volevano farlo portare al suo massimo punto di sviluppo, o per raggiungere un paradiso Digital comunista (Mark Fisher), o per realizzare una nuova tappa di un viaggio esoterico stregonesco oltre i confini dell’umano (Reza Negarestani), oppure per aprire una nuova fase, macchinica e disumana, della storia umana, come invece pensava il primo Nick Land. Questo nuovo evo, nel pensiero di Land avrebbe segnato la transizione verso la singolarità, con la conseguente fusione dell’umano con la tecnica e l’AI, per superare la condizione limitante di nevrosi e schizofrenia in cui gli uomini versano nella società consumista.
Il cristianesimo, il razionalismo, il progressismo, le tradizioni, non sono altro che feticci, barriere, antidoti umani troppo umani per ignorare le vere regole del mondo, contro cui Land si scontrerà sin da subito. La civiltà classica, da Socrate a Plotino, fino ad arrivare alla Tomistica e al razionalismo seicentesco, e all’illuminismo più umanitario e “luminoso”, hanno portato avanti un grande inganno millenario che ha sedato ed illuso gli uomini di tutte le epoche, un equivoco tanto rassicurante quanto fatale riassunto nel motto: “adaequatio rei et intellectus“, ovvero: il nostro pensiero razionale o intelletto corrisponde al mondo reale in cui siamo immersi e tra essi esiste una identità indissolubile. Socrate, Aristotele, Cristo, San Tommaso, Cartesio, i philosophes, Locke sono tutti i figli di questa vecchia menzogna. Solo un filosofo nella storia riuscì a prendere radicalmente le distanze da questo equivoco: Immanuel Kant, che nel 1781, pubblica la Critica della ragion pura, dicendo che invece la ragione non è nient’altro che uno strumento che adegua alla nostra percezione del mondo l’immagine che abbiamo di esso. Il segreto dell’universo si mostrava a Könisberg e in pochi avevano capito che tutto sarebbe cambiato. La critica è, infatti, il modo con cui Kant, ammesso lo scollamento totale tra reale e razionale cerca attraverso la rivoluzione copernicana che vuole «salvare la Ragione e limitare il più possibile la sua dipendenza e la sua pretesa di legittimità da un mondo esterno costituito purtroppo da fenomeni incontrollabili», come scrive Camurri nella prefazione. Con Kant è quindi il Soggetto che cerca di salvare la natura dalla schizofrenia attraverso la creazione di strutture rigide e schemi capaci di giustificare e comprendere/esorcizzare il mondo.
Un tentativo di fare sopravvivere la ragione che purtroppo naufraga dopo quasi un secolo, poiché nel 1888 esce “Ecce Homo” di Friedrich Nietzsche. Il minotauro che Kant aveva confinato nel Labirinto della Critica, dopo tanti sacrifici è riuscito a trovare la via d’uscita ed ora si mostra in tutta la sua follia irrazionale. Il 1888 è per Land il secondo funerale della Ragione, perché non solo corrisponde con l’uscita dell’autobiografia del rinato Dioniso e quindi con la sua conseguente follia, ma perché con Nietzsche la ragione, d’ora in avanti con la R minuscola, ha preso coscienza del delirio e dell’irrazionalità che la compongono, ha smesso di lottare e dissertare e ha subito un cortocircuito gnoseologico, trasformandosi in “ragione schizofrenica”, scindendosi in infinite verità e possibilità, tutte vere, tutte simultanee e per questo insensate. Nietzsche impazzendo si trasforma in Cristo e Dioniso, in tutti i nomi della storia, come scrive a Buckhardt, e diviene la massima allegoria della corruzione e metamorfosi della ragione. Il Minotauro uscito dal labirinto vede che tutto il mondo è un labirinto da cui è impossibile uscire e per sopravvivere si mette sul lettino dello psicologo, cercando una via di salvezza contro la schizofrenia. Nel 1900 Sigmund Freud pubblica “L’interpretazione dei sogni”, facendo emergere la nozione di inconscio, la ragione si contamina e dissolve nel mondo, ormai non ha più senso chiamarla ragione, siamo nel regno dell’illogico, è il terzo funerale. Freud, e poi Deleuze e Guattari, che da esso saranno influenzati per diagnosticare la schizoanalisi della società neocapitalista, daranno la chiave per comprendere lo stato nevrotico e schizofrenico nei loro testi che sono il punto di partenza delle speculazioni di Land.
