«Non sono sicuro l’idea di tecnodestra soppianterà una visione di destra più tradizionale». Thibault Muzergues sul nostro momento storico

«Meloni resta vincolata dalla situazione interna del Paese: anche se oggi è forte, la sua coalizione resta fragile, e deve vigilare costantemente. Ciò la porta a un'eccessiva cautela, che le impedisce di tracciare una vera visione per la destra e per l'Europa, mentre un Emmanuel Macron, un Viktor Orbán o un Friedrich Merz hanno molto più spazio per presentare il loro progetto.»

«L’alleanza angloamericana è in corso di revisione»: Luca Mainoldi e la decodificazione delle mosse di Donald Trump

«Gli USA vogliono ritagliarsi una sfera di influenza esclusiva nell'emisfero occidentale (una specie di rivalutazione della dottrina Monroe allargata alle regioni artiche). Questo anche a scapito del tradizionale alleato britannico.»

«Persino Fukushima non ha provocato morti, né sostanziali conseguenze ambientali».  Il futuro nucleare secondo Stefano Buono

«Il nucleare è una forma di energia molto sicura aldilà di vecchi stereotipi e pregiudizi. Del resto, il nucleare era estremamente sicuro anche in passato, ma oggi lo è sicuramente ancora di più dato che le nuove tecnologie eliminano completamente il rischio di incidenti come quelli già avvenuti. Un concetto di sicurezza intrinseca e passiva che è possibile applicare ad un nuovo approccio al nucleare che possa conciliarlo con sostenibilità e sviluppo.»

«Stiamo realizzando la via italiana all’IA». Intervista a Nicola Grandis sulla sua ASC27 e sull’IA Vitruvian

«Vitruvian non è neanche la versione piccola dei modelli altrui, non è il Chat GPT italiano. È un progetto per portare l'IA effettivamente dove serve, cioè nei processi business, di organizzazioni, imprese, pubbliche amministrazioni, però in una modalità e una scala praticabili. Oggi di generative IA nelle aziende quasi non ce n’è. Ecco, Vitruvian e vuole iniziare a posizionare l'Italia anche come un utilizzatore dell'IA.»

Giuseppe De Rita

Grande esponente di quella silenziocrazia italiana e ricercatore sociale tra i più acuti, capace di auscultare le mutazioni e fibrillazioni delle tante oligarchie italiane: Giuseppe De Rita è il maggior conoscitore della fenomenologia delle fisiologie e patologie della società italiana. Un maestro di pensiero e metodo che nella sua attività di fondatore e presidente del Censis ha raccontato e mostrato come nessun altro il nostro Paese tramite le considerazioni generali dei suoi rapporti, oltre che tramite testi straordinari (di Francesco Latilla e Francesco Subiaco)

L’atto creativo come cura

L’odierno capitalismo dell’immateriale dissocia l’Io dal mondo, piegandolo a mero esecutore di una prestazione continua. Per Byung-Chul Han i disturbi mentali proliferati da questo stato della contemporaneità sono il burnout, la sindrome da deficit dell’attenzione e iperattività, oltre all’aumento dei casi di depressione. Chi vive per dare una prestazione si esaurisce, si scava dentro pur di mostrarsi, intrattiene un rapporto con gli altri non per crescere e maturare ma per gareggiare, rifugge sé stesso per le opinioni esterne.

«Il predominio assoluto dell’oggi e il predominio assoluto dell’io ci impediscono di riconoscere maestri, di essere eredi e di avere eredi»: Intervista a Marcello Veneziani

«Siamo da tempo in fuga dalla memoria storica, consideriamo il nostro tempo come assoluto e dunque come tale non collegato al passato e all’avvenire, ma interamente risolto nel presente.»

Il fascismo nell’epoca della sua riproducibilità tecnica

Il fascismo fu rivoluzione giovanile in senso stretto e tragico. Voluta dai giovani usciti profondamente trasformati dall’esperienza della trincea. Dall’arditismo, tramutatosi in disprezzo per la società esistente. Di questi elementi, che emergono in “M”, sembra non rimanere granché traccia quando ci si sofferma sull’oggi e sugli stentati paragoni con il neofascismo contemporaneo. Fenomeni odiosi, senz’altro. Da tenere d’occhio, senza dubbio. Da temere, probabilmente, ma in una veste nuova e con uno sforzo intellettuale superiore a quello della reductio cui le nostre stanche società ci hanno abituato.

«La marcia su Roma fu un evento gigantesco, percepito dagli italiani più come colpo di Stato che come rivoluzione.» Il mito fondativo fascista secondo Didier Musiedlak

«L'avvenimento fu ampiamente ripensato dal fascismo divenuto regime, che si incaricò di magnificare la marcia a posteriori a partire dalle novità generate come all'origine di un'autentica rivoluzione. А questo proposito, il regime seppe dar vita a un immaginario eccezionale e a un'iconografia rivoluzionaria, che gli permise di fondare la propria legittimità per mezzo della marcia.»

La generazione cosmica

Una domanda risuona, martellante, dagli abissi del cosmo: come sarebbe il mondo se le cose andassero diversamente? È questa la domanda “ucronica” per eccellenza. Tra cellule, cariocinesi e mutazioni, Dissipatio ha deciso di dar vita a un folle tentativo di dare una risposta. Perché il passaggio di consegne fra padri e figli rimane ancora irrealizzato.

Salvarci o invecchiare

“Colui che pensa di restaurare ciò che è irrimediabilmente destinato a crollare è come il vecchio che si illude di rivivere la propria gioventù. È questo l’inganno del reazionario.” Un ciclo storico, come un ciclo biologico, è forse impossibile da invertire. L’ipotesi dell’eternità non può sussistere per nessuna civiltà. La vecchiaia, allora, può diventare una salvezza.

«Di fronte al fallimento degli orizzonti globali e astorici assistiamo ad una riaffermazione delle nazioni con aspirazioni imperiali». La visione dell’Ambasciatore Sergio Vento

«È lecito attendersi nell'era Trump un ulteriore indebolimento delle cornici multilaterali ed una accentuazione dei rapporti su base bilaterale. Questo vale non soltanto per l'ONU, ma anche nei rapporti di difesa e sicurezza finora gestiti in ambito NATO, e per quelli commerciali tenuto conto della competenza esclusiva dell'Unione Europea in tale ambito.»
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