Tutte le strade portano a Damasco

La Siria ritorna teatro di scontro tra potenze. Ma l'offensiva delle forze anti-Assad è solo la punta dell'iceberg. A Damasco si intrecciano, oggi più che in passato, gli interessi delle principali potenze regionali e globali. Un rimescolamento delle carte che rischia di far piombare la Siria nuovamente nel caos.

Decisioni storiche e rotte atlantiche

Le giornate del G20 brasiliano hanno regalato fatti e non-fatti dei quali si parlerà a lungo. Tra questi, il limbo dell’accordo tra Unione Europea e MERCOSUR potrebbe concludersi, e l’Italia deve decidere cosa fare. Qualsiasi sarà la decisione presa, ne conseguirà molto in casa e a livello internazionale. Tale è la natura delle decisioni storiche: dirompenti e dai risvolti ubiqui.

Dazi, dazi, dazi

A Washington si stanno imbarcando su una nave la cui destinazione è dichiarata ma non sicura: Trump promette svolte in politica economica sia internamente che, soprattutto, verso l'estero, minando relazioni commerciali e quindi politiche col resto del mondo, alleati compresi. Cosa possiamo aspettarci dalla futura amministrazione, alla luce del suo primo mandato e delle promesse fatte negli anni di opposizione? Chi sconterà l'agire del nuovo (e vecchio) Presidente?

Un losco affare serbo

Il primo novembre alle ore 11:33 è crollato il tetto della stazione di Novi Sad in Serbia provocando 14 vittime. L’episodio pone nuova attenzione sulla situazione dell’edilizia pubblica serba, sempre più lontana dalle normative europee e sempre più vicina alle mafie. Le proteste di massa che sono seguite all'incidente hanno visto la partecipazione di una fascia trasversale della popolazione, oltre a violenti disordini sedati dalla polizia.

Populismo in salsa baltica

In Lituania il populismo guadagna consensi, Nemuno Aušra (l’alba di Nemunas) è ora il terzo partito del Paese: la nuova formazione di Remigius Žemaitaitis ha ottenuto il 15% dei voti. In molti sono d’accordo con Gitanas Paluckas, potenziale prossimo Primo Ministro, nell’affermare che il suo successo non sia altro che una “bolla inflazionata” destinata a scoppiare dopo le elezioni; ma anche se effettivamente questo scenario si verificasse resta il fatto che venti rappresentanti del partito siederanno nel Parlamento monocamerale. La bolla inflazionata è stata votata da oltre 186.000 lituani. Il populismo attrae e questo è un fatto che non può essere ignorato.

Pyongyang e l’amico ritrovato

La Duma russa ha ratificato all’unanimità il Trattato militare ed economico con la Corea del Nord. Non era scontato che ciò accadesse: gli accordi internazionali hanno bisogno di tempo per concretizzarsi, e la ratifica testimonia la natura perdurante degli interessi comuni alle parti. Il Trattato è un manifesto che spiega cosa sia e cosa sarà la Corea del Nord nel prossimo futuro, ovvero una fortezza dedita a rifornire il mondo di caos.

Il piano utopistico

Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha da poco illustrato i punti fondamentali del Piano per la vittoria ucraina presso il Consiglio Europeo. Leggendo quelli resi pubblici ci si rende immediatamente conto della loro irrealizzabilità, a partire proprio dai rifornimenti militari. Si può dunque ancora concretamente parlare di un piano per la vittoria?

Unifil, storia di una linea blu

Il terreno di scontro libanese fra Iran e Israele riporta alla ribalta i dilemmi sulle missioni di pace e le regole d’ingaggio delle Forze Armate italiane che nella Storia recente hanno perpetuamente dimostrato capacità di combattimento con risorse spesso opinabili e un’opinione pubblica contraria. Il Dpp 2024-26 ha il merito d’avere grandi ambizioni, ma risulta ancora evanescente sul piano strettamente strategico e tattico.

La svolta di Ugledar

Nonostante i continui aiuti bellici ed economici, l’Ucraina risulta essere sempre più in difficoltà. Lo sfondamento dell’esercito russo presso la roccaforte di Ugledar non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Volodymyr Zelensky e l’Ucraina tutta sperano in una vittoria della Harris, poiché in caso contrario bisognerà iniziare a parlare della divisione del Paese.

Spade di ferro

Con gli Ayatollah alle corde, ad un anno esatto dal 7/10 Israele sembra pronto a ridisegnare la mappa del Medio Oriente. Ma a muovere la mano di ferro di Tel Aviv non c’è che la contingenza di un presente senza tempo, in cui la vittoria è sempre un passo più in là. Fino al baratro.

Le elezioni lituane sono già scritte

Mentre il Primo Ministro Ingrida Šimonyte chiama all’unità contro le formazioni estremiste, i socialdemocratici si preparano a un’annunciata vittoria. Per i conservatori si tratta di limitare i danni e prepararsi a quattro anni di opposizione. Così la giovane democrazia lituana si presenta all’appuntamento elettorale del 13 ottobre.

Il Kosovo e un’identità difficile

Pristina, come Belgrado e Sarajevo, sta attraversando una profonda crisi politica e sociale, che affonda le radici negli anni Novanta. La risoluzione ONU 1244 ha sancito il ritiro delle forze serbe e stabilito una presenza internazionale per garantire la stabilità, ma la questione dell’indipendenza rimane controversa. Nonostante il sostegno di molti Paesi occidentali, il suo riconoscimento continua ad essere osteggiato: un riflesso di tensioni geopolitiche persistenti
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