Fine conoscitore dell’Escatologia Cristiana, del Cristianesimo tout court e di tutte le sfaccettature che riguardano gli aspetti più profondi dell’Apocalisse. Pittore originalissimo, studioso di copto e traduttore di testi sacri, fan sfegatato di Aleister Crowley (dalla sua corrente di Thelema ha estrapolato il nome del suo progetto musicale più longevo, Current 93, del quale è la mente e l’unico componente fisso).
David Tibet (nato in Malesia con il nome di David Michael Bunting nel 1960) è stato studente di scienze politiche, seguace del buddismo tibetano e giornalista musicale per la rivista “Sound” quando, dopo svariate esperienze musicali/sonore (con Psychic Tv, Death in June e 23Skidoo) fonda nel 1984 i Current 93 insieme al futuro leader dei Coil, John Balance.
Tibet è, secondo il mio modesto parere, il Pasolini della musica industrial. Colto, intellettuale, determinato. La sua poetica e i testi delle sue canzoni raccontano le preoccupazioni dell’autore circa la prossima fine del mondo, sfiorano il buddismo tibetano, lo gnosticismo, sciorinano nozioni occulte shakerando liberamente cartoni animati e svastiche, rune e sogni mistici che sfiorano nel disordine del caos per ritrovare il proprio ordine ed equilibrio personale.
I primi lavori (Nature Unvelied e Dog Blood Rising) sono rigurgiti di voci perse nell’oltretomba, urla isteriche, rintocchi di campane tibetane e cristiane, loop di preghiere in reverse. Sono dischi molto “cristiani” nel senso più drastico del termine. Un rito ultraterreno pronto a traghettare il fruitore verso le paure più recondite del proprio spirito in attesa di essere salvati.
Io credo siano dischi estremamente cristiani. Forse c’è una sorta di cristianità diabolica, in essi. Sono molto oscuri e apocalittici, ma io non sono mai stato un satanista. Quando feci Nature Unveiled avevo 22, 23 anni; prendevo molto speed, leggevo Crowley, leggevo molto il libro della Rivelazione, ero arrogante, ma non un’orribile persona. Ma quando si è giovani si è pieni di questo… volevo fare qualcosa che esprimesse la mia visione del mondo in forma musicale e che mi facesse venire la pelle d’oca. Forse allora volevo che la gente ascoltasse quei dischi per sentire una sorta di “orgasmo apocalittico” scorrere nei propri corpi
David Tibet
La vera svolta, da leader di un gruppo misconosciuto ad icona cult mondiale, avviene già nel 1992 (dopo aver affrontato una grave crisi fisica e spirituale) quando Tibet si re inventa con il cosiddetto Folk Apocalittico(deriva della new wave e dell’industrial ispirata a gruppi psichedelici inglesi quali Love e Comus)e tira fuori un disco come Thunder Perfect Mind (pieno di ballate tristi, voci melodiose e chitarre folk) abbandonando per sempre il maledettismo estremo degli esordi. Anche se la poetica dei Current è sempre quella da pugni nello stomaco. Il loro folk è imbevuto di sacre scritture, provocazioni, cartoni animati e simboli inquietanti. La loro musica sviluppa il pensiero critico, sfida il fruitore, stritola sicurezze mediocri e concilianti serenità.
Mi sono sempre piaciute le filastrocche, perché le considero molto sinistre e oscure e perché da piccolo ho sempre pensato che fosse terrorizzante vedere un coro di bei bambini cantare delle filastrocche. Swastikas For Noddy era naturalmente un titolo ironico, un titolo nero, perché Noddy era questa piccola, innocente bambola (una specie di folletto popolarissimo in Gran Bretagna) e mi dissi: Quale può essere il regalo più incorretto da dare a Noddy, se il suo compleanno fosse vicino? Svastiche!
Le passioni di David Tibet sono spesso legate all’infanzia, agli anni passati in Malesia e successivamente al ritorno in Inghilterra per via del lavoro di suo padre.
Quando ero in Malesia quello che mi circondava era induismo, buddismo, islam, taoismo. In un certo senso il cristianesimo era considerato non esotico, ma strano. La cosa che mi ha colpito dei Vangeli del Nuovo Testamento, quando li lessi, è che erano veri. Non che io creda letteralmente in qualsiasi cosa di biblico, ma mi colpì con grande forza il fatto che quei libri non raccontavano leggende o miti, seppur molto belli, come nelle altre religioni; nei Vangeli c’era qualcuno di umano che cercava di dare un senso a una storia così straordinaria, di metterla per iscritto, a volte facendo degli errori, o confondendosi, ma cercando di descrivere qualcosa di indescrivibile, qualcosa che nessuno di noi potrebbe mai descrivere
Il cristianesimo, i testamenti, le sfaccettature dell’apocalisse e il satanismo applicato al cattolicesimo sono i retaggi delle complicate liriche di Tibet, un susseguirsi di lussureggianti e profetiche parole che sfuggono se si approcciano con letture superficiali.
Non credo nella cristianità, non nell’impero “imperiale” di Cristo, perché non penso volesse portarci questo. Una volta andavo di più a messa, ma oggi non mi sento a mio agio con la liturgia, anche se devo ammettere che le chiese possono essere dei luoghi meravigliosi. Ora che ho cominciato a studiare copto più assiduamente, mi sono sempre più avvicinato a un’idea gnostica, forse da cristiano eretico, e non credo nella Chiesa “fisica”. Non credo nei rituali vuoti, anche se molti vanno a messa e per loro è importante. Quello che mi interessa nelle persone è sentire la loro voce unicamente attraverso la loro voce. E forse ragionare, in questo modo, anche su me stesso
A partire dal 2000 Tibet ha cominciato anche ad esibirsi in maniera più massiva con spettacoli in giro per il mondo (soprattutto in Europa e negli Stati Uniti) utilizzando formazioni diverse, imbastendo in ogni lavoro sonorità differenti. Un disco intitolato Soft Black Star è unicamente un recital per piano e voce, mentre il bellissimo Sleep Has is House è un’orazione funebre dedicata al padre scomparso per voce e harmonium degna del nostro Juri Camisasca. Fino a capolavori quali Black Ship ate the sky dove artisti differenti (tra cui Marc Almond dei Soft Cell, la leggendaria stella del folk inglese Shirley Collins ed Antony, scoperto dallo stesso Tibet) reinterpretano Idumea, un inno religioso del ’700.
Tibet è il saggio che da tempo è sceso dalla montagna per raccontarci dentro quale piega severa sta vorticando il mondo. I suoi testi senza tempo profumano di aldilà e di morte, così come le sue opere pittoriche (recentemente ha realizzato alcuni disegni ispirati alla docetica di Cristo, la dottrina che indaga sulla vera natura di Cristo sostenendo che l’umanità di Gesù fosse fittizia e non reale).
Prima di discutere di quante facce possediamo, forse dovremmo pensare a quante maschere possediamo. Alcune di queste maschere sono così aderenti al nostro viso che pensiamo che siano vere. Con i dischi e con i miei dipinti parlo di questo, del mistero di Cristo. Chi era, ma, ancora più importante, che cosa era. I miei quadri indagano questi temi
La musica di Tibet e dei suoi Current 93 è qualche cosa di ostico, scomodo, etereo. Melodie e parole che sconfinano dietro i sogni, le preghiere, i misteri della vita e dell’aldilà. Erudite composizioni dedite a sfilacciare qualsiasi sicurezza. Il toccasana utile a sovrastare questi sciatti tempi moderni.