Balzata all’onore delle cronache, ChatGPT è diventata in pochissimo tempo un serio motivo di preoccupazione per il futuro dell’umanità. Non sono pochi gli intellettuali, anche fra quelli più noti, che hanno iniziato a prevedere una nuova rivoluzione tecnologica, mentre una nutrita fauna di talking heads, specie americane, stanno già suggerendo la natura quasi mistica e sconosciuta della “comprensione” del testo e dei pensieri umani da parte dell’AI. È dunque considerabile questa una rivoluzione in fasce? Sicuramente sì, e dovrebbe essere presa in considerazione per gli interessi che intreccia con le nostre esistenze. Una tecnologia come questa, infatti, inizierà a essere utilizzata ovunque, dalla cucina di casa, alle operazioni di sabotaggio belliche nei conflitti di tutto il mondo.
Il punto riguardante l’intelligenza artificiale sembra essere uno e uno soltanto: può essa capire gli esseri umani? Una domanda controversa, la cui risposta è “probabilmente no”. E probabilmente non è neanche ammantata di troppo misticismo, nonostante sia affascinante crederlo. È bene dunque che il lettore sofisticato (così come le talking heads da social media) non cada in un’estasi soprannaturale motivata dal progresso tecnologico mentre le si costruisce altari. ChatGPT è chiaramente una magnifica creazione della mente umana, che in modo del tutto logico e binario ha imparato a riprodurre gli schemi del testo del suo creatore. Il testo è cultura e la riproduzione del testo è la riproduzione della cultura. Ma va notato che si tratta solo di una riproduzione. L’aspetto interessante rimane come applicare tutto ciò alla vita.
Una storia incredibile arriva dalla Russia, dove uno studente ha scritto la sua tesi di laurea interamente con l’aiuto di ChatGPT. Dopo aver ricevuto l’approvazione della commissione valutatrice, ha fatto in fretta a rivelare le sue azioni su Twitter. Dopo essere stato “beccato”, l’Università ha fatto sapere che non avrebbe privato il neo-laureato del suo titolo di studio. Un precedente molto interessante. Si può impedire agli studenti di usare questo tipo di trucchi? Ovviamente no, uno strumento del genere non può essere nascosto o occultato. È troppo comodo, troppo intuitivo, seppur soggetto ancora a parecchie sviste. A volte, infatti, si imbatte in fonti false e può semplicemente sbagliare i suoi calcoli. È qui che ogni studente o studioso dovrebbe comunque prestare attenzione a ciò con cui sta lavorando. Finora la Chat rimane solo uno strumento, non una soluzione a tutti i problemi. Ma se non si può vietare, si dovrebbe prendere quantomeno una qualsiasi iniziativa legislativa in merito.
È già stato suggerito che ogni accademico dovrebbe semplicemente indicare il suo uso come già fa con altre citazione accademiche. D’altronde non ci sarebbe nulla di male a usare uno strumento come tanti per redarre paragrafi compilativi. Ma cosa fare con questa tecnologia se viene usata contro la vita umana? Purtroppo in questo caso le opzioni sono poche. In Ucraina le bombe volano ancora, e questa AI ha tutti le carte in regola per trasformarsi in un’altra bomba, solamente più sofisticata. E ora, ogni società tecnologica sta per attraversare una vera e propria corsa agli armamenti (scientifici). Sarà il ritorno di una guerra fredda? Forse no, poiché l’accesso all’AI diventerà alla portata di tutti man mano che le innovazioni arriveranno, forse con qualche limitazione per la gente comune, dettata unicamente dalle mancate conoscenze tecniche.
E qui vale la pena di menzionare tali limitazioni. Va da sé che mentre Chatgpt si trova sul suolo sovrano degli Stati Uniti debba operare secondo le regole statunitensi. Lo stato delle cose attuale obbliga la tecnologia a essere soggetto allo zeitgeist della political correctness. Se si scherza sulle donne, ChatGPT vi rifiuterà, ma sugli uomini lo si può fare senza problemi, mentre rimarrà vietata la discussione su qualsiasi argomento considerato tabù dalla momentanea sensibilità del nostro tempo. Proprio qui sta la soluzione del mistero, perché le limitazioni sono ancora stabilite dalle persone, e quindi la chat stessa non può fare nulla senza il loro permesso. L’AI dovrebbe essere limitata in questo modo? Questa domanda è un vero e proprio dilemma, poiché ogni utente e persona reale ha le proprie idee politiche. Nascerà un “ChatGPT” controculturale? Possibile, ma necessario? L’ideale sarebbe una ChatGPT apolitica, ma al momento sembra utopica. In ogni caso, si formerà sui nostri testi, sulle nostre opinioni e sui nostri pensieri. Quindi non ci dovrebbero essere molte sorprese.