Per comprendere questo antefatto filosofico Camurri utilizza la metafora/apologo di una formica che passeggia inconsapevole sotto la Cappella Sistina: essa si muove sopra una Passarella che non comprende, mentre non si comprende. Gli esseri umani sono quella formica che si muovono in un mondo che non conoscono e capiscono, mentre cercano di capire qualcosa del Giudizio universale sopra i loro occhi(allegoria dell’inconscio) non sanno che non potranno mai raggiungerlo o decifrarlo, e ogni spiegazione che elaborano su di esso è valida, perché è vana ed insensata. Non solo non trovano una soluzione per il loro mondo interiore ed esteriore, ma più avanzano in questa deriva incosciente più non capiscono cosa essi siano. Di fronte a questa condizione Deleuze e Guattari entrano nel mare magnum della triplice dipartita della ragione indicando nella società del grande capitale il massimo grado di schizofrenia. Per Land, non esiste una via di fuga dalla schizopandemia, ma anzi bisogna andare avanti, immergersi ancora di più nella giungla del postmoderno. La schizofrenia è solo l’inizio, è un porto da cui si è pronti a salpare e l’accelerazionismo è come un Nellie conradiano pronto a portare il lettore nell’incubo di una jungle disumana e macchinica, Land è il capitano Kurtz e il suo pensiero filosofico è l’ Heart of darkness della civiltà delle macchine. Nessun Futuro è un viaggio verso un orrore nuovo e disumano distillato in saggi brevi ed articoli. Oltre la schizofrenia c’è solo la fusione con la tecnica, la singolarità biotecnologica, questo è l’inizio del sogno Cybergotico che avvolge la raccolta. Per Land il razionalismo è ormai un simulacro putrescente che pompa un sangue infetto, che fa marcire le idee che propaga, una scrittura analitica o letteraria non ha più senso ed il lettore che affronterà questi testi si accorgerà che non c’è più la sperimentazione accademica dei primi testi di Collasso, che gli valsero il soprannome di Nietzsche della catastrofe, ma si va ben oltre ogni forma di umana rappresentazione.
Da questa premessa scaturisce l’idea di uno stile saggistico che innesta stringhe di codice, sequenze criptate, distorsioni da dark web, sonorità rap e techno, illuminazioni psichedeliche, il romanzo epistolare dell’orrore e le confessioni di un virus informatico, in cui sembra come di leggere l’autobiografia della rete Thor scritta da essa. In questi testi emergono tre filoni principali: l’identificazione dell’uomo con la realtà immersiva (Land infatti non è più uno scrittore virtuale o fisico, bensì ragiona in categorie immersive) apre la schizofrenia al confronto con il delirio macchinico, ovvero la propensione anonima e impersonale della tecnica ad autovverarsi; l’utilizzo dell’opera Neuromante di William Gibson, come bibbia del mondo Cybergotico, in cui una esistenza caotica e neocapitalista si fonde con un delirio schizofrenico collettivo capace di inibire e annientare il desiderio sessuale, rileggendo alla luce del tecnonichilismo autori come Bataille e Lacan, che trasformano l’opera in una allegoria della condizione postmoderna; la formalizzazione di una filosofia che viene interpretata come una strana sintesi tra Cuore di Tenebra di Conrad e la fantascienza cyberpunk. La sintesi di questi orientamenti regalano l’immagine dell’uomo contemporaneo immerso nel deserto postmoderno, caotico e incontrollato, che vive un rapporto di ambiguità e confusione con la tecnica e le non cose, (ovvero il web, i media, la società capitalistica), rimasto imprigionato in una palude intermedia da cui l’unica via di salvezza non è nella fuga o nella differenziazione dalla tecnica, bensì in una confusione ancora maggiore che potrà essere consentita solo da uno sviluppo ancora più selvaggio e iperattivo; siamo nel mezzo del download non possiamo né rimanere immobili né tornare indietro, si può solo andare avanti per uscire da questa fase di losding. In questo clima l’essere umano resi ambigui e insignificanti tutti i limiti e i vincoli può uscire dalla gabbia del presente solo sorpassando tutte le barriere che eliminano lo sviluppo del vero capitalismo, e che consentiranno la fine del Protocapitalismo, che per Land è agli sgoccioli.
Tale transizione sarà possibile solo oltrepassando i totem e i tabù del passato, in un mondo in cui anche l’incesto ed Edipo saranno superati in nome di una singolarità disumana troppo troppo disumana che più che mostrare la nascita di una nuova morale vuole mostrare la necrologia di ogni morale. Un viaggio nella jungle del web e della società globale-interconnessa, che per Land è la riattualizzazione delle vicende di Cuore di Tenebra, dove nel viaggio al termine del collasso della civiltà l’autore, novello Kurtz, porta il lettore nelle profondità della schizopandemia cercando di mostrargli un orrore nuovo tanto terribile che non può essere nemmeno gridato. Per queste motivazioni Nessun Futuro è forse uno dei libri più oscuri e fatidici di Land, in cui mostra la sua filosofia come una catena di iperstizioni, un virus di profezie autoavverantisi a cui non esiste alternativa. Con questo testo Land si presenta come un 11 settembre nel cuore della filosofia, che nel mondo progressista e scientista, o comunitarista hegeliano, sconvolge e distrugge i luoghi comuni del pensiero, gli schemi del presente. Il futuro che Land descrive è già finito, ma tra queste pagine si potrà trovare ciò che solo in lui possiamo trovare, quello che verrà dopo la fine del mondo conosciuto: l’orrore.