OGGETTO: I Presidenti taumaturghi
DATA: 09 Gennaio 2024
SEZIONE: Società
FORMATO: Racconti
La facilità con cui determinate fasce della popolazione cedono a narrazioni ipersemplificate o a notizie inventate di sana pianta non è di certo un fenomeno recente. Esso è ben radicato nella forma mentis europea, essendo stato fonte di legittimità politica per molti secoli.
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A metà degli anni Sessanta, lo storico della cultura degli Stati Uniti Richard Hofstadter diede alle stampe un breve opuscolo intitolato The Paranoid Style in American Politics, pubblicato nel novembre del 1964 per la rivista Harper’s magazine, tradotto in Italia da Adelphi nel 2021. A Hofstadter l’ispirazione per il saggio gli fu suggerito da eventi a lui coevi: la sfida per le elezioni presidenziali statunitensi tra Lyndon Johnson e il candidato repubblicano Barry Goldwater nel 1964. Quest’ultimo era un ultraconservatore e fondò il suo programma sull’abolizione della politica del welfare attuata dall’amministrazione Johnson, oltre al paventato utilizzo della bomba atomica in Vietnam come unica soluzione per sconfiggere i vietcong.

Teorie estreme, da cui l’ala moderata del GOP prese le distanze. Difatti alle successive elezioni Johnson ottenne una vittoria molto facile con il 61% dei voti, contro il 38% dello sfidante repubblicano. Il dato importante che emerse fu però che per la prima volta nella storia degli Stati Uniti d’America il Partito repubblicano trionfò negli Stati del profondo sud: Mississippi, Alabama, Louisiana, Georgia e South Carolina. Per la prima volta il Partito repubblicano ottenne l’appoggio dall’elettorato bianco. Con quell’elezione il partito repubblicano divenne il portabandiera delle rivendicazioni della società bianca contro i diritti sociali e civili dei neri. Secondo Hofstadter, proprio la campagna demagogica di Goldwater, tramite l’utilizzo di un linguaggio incentrato sulla retorica patriottica e nazionalistica, trovò un terreno fertile in un certo tipo di società, che si autoconvinse di essere la portatrice dei valori fondativi degli Stati Uniti dei padri fondatori, messi a repentaglio da una minoranza elitaria. Hofstadter definì quel tipo di processo sociale come paranoico-complottista: secondo la sua tesi esso traeva origine da una concezione di matrice religiosa puritana dove un dualismo bene-male di carattere manicheo riusciva a descrivere in maniera semplicistica rapporti sociali, economici, culturali tra i nativi e i coloni prima e bianchi e neri poi. Dualità bene/male, che a detta dello storico americano, nella storia sociale e politica degli Stati Uniti d’America si era palesata continuamente sotto forme diverse e in determinati contesti sociali, contraddistinti da una spiccata carenza intellettuale, che percepivano una narrazione esclusivamente semplicistica degli eventi socio-politici in corso, dove il ragionamento logico più semplice è quello di trovare un nemico ostile al benessere comune.

Tali tesi di Hofstadter sembrano calzare a pennello ai partiti che aderiscono all’eurogruppo Identità e democrazia, che raccoglie i tredici partiti europei euroscettici, fra cui la Lega nord. L’ultima convention dell’eurogruppo, svoltasi a Firenze lo scorso 3 e 4 dicembre del 2023, ha sentito riecheggiare le stesse tematiche, seppur con linguaggi e in contesti storici differenti. Come exemplum si può citare l’intervento di George Simion, segretario del partito rumeno Aur/Alleanza per l’Unità dei rumeni, che ha così esplicato la sua analisi socio culturale dell’Europa del terzo millennio: «Oggi l’Unione Europea è l’inferno. L’Inferno perché abbiamo la deindustrializzazione. Inferno perché abbiamo la distruzione delle identità nazionali. Inferno perché abbiamo il declino del cristianesimo e non possiamo più usare la parola padre, madre e natale». Secondo questa affermazione, la cultura cristiana-occidentale è messa in pericolo da un ipotetico hostis non meglio specificato. Un nemico individuato, sembra essere la filosofia politica del liberalismo, che secondo Gerolf Annemans, leader del partito indipendentista fiammingo Vlaams Belang, «…è un drago a molte teste, ma non è invincibile».

Secondo l’analisi dello storico e politologo Giovanni Orsina, intervistato dal Quotidiano nazionale il 2 gennaio, le indagine demoscopiche rilevano, in vista delle prossime elezioni europee di giugno 2024, una crescita nei consensi da parte dei partiti della coalizione euroscettica nei rispettivi Stati, anche se al momento non dovrebbe risultare determinante per i futuri equilibri politici di una probabile “maggioranza Ursula” nel Parlamento europeo. Secondo Orsina queste forze politiche stanno ricevendo sempre più consensi in quelle categorie socio-culturali disagiate che trovano risposte al loro malessere da chi offre soluzioni di carattere identitario.

In Europa il fenomeno del complottismo e dei suoi effetti nel comportamento sociale è stato studiato sin dal primo ventennio del Novecento da un altro storico, Marc Bloch. Nel saggio, Una Falsa Notizia, memoir sulla propria esperienza come soldato durante il primo conflitto bellico, dato alle stampe nel 1921, Bloch analizzò le cause della presenza del pensiero complottista nella psicologia sociale delle masse collettive, nel suo caso erano i militari di truppa dell’esercito francese. Secondo l’analisi empirica dello storico transalpino, la massa collettiva trovava più facile e semplice acquisire una notizia semplicistica e anche evidentemente falsa piuttosto che fare un ragionamento logico e complesso:

«I fenomeni inesistenti sono rappresentazioni collettive che preesistono alla sua nascita solo apparentemente se dovuto al caso, più precisamente l’unico elemento legato al caso, è l’incidente iniziale del tutto banale che scatena il buio dell’immaginazione, ma questo avviene perché le immaginazioni sono già predisposte, sono già in fermento»

Roma, Luglio 2023. X Martedì di Dissipatio

Nel 1924, tre anni più tardi dalla redazione di una Una Falsa Notizia, Bloch pubblicò forse il suo saggio più celebre, I Re taumaturghi, in cui diede un carattere sistematico, tramite l’apporto della metodologia storica, all’analisi sui fenomeni delle credenze popolari nella società medievale, che erano all’origine dei pensieri complottisti. La sua ricerca aveva per oggetto il perpetuarsi di una credenza popolare presente in Francia e Inghilterra tra il XII e il XIX secolo in cui vi si sosteneva che i sovrani, con la sola imposizione delle mani, potessero curare la scrofola, una malattia della pelle causata dalla scarsa igiene personale. Tale credenza, individuò Bloch, rimase nelle credenze popolari in Francia fino a Carlo X nel 1830. Una credenza dal basso, che andava a rafforzare il potere monarchico connotandolo di sacralità. Quella stessa sacralità che, non a caso, manca oggi, e di cui molti si sentono orfani.

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