Tunisi e la fine della storia

La mitezza dei gelsomini tunisini non deve trarre in inganno: la rivoluzione rimane un fatto violento. Il bias cognitivo porta però in poco tempo ad una nuova dimensione, molto più rigida e complessa, dominata da un uomo enigmatico: Kaïs Saïed. Populismo e dogma si fondono in un crogiolo che, per le prossime elezioni, lascia poco spazio all’immaginazione. La prossimità con la Tunisia non è solo geografica, dimenticarlo sarebbe da incoscienti.

La peggior era di governo dal dopoguerra

L'insediamento di Keir Starmer a Downing Street è stato il "Portillo moment" che tutti si aspettavano. I tories chiudono una stagione di fallimenti e ora sono chiamati a scegliere la loro nuova guida: al momento papabili sono Kemi Badenoch, James Cleverly e Tom Tugendhat. Dall'altra parte i ringalluzziti labours hanno visto con così largo anticipo il successo che hanno evitato di essere programmaticamente dettagliati durante la campagna elettorale. Ma ora è il momento di decidere, possibilmente evitando di proseguire quella che lo storico Sir Anthony Seldon ha indicato essere il punto più basso (cominciato nel 2010) della leadership anglosassone dal 1945 ad oggi.

Teheran, appuntamento con la storia

Da quasi un ventennio il Presidente iraniano non veniva deciso al ballottaggio. A contendersi la carica ci saranno il riformista filo-occidentale Masoud Pezeshkian e l'ultraconservatore Saeed Jalili. Comunque vada Teheran si prepara a segnare un cambio di passo netto con l'era Raisi, mentre sullo sfondo rimane l'avvicinarsi della fine di Khamenei, con conseguenti congetture sull'ipotetico superamento della Repubblica Islamica.

I dolori del gentil sultanato

L'Oman incarnato dalla figura del suo sovrano - il Sultano Haitham, succeduto a suo cugino Qaboos, scomparso nel 2020 - si ritrova ad affrontare profonde sfide geopolitiche. Non tanto (o non solo) per l'instabilità dell'area mediorientale, quanto per la necessità di mantenersi nel tradizionale ruolo di mediatore, in equilibrio fra Oriente e Occidente.

Polvere di Cinque Stelle 

L'esito italiano delle elezioni europee ha fornito, fra gli altri, un responso netto: l’individuazione di quello che appare come il termine della parabola pentastellata. Dalle notti del primo trionfo all’obbligatoria autocritica per la débâcle, cercando di individuare responsabilità e rimedi, il passo è stato fin troppo breve. I campi larghi, in fondo, non sempre funzionano.

«Questo è un luogo antistorico, un luogo schizofrenico, vive immerso nella storia. Si potrebbe dire che i cittadini della regione conoscano ogni singola pietra su cui camminano.» I Balcani nella visione del Professor Laris Gaiser

Con una lunga carriera accademica alle spalle, affiancata a un'intensa attività saggistica, Laris Gaiser può dirsi uno dei massimi esperti in merito agli affari balcanici. A lui ci siamo affidati per analizzare come si sta sviluppando la politica della regione, fra influenze orientali, tensioni interne, e un disincanto generalizzato verso l'Italia.

Iran: novanta secondi a mezzanotte

Pur ponendosi quale egemone regionale, l’Iran non può occultare discrasie e criticità interne che si riflettono su strategie di politica estera che sviano le attenzioni. La teocrazia, sostenuta da un potente apparato paramilitare, non cela i mai trascorsi aneliti imperiali.

La diplomazia della violenza

Il gioco d’ombre tra Israele e Iran si svolge seguendo percorsi che toccano ragione ed illogicità. Difficile prevedere le dinamiche future: gli ultimi attacchi non sembrano aver dissipato i rischi di un’escalation regionale e globale. Rafah rimane l'incognita maggiore, mentre salgono a trentacinquemila le vittime palestinesi negli ultimi sette mesi.

IMEC e BRI, corridoi imperiali

I corridoi sono sempre stati presenti nella storia geopolitica. Di fatto non si è mai trattato di mere estensioni rettilinee, quanto di aperture dalle concettualità ben più vaste di quelle espresse in termini geografici. Asia e Indo-Pacifico - quest’ultimo con la partecipazione statunitense - si protendono verso un Occidente che deve decidere se cedere o meno al declino.

Le conseguenze della talassocrazia 

Naturale conseguenza dell’esercizio del potere in senso lato, la sua declinazione marittima pone in evidenza caratteristiche peculiari che risaltano in questi particolari momenti di crisi. Se il disegno strategico, laddove presente, tratteggia indicazioni politico-economiche, è l’esercizio del potere marittimo, declinato secondo paradigmi civili e militari, a battere il tempo degli avvenimenti.

Il costante ritorno del kemalismo pakistano

Il Pakistan torna a far parlare di sé: terra tormentata da vicissitudini profonde, non riesce a trovare una compiuta stabilità in grado di garantire una sia pur minima serenità ad una società giovane che aspira ad un maggior benessere. La politica è sotto tutela dell’Esercito, in un’ottica kemalista di preservazione dei fondamenti istitutivi dello Stato. Su tutto e tutti, veglia l’effigie di Mohammad Jinnah, primo e ultimo gigante politico del Paese.

Lawrence (d’Arabia) si è fermato a Neom

L’Arabia Saudita si è affacciata al XXI secolo con l’intenzione di esserne protagonista, contribuendo alla forgiatura di un nuovo ordine mondiale. La sua politica si fa però sempre più attenta e, pur rischiando, gioca su più tavoli preservando rapporti una volta esclusivi e che ora desidererebbe fossero posti su un unico piano paritario.
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