Ufficiale Superiore commissario della Marina Militare, nonché ex allievo della scuola militare F. Morosini di Venezia. Praticamente una vita in Marina. Romano del '65, tra imbarchi e servizio a terra tra Direzioni Generali, Ufficio Centrale del Bilancio, Segretariato Generale, Stato Maggiore Marina, ha curato la parte internazionale in particolare quella Nato collaborandovi direttamente. Al momento in servizio presso il 3 Reparto di SMM, è il caporedattore della Rivista Marittima.

Revisionismo all’orientale

Cina e Giappone si fronteggiano da secoli, acuendo differenze e punti di faglia che, malgrado le razionali liaison politiche, continuano a manifestarsi. Gli imperi non finiscono: la Cina ha solo cambiato il colore dal celeste al rosso, mentre il Giappone, conscio di dover rivedere criticamente il pacifista articolo 9 della sua Costituzione, si riarma. La storia, pur procedendo, continua a proporre scene già viste.

Cronache di un’invasione annunciata

L'annuncio del piano di occupazione totale a Gaza rivela quanto Israele voglia una guerra in Medio Oriente infinita. L'applicazione degli stereotipi occidentali è fallace. Tutto si basa sulla consapevolezza della necessità dell'incutere timore, perché chi perde, perde tutto.

Il grande reset fra Londra e Bruxelles

La Gran Bretagna guarda di nuovo ad un vecchio Continente in crisi. Mentre Jackson si riaffaccia a Washington, in ore che diventano sempre più buie, il populismo divampa ed intimorisce un sistema politico in vita da oltre un secolo. Ma a quale prezzo?

Una Siria mondiale a pezzi

La crisi siriana si sublima dopo cinquant'anni di regime baathista. La guerra civile continua a mietere vittime secondo principi politici, religiosi e settari che lasciano sul campo migliaia di caduti. Ma la geopolitica non si arresta, ed anzi ravviva l’instabilità di contesti ove tornano attori globali e regionali che si inquadrano in stilemi che sembrano rinnovare temi e dinamiche propri della Guerra Fredda. Ad un declinante Iran si contrappone una Turchia volitiva che, tuttavia, deve fare i conti con le asperità israeliane.

Il sultano ad un bivio

La Turchia vive l’ennesimo momento di crisi interna, così violenta da riverberarsi veementemente anche verso l’esterno. Il tempo, a fronte di politica e cultura, non ha mitigato le pulsioni politiche neo ottomane, ancora avvinte ad un Gazi forse mai davvero morto, così come ad un deep state ancor più forte e pervasivo. Per Erdoğan questo è il momento della verità contro il kemalismo della piazza e di Ekrem İmamoğlu.

Il cessate il fuoco prima della tempesta

La guerra procede secondo logiche sue proprie; il problema risiede sempre nella comprensione degli equilibri e degli interessi sottesi che, forti come sono, spesso trascendono gli aspetti più eminentemente umani. Il MO non fa eccezione e nella sua divampante violenza, diventa espressione di molteplici e complessi interessi. Sullo sfondo, come sempre, l’umbratile presenza di persone colpevoli solo di essere nel posto sbagliato nel momento peggiore.

Il senso di Helsinki per la guerra

I rumori ovattati dalle distese innevate non allontanano i pericoli incombenti di un rinnovato conflitto. Epigoni dei combattenti degli anni Quaranta, i finlandesi si preparano al peggio e, prima che il sole sorga, si accingono a difendere per l’ennesima volta la loro terra dal nemico di sempre, la Russia.

Il Golan, la mossa del cavallo di Tel Aviv

Dopo poco più di un secolo, i segni tracciati dal righello di Sykes-Picot vengono cancellati con un colpo di spugna dagli epigoni ottomani che, pure, li avevano subìti. Crollano i meno nobili baathisti, ascendono su un lembo di terra montagnoso i volitivi eredi di un regno ancora più antico, impegnati nell'eterno gioco degli equilibri di potere bilanciati tra guerra e denaro.

L’Europa incompiuta

Le crisi non attendono, la carta patinata esprime solo un moto dell'animo che, guardando ad un unico aspetto, quello del business, tralascia prospettive operative, tempistiche, fattibilità. L'Europa - anche leggendo l'European Defense redatto dal Boston Consulting Group - si scopre più indifesa e meno coesa che mai in un momento in cui i ritardi appaiono incolmabili e la politica assurge allo stato di pura impalpabilità.

Il secolo di Fethullah Gülen

La morte dell'altra anima turca è la morte di un'idea di Islam culturale storicamente opposta a quella dell'Islam politico propugnata da Erdogan. Ripercorriamo la storia di Gülen, che poi è la storia di una lotta di potere da cui è uscito sconfitto, mentre emergeva un ordine interno basato sul costante stato d'emergenza schmittiano.

L’ombra lunga di Chávez sul tramonto venezuelano

Il Sud America, terra di rivoluzioni e carismi, trova nell’eredità di Hugo Chávez e nel suo successore Nicolás Maduro un esempio di come il populismo possa evolversi in autoritarismo. Dal sogno bolivariano al socialismo del XXI secolo, la leadership chavista ha alternato nazionalizzazioni e politiche economiche instabili, portando il Venezuela a una crisi economica e politica senza precedenti. Il regime di Maduro, tra repressione e sanzioni internazionali, continua a dividere il paese e a sconvolgere l’intera regione.

Tunisi e la fine della storia

La mitezza dei gelsomini tunisini non deve trarre in inganno: la rivoluzione rimane un fatto violento. Il bias cognitivo porta però in poco tempo ad una nuova dimensione, molto più rigida e complessa, dominata da un uomo enigmatico: Kaïs Saïed. Populismo e dogma si fondono in un crogiolo che, per le prossime elezioni, lascia poco spazio all’immaginazione. La prossimità con la Tunisia non è solo geografica, dimenticarlo sarebbe da incoscienti.
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