DIS sta per Dipartimento delle Informazioni di Sicurezza: è l’organo che coordina le attività d’intelligence del nostro paese, dipende dal Presidente del Consiglio dei ministri. Dal 2018 la guida del DIS è affidata a Gennaro Vecchione, già al Comando Reparti Speciali della Guardia di Finanza. Non un fine intellettuale, ma un altissimo funzionario di Stato. Proprio Vecchione firma uno strumento essenziale per capire – almeno coi libri – come funzionano i ‘servizi’. E cosa leggono. La “bibliografia ragionata” dei ‘servizi’, Leggiamo l’Intelligence (che potete scaricare qui), è un tomo di quasi trecento pagine, suddivisi per capitoli, che allinea i testi fondamentali, anche recentissimi, per orientarsi nel mondo dello spionaggio. “Oggi non diversamente da ieri, tuttavia, è indispensabile affidarsi all’espressione più nobile della realtà fisica, il libro, strumento meraviglioso al quale l’umanità non potrà mai rinunciare nel decifrare la realtà, meno che mai nel confrontarsi con la creatura più complessa della sua mente, appunto il cyberspazio. Soprattutto per evitare che la creatura scappi di mano al suo artefice”, scrive Vecchione nella prefazione al libro, citando Umberto Eco, ma soprattutto il “grande bibliotecario indiano Ranganathan”, di cui è utile saggiare la biografia.
Come sempre quando si parla di ‘servizi’ bisogna cercare tra le sabbie i fili d’oro, sollevare le singole parole per decifrarne i lati in ombra, relegati al linguaggio cifrato. A proposito, alla crittografia e al controspionaggio è dedicato un capitolo, con qualche libro datato (Codici & segreti di Simon Singh), molti aggiornamenti (Secret Operations. Espionage, Counterespionage and Covert Action di Harry Rositzke e The Story of Codes di Stephen Pincock) e libri anomali – dunque da guardare con interesse – come La manipulation et ses techniques expliquées par un espion, pubblicato in proprio dal fatidico Tenente-Colonnello X.
Manuali enciclopedici (Encyclopedia of Intelligence and Counterintelligence di Rodney P. Carlisle, il Dictionnaire du renseignement edito quest’anno e curato da Hugues Moutouh e Jérôme Poirot) si alternano a testi su temi specifici, in particolare sull’“Analisi” (The Art & Science of Intelligence Analysis di Julian Richards, pubblicato dalla Oxford University Press, oppure Strategic Warning Intelligence, edito da Georgetown University a cura di John A. Gentry e Joseph S. Gordon). Una parte corposa della bibliografia allinea una selezione di libri – per lo più in lingua italiana – che raccontano i “Servizi stranieri”, il Mossad, l’MI6, il KGB, la CIA. Special Duty (Richard J. Samuels, 2019) racconta la storia dell’intelligence giapponese, una bibliografia minima svela l’opera dei servizi indiani, indonesiani, iraniani, portoghesi. Catherine Belton in Putin’s People, uscito quest’anno, racconta How the KGB Took Back Russia and then Took On the West; Fernando Rueda in La Casa II promette di svelare “operazioni segrete e azioni inconfessabili delle spie spagnole”.
Il crinale è qui, tra testi accademici, quasi manualistici, e libri divulgativi: da decenni il reame dei servizi è diventato pubblico, perfino pop. La promozione pubblica dei servizi è ormai una attività tanto importante quanto quella segreta. Un capitolo a parte è dedicato alle Spy Ladies – così un libro del 2006, del tedesco Wilhelm Dietl – cioè allo spionaggio femminile. In questa sezione, dedicata, spesso, a figure ‘da romanzo’, l’ultimo volume censito è uscito quest’anno per Penguin, l’ha scritto Sonia Purnell, s’intitola A Woman of No Importance The Untold Story of the American Spy Who Helped Win World War II.
Oggi non diversamente da ieri, tuttavia, è indispensabile affidarsi all’espressione più nobile della realtà fisica, il libro, strumento meraviglioso al quale l’umanità non potrà mai rinunciare nel decifrare la realtà, meno che mai nel confrontarsi con la creatura più complessa della sua mente, appunto il cyberspazio. Soprattutto per evitare che la creatura scappi di mano al suo artefice
Gennaro Vecchione, Direttore Generale DIS
La bibliografia, non bisogna scordarlo, oltre a informare su ciò che di nuovo esce intorno all’Informazione, informa che l’Intelligence vede, conosce, sa tutto (o quasi). Insomma, la rassegna bibliografica, utilissima in sé, è anche un messaggio chiaro per chi la scorre: io ti vedo, attento a ciò che scrivi. Ma siamo nel campo del romanzesco & del romanzato. Per l’appunto, l’ultima sezione del repertorio è dedicata ai “Classici dello spionaggio”. Nulla di nuovo sotto il sole: soliti titoli – da La spia di James Fenimore Cooper a Kim di Kipling e L’agente segreto di Conrad, e poi William Somerset Maugham, Eric Ambler, Graham Greene, Ian Fleming, John Le Carré… – spiace non ci sia un italiano all’altezza per narrare le gesta dei nostri servizi. Anche qui, però, bisogna scostarsi dal noto. Spicca la menzione di Erskine Childers, autore totalmente dimenticato dalla nostra editoria, eroe della rivolta d’Irlanda – anche qui, ripassare la sua biografia è utile –, che con L’enigma delle sabbie ha scritto uno dei libri più autorevoli (cioè, rivelatori) della spy fiction.
Questo strumento, si legge, è “Bastevole, almeno nelle intenzioni, ad alimentare quel circolo virtuoso fra conoscenza e consapevolezza del quale l’azione a presidio della sicurezza nazionale ha assoluto bisogno di alimentarsi. Oggi più di ieri, perché frattanto le nuove dimensioni della minaccia, quella economico-finanziaria e quella cibernetica, sempre più connesse fra loro, hanno guadagnato un’insidiosa preminenza sui pericoli del mondo analogico”. Il Direttore Generale del DIS assegna alla lettura, infine, un valore di difesa personale, che pertiene a una morale superiore: “in fin dei conti, anche questa, come tutte le bibliografie, è, prima d’ogni cosa, un’esortazione alla lettura. Che però, diversamente dalle altre, quanto più verrà raccolta, tanto più contribuirà a proteggere un bene che appartiene a tutti noi: la sicurezza del Paese”. Vero è che si parla di intelligence e che la biografia è ragionata “ma non troppo”, come scherza il sottotitolo. Forse pure questa piramide di libri – buoni, magari, come suggerimento per una lettura natalizia – non è che una intelligente operazione di depistaggio